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Passa da bici e api l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati

I Msna corrono il rischio maggiore di sviluppare risposte mentali e psicosociali negative rispetto agli adulti e ai bambini accompagnati. In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato Sos Villaggi dei Bambini racconta il suo lavoro per garantire accoglienza e integrazione dei giovani richiedenti asilo. Le esperienze della ciclofficina e del corso di apicoltura in Calabria e gli altri progetti nei Villaggi Sos

di Redazione

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, Sos Villaggi dei Bambini ribadisce il suo impegno verso i migranti e i rifugiati in Italia agendo su due fronti: da una parte l’accoglienza e l’inserimento sociale di Minori Stranieri Non Accompagnati (Msna) e giovani richiedenti asilo, dall’altra tramite interventi di protezione e integrazione per le famiglie migranti, principalmente nuclei composti da mamme con bambini. L’organizzazione esprime, inoltre, apprezzamento per le risposte del Governo e del Parlamento ad alcune importanti richieste sottoposte dal Tavolo Minori Migranti, di cui Sos Villaggi dei Bambini è parte e che lavora per l’attuazione della legge 47, con particolare riferimento al prolungamento dei permessi di soggiorno e della permanenza nelle strutture di accoglienza oltre i 18 anni fino a fine agosto. Rimangono, tuttavia, alcune forti preoccupazioni legate all’ambito della presa in carico sanitaria dei minori non accompagnati privi di permesso di soggiorno e dei percorsi di tirocinio e inserimento lavorativo.

Solo nel 2019, i programmi di Sos Villaggi dei Bambini hanno raggiunto 163 Msna e 46 membri di famiglie migranti (28 minorenni e 18 adulti), includendo e sostenendo all’interno di queste attività anche 21 giovani italiani in difficoltà socio-economiche.

Dal 1° gennaio al 31 maggio di quest’anno in Italia sonno giunti poco più di 5mila migranti (dati del Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell’Interno), portando il numero totale degli immigrati in accoglienza sul territorio nazionale a 85.730. I Msna giunti nello stesso lasso di tempo sono 770, per un totale di Msna di circa 6mila, il 95% dei quali maschi. Moltissimi di questi minorenni hanno dovuto affrontare esperienze molto difficili (violenze interetniche, violenze di genere, guerre, fame, povertà), sia nel Paese d’origine, sia nel percorso che li ha condotti in Italia.
Da qui il grande impegno di Sos Villaggi dei Bambini per la realizzazione di progetti focalizzati sul loro benessere psicologico, sul recupero psicofisico e sull’integrazione. Ma questo non è tutto: all’arrivo in Italia, molti dei ragazzi più grandi (16-17 anni) diventeranno maggiorenni prima che termini la procedura per la determinazione del loro status e si troveranno in una situazione di incertezza, e questo fa sì che molti minorenni abbandonino il sistema di accoglienza. Sos Villaggi dei Bambini lavora sull’insieme dei fattori di rischio a cui i minorenni migranti sono sottoposti, prima, durante e dopo il loro viaggio verso una nuova vita.

Nella visione di Sos Villaggi dei Bambini, i Msna non sono – e non vanno trattati – come mera emergenza, ma come i protagonisti di un percorso di incontro e di crescita anche per gli stessi territori di accoglienza. Tra le numerose progettualità messe in campo, troviamo i vocational training che si sono svolti nel 2019 sul territorio calabrese includevano una serie di attività che hanno superato gli stretti confini dei centri di accoglienza, con l'obiettivo di stabilire un contatto tra i giovani che vivono nei centri e la più ampia comunità di accoglienza. Inclusione e accessibilità: queste le parole chiave che hanno fatto dei vocational training uno strumento rilevante per promuovere opportunità di educazione e apprendimento informale che, in un quadro più ampio e funzionale, hanno incluso anche i giovani della realtà locale con l’obiettivo di un’integrazione concreta e reciproca.

La ciclofficina, un laboratorio pratico per imparare ad assemblare, riparare e mantenere in efficienza le componenti principali della bicicletta, ha avuto una duplice finalità: fare acquisire ai ragazzi una competenza di ciclomeccanica di base, ma anche facilitare la conoscenza reciproca, lo scambio e il confronto tra ragazzi italiani e stranieri. Alla fine del primo percorso di apprendimento, due ragazzi italiani sono diventati volontari dell’Associazione, mentre due minorenni stranieri frequentano ancora regolarmente lo spazio per continuare a costruire biciclette e riparare le proprie. La ciclofficina è diventato quindi un punto di riferimento esterno al centro di accoglienza, dove incontrare altre persone, ragazzi e ragazze che operano all’interno della comunità.


Il corso di apicoltura, invece, ha permesso di acquisire competenze di base nella gestione di un apiario (nelle foto), attraverso un processo di lavoro improntato al rispetto dell’ambiente. Il corso era rivolto a giovani italiani e stranieri di diverse culture, interessati a conoscere questa pratica antica e rafforzare le proprie competenze psico-sociali, quali l’identità, le relazioni tra pari e il riconoscimento e la gestione delle emozioni.

Nel 2019 i due corsi (ciclofficina e apicoltura) hanno coinvolto in totale 24 minori stranieri e 24 giovani calabresi.

Come spiega Sara, operatrice di Sos Villaggi dei Bambini:«I ragazzi che incontriamo hanno affrontato un lungo viaggio da soli, portano sulle spalle i propri sogni e desideri, ma anche le aspettative della famiglia. Sembrano adulti, ma sono adolescenti. Desiderano esprimersi, creare relazioni durature, studiare e sognare come ogni adolescente». A spiegare in poche parole il senso di questo impegno è Bouba, 17 anni, beneficiario di uno dei progetti: «Ho scoperto il piacere e l’importanza di far parte di un gruppo, ho avuto modo di scoprire cosa piace ai miei compagni d’avventura, quali sono le loro risorse e le loro debolezze. Sono troppo felice!».

Attraverso il progetto europeo Enhancing Psychosocial Wellbeing of Unaccompanied Minors (Epsum), Sos Villaggi dei Bambini aiuta i giovani migranti ad affrontare al meglio il complesso percorso di integrazione in un Paese straniero. Il progetto – realizzato in collaborazione con Centro Penc, Save the Children Svezia, War Child Olanda, Refugees Welcome Italia e Sos Villaggi dei Bambini Grecia – mira a ridurre il livello di disagio psico-sociale dei minorenni, rafforzando le capacità di presa in carico e risposta ai loro bisogni di tutte le figure con le quali entrano in contatto quotidianamente, in particolare assistenti sociali, educatori e insegnanti. Finanziato dall’Unione Europea, EPSUM opera in Italia (a Palermo), in Svezia e in Grecia.
Avviato nel gennaio 2020, il progetto si rivolge a circa 120 volontari e oltre 500 minorenni per una durata di ventiquattro mesi.

A Torino prosegue con successo il progetto di affido familiare interculturale Come a Casa , nato nel 2012, e dedicato a nuclei monogenitoriali mamma-bambino e a minorenni sole, prevalentemente straniere, volto a promuovere una rete di famiglie affidatarie di origine straniera in grado di accogliere nuclei mamma-bambino, e sviluppare un modello di accompagnamento individuale delle mamme in affido, per favorirne l’integrazione sociale, l’accesso al lavoro e l’acquisizione di un buon livello di autonomia personale ed economica. Il progetto vede oggi alcune delle mamme in passato beneficiarie, accogliere a loro volta nuovi nuclei. Nel 2019 è stata inaugurata la nuova casa e fino a oggi sono state accolte 22 mamme, 1 papà e 40 bambini.

Prosegue anche al Villaggio Sos di Trento il servizio residenziale dedicato all’accoglienza di donne e bambini richiedenti protezione internazionale, con l’obiettivo di sostenere la genitorialità, assicurare il benessere delle donne accolte, accompagnare il nucleo all’autonomia attraverso la formazione, la ricerca di un lavoro e la costruzione di una rete sociale e garantire la post accoglienza. Nel corso del 2019 il progetto ha accolto 16 donne, di cui 8 mamme e 9 bambini.

Infine a Saronno dal 2017 è attivo un progetto di consolidamento dell’autonomia economica, sociale e abitativa volto a completare il percorso di accoglienza e integrazione sul territorio saronnese di due famiglie siriane accolte all’interno del Villaggio Sos e composte da 4 adulti e 7 bambini.

Immagini forniti da Ufficio stampa Sos Villaggi dei Bambini