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Cooperazione & Relazioni internazionali

Covid, i fondi per il vaccino non vanno sottratti alla cooperazione allo sviluppo

"Le tre reti Aoi, Cini, Link 2007 si mettono a disposizione degli interventi per la lotta alla pandemia sulla base di cinque considerazioni che prendono in esame diversi punti: dalla gestione delle risorse alla riconversione del debito dei Paesi fragili". L'intervento della presidente di Link 2007

di Paola Crestani

Il Tavolo di lavoro sulla risposta italiana alla diffusione globale del Covid-19, che si è riunito in remoto martedì 30 giugno su iniziativa del ministro Luigi Di Maio e della Viceministra per la cooperazione allo sviluppo Emanuela Del Re, è stato un momento alto di raccordo e coordinamento degli attori italiani coinvolti nella lotta alla pandemia per garantire un’azione coerente e unitaria del sistema di sviluppo italiano, con particolare attenzione alla prevenzione, alla ricerca, ai settori sanitario, sociale, economico, alla sicurezza alimentare.

La partecipazione, con interventi che hanno rivelato l’azione e le potenzialità dei vari soggetti, è stata ampia: dai ministeri coinvolti all’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo, il Dipartimento della protezione civile, l’Istituto superiore di sanità, per le Ong e Osc le reti LINK 2007, AOI, CINI, il Summit delle Diaspore, il CNCS, rappresentanti del settore profit, CDP, le università, gli istituti di ricerca e altri.

Agire insieme con un approccio di sistema, mobilitando le migliori energie e risorse italiane collegandole alla più ampia strategia e azione multilaterale per fronteggiare la crisi e per sostenere i Paesi più fragili.

Nel Tavolo abbiamo rivisto con piacere lo spirito della riforma legislativa della cooperazione internazionale, che il Parlamento ha voluto basata sul coordinamento inter-istituzionale e la coerenza delle politiche. Servirà ora confermare e rafforzare questo approccio di sistema e di ricerca della massima coerenza. È infatti la via per ottenere i migliori risultati in qualità ed efficacia, non solo nella lotta al Covid-19 ma in tutta l’azione italiana di cooperazione internazionale nel solco dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

L’intervento che ho pronunciato a nome delle tre reti Aoi, Cini, Link 2007, ha confermato che “noi Ong e Osc di cooperazione allo sviluppo ci siamo, come sempre, e metteremo a disposizione le nostre esperienze professionali e la conoscenza dei territori, delle comunità, dei loro bisogni, aspettative, capacità”. La nostra presenza nei paesi ci ha permesso interventi immediati di prevenzione del contagio e rafforzamento dei sistemi sanitari, continuando l’impegno nei settori umanitario e sociale, per la sicurezza alimentare, l’educazione, lavoro dignitoso.

Apprezzando l’approccio di sistema e considerando il documento di orientamento pervenuto come una positiva base di lavoro, che necessità di criteri di priorità nell’articolazione delle iniziative, le tre reti hanno espresso cinque prime considerazioni:

1. La pandemia richiede un’ampia azione multilaterale in particolare per la ricerca, produzione e distribuzione del vaccino che giustamente il ministro ha definito “una priorità assoluta”. Grande è già la mobilitazione e l’Italia è in prima fila. Il vaccino ci riguarda infatti direttamente: è indispensabile per la salute di tutte le nostre comunità e per impedire l’importazione di nuove infezioni. Se così non fosse, la mobilitazione sarebbe più contenuta, come è stato per la sars ed ebola. Coerenza vuole quindi che i fondi destinati alla catena del vaccino siano quindi altri rispetto ai già limitati stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo.

2. L’azione multilaterale è fondamentale e va quindi rafforzata. Senza però sminuire l’importanza della cooperazione bilaterale. Analizzando gli anni passati, riteniamo giusto raddoppiare gli stanziamenti italiani per il multilaterale e al contempo quadruplicare quello per il bilaterale. I recenti decreti governativi hanno normato ingenti finanziamenti per i bisogni interni e per l’internazionalizzazione delle imprese. Anche la cooperazione allo sviluppo dovrà essere rafforzata, soprattutto in vista del G-20, aggiornando conseguentemente le Linee Guida appena approvate.

3. Diventa difficile pensare ad un “mirato riorientamento degli interventi di cooperazione per il 2020”. Le limitate risorse servono per attività già avviate o che i partner attendono. Riorientarle sarebbe complesso ed inefficace e aprirebbe una concorrenza ‘tra poveri’ ingiusta e iniqua. Senza ulteriori stanziamenti, l’Italia sarà costretta a limitarsi alla partecipazione ai bandi internazionali ed ai programmi dell’Unione Europea.

4. Per l’emergenza e l’aiuto umanitario, oltre il necessario confronto tra Istituzioni ministeriali e Osc sulle aree geografiche, occorre un efficace coinvolgimento di AICS e delle sue sedi territoriali innanzitutto per le indicazioni tematiche, garantendo loro maggiore autonomia e rapidità nell’azione, anche in coordinamento con le organizzazioni internazionali.

5. Il documento evidenzia tre direttrici indicate dal Centro di Sviluppo dell’Ocse tra cui la cancellazione del debito. Oltre che gli impegni globali per la distribuzione del vaccino ed il sostegno ai paesi colpiti dal Covid19, auspichiamo che la presidenza italiana del G20 metta in agenda la cancellazione o riconversione del debito dei paesi fragili con meccanismi atti a liberare risorse locali finalizzate ad interventi di sviluppo sostenibile.


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