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Trattamenti disumani in carcere. L’Italia non è esente

Il Garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello e l’Osservatorio Regionale delle Carceri in occasione della Giornata Mondiale contro la tortura sollevano un argomento che purtroppo è più che mai attuale

di Redazione

"Nessun individuo deve essere sottoposto a tortura o, comunque, a trattamenti disumani e degradanti. La tortura si presenta in diverse forme e sfumature, che ancora oggi avvengono, con molti soprusi e costrizioni che rientrano nella triste categoria di cui sopra e che ledono la dignità di una persona. Pensiamo, ad esempio, ai trattamenti sanitari obbligatori, a quanti li subiscono senza poter far valere i loro diritti, ai detenuti del sistema carcerario campano caratterizzato da un fenomeno di sovraffollamento mai risolto che acuisce le tensioni nei penitenziari e il malessere di quanti ne condividono le criticità: carcerati e agenti. Pensiamo al logorio dei ristretti affetti da problemi psichiatrici che attendono a lungo un trasferimento alla REMS che non arriva, pensiamo agli immigrati fermati per strada, perché ebbri o considerati sospetti a prescindere, che vengono trattenuti in questura o, se nel primo caso, sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori, poi dimessi e abbandonati a sé stessi", così Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale.

Il Garante e l’Osservatorio Regionale delle Carceri tengono, quindi, a sollecitare "una riflessione collettiva sugli abusi ai danni di persone inermi". Ciambriello infine invoca "un maggior impegno istituzionale nei confronti del problema e a una più profonda presa di coscienza a livello di opinione pubblica contro la tortura in tutte le sue articolazioni, sapendo che l’indifferenza è la migliore alleata di ogni ingiustizia".


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