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Si torna a scuola, ma mancano gli spazi per 1,2 milioni di studenti

«Rispetto al metro di distanza, ora so che ho il 15% di studenti che devo portare fuori dagli edifici scolastici», ha detto la ministra in conferenza stampa. Si torna tutti a scuola in presenza il 14 settembre. Stanziato un miliardo in più. Accordo raggiunto con le regioni sulle linee guida per il rientro

di Sara De Carli

Si torna tutti a scuola, in presenza, il 14 settembre. «Ci siamo predisposti, con le linee guida, per ritornare in sicurezza a settembre», ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Stanziato «un ulteriore miliardo per ulteriori investimenti sulla scuola, che ci dovrà consentire di avere una scuola più moderna, sicura e inclusiva. E nel Recovery Fund un importante capitolo sarà dedicato proprio agli interventi sulla scuola».

La ministra Lucia Azzolina ha riferito di un software per sapere, classe per classe, quanti sono i mq a disposizione: «Rispetto al metro di distanza, ora so che ho il 15% di studenti che devo portare fuori dagli edifici scolastici». Il 15% di una popolazione studentesca pari a oltre 8,4 milioni di studenti, significa più di 1,2 milioni di studenti.

Dove li mettiamo? «Interveniamo innanzitutto sugli edifici che ci sono, con edilizia scolastica leggera, un’ala di scuola da riaprire, un pannello da costruire, una finestra da spostate. Se non bastano, riprendiamo i 3mila edifici scolastici dismessi per il calo demografico, possiamo recuperare. Ma non basta. La scuola a settembre deve riaprire non solo in ottica di sicurezza ma in un’ottica nuova, deve essere una scuola più aperta, più inclusiva. Questo ci chiedono gli studenti e le studentesse, di fare scuola anche fuori dalla scuola: nei cinema, nei teatri, nelle biblioteche, nei parchi».

Più spazio, significa più organico. Ma «nessuno ha mai parlato di doppi turni né di sdoppiare le classi, flessibilità non significa questo». E ancora, «assumeremo fino a 50mila persone a tempo determinato, tra docenti e ATA, in più rispetto all’organico, che non è stato tagliato rispetto agli anno scorsi malgrado la denatalità», ha detto la ministra. Che ha parlato poi del «sogno» di nuovi ambienti di apprendimento, che cambiano la didattica. «Diamo una cassetta degli attrezzi, per rispondere alle singole realtà, perché abbiamo 40mila edifici, a Scampia c’è una scuola in un appartamento e poi ci sono le scuole mega innovative e quelle che si trovano nie palazzi dell’800. Sono soldi strutturali per una scuola diversa, non per il Coronavirus». E le elezioni? «Noi portiamo tutti a scuola il 14 settembre, c’è in atto un confronto con chi potrà prendere la decisione di usare altri locali per le votazioni. Io più i nostri studenti stanno a scuola, più felice sono».

Nella lettera alla comunità scolastica che accompagna le linee guida, la ministra parla delle risorse: «Nei primi mesi dell’anno, e in vista del prossimo anno scolastico, il Ministero dell’Istruzione, insieme a tutto il Governo, ha mobilitato nuove risorse per il settore scuola per un ammontare di 4,6 miliardi di euro. Fondi per l’edilizia scolastica, per la gestione dell’emergenza, per la chiusura dell’anno scolastico in corso e per l’avvio del prossimo. A giorni partirà anche un avviso per azioni di supporto al diritto allo studio degli studenti e delle studentesse meno abbienti: 236 milioni per l’acquisto dei libri di testo e kit didattici. La scuola è tornata ad essere, finalmente, un settore su cui investire. Una scelta precisa che guarda al futuro del Paese».

In allegato le linee guida e la lettera.


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