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Economia & Impresa sociale 

Quando il prezzo è quello giusto

L’alleanza tra grande distribuzione e consumatori è sempre più decisiva. Obiettivo: equità sociale e lotta contro lo sfruttamento del lavoro. Come insegna l’esperienza di Coop Italia a cui Vita sul magazine di luglio/agosto in distribuzione da lunedì dedica un focus speciale

di Redazione

Etico, ecologico, sicuro, inclusivo, trasparente. Soprattutto: buono, giusto. Per quanto ci si sforzi nel trovare definizioni innovative, la sostenibilità e la responsabilità sociale nella grande distribuzione passano sempre da queste parole e dalla loro messa in pratica. Sette parole: semplici e concrete che sono anche uno stress test che per quelle realtà che operano coniugando profitto e responsabilità.

Con un focus speciale curato da Marco Dotti il numero di Vita magazine in distribuzione da lunedì mette sotto la lente il modello di Coop Italia. Le risposte della grande distribuzione, in un Paese come l’Italia che con 1.225.000 persone detiene il primato in Europa dell’occupazione nel settore agricolo, possono rappresentare un punto di svolta per governance alimentare e inclusione sociale, cultura legalità e dignità del lavoro.

Dal 2013 Oxfam con la campagna “Al giusto prezzo”, monitora i cinque gruppi che controllano oltre il 50% dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. In testa alla classifica 2020 del report “Diritti a scaffali Gdo e giustizia nella filiera agroalimentare” si conferma proprio Coop Italia che ha migliorato il suo posizionamento ottenendo un 40% come punteggio complessivo, staccando nettamente gli altri gruppi che si sono classificati al di sotto del 30%.

«Proprio nei giorni della crisi del Covid-19 è emersa con maggior forza la necessità di presidiare eticamente la filiera produttiva perché», spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, «nessuno è al sicuro se non lo siamo tutti e per tanti lavoratori agricoli, costretti a vivere in luoghi fatiscenti e ad accettare condizioni di lavoro ai limiti dello sfruttamento, il rischio di veder peggiorate le proprie condizioni è molto alto».

«Quando una grande catena si mette in gioco davvero, completa un tassello importante perché non basta contrastare repressivamente il capolarato», aggiunge Oliviero Forti, responsabile migranti di Caritas italiana. Bisogna fare un passo avanti e «creare le condizioni affinché questo mercato non sia preda di imprenditori senza scrupoli».

Abbiamo intensificato i controlli e le ispezioni in campo nelle filiere più critiche. Siamo stati spesso pionieri e anche i capitolati che chiediamo di sottoscrivere ai nostri fornitori, un tempo considerati impossibili, troppo esigenti, sono stati in realtà sprone per un miglioramento di tutta la filiera. E non solo della nostra. Questo è un altro valore della cooperazione. Non lavorare solo per se stessa ma pensare e agire in maniera inclusiva

L’inchiesta raccoglie inoltre le voci del sociologo Marco Omizzolo che da anni si occupa di agromafie e dell’ispettore di Bureau Veritas, organismo di certificazione internazionale Michele Carletti e un contributo firmato dell’amministratore delegato di Coop Italia Maura Latini


Nella foto di apertura: Joseph Midolo, 18 anni, raccoglie pomodorini ciliegino in una serra dell’azienda del padre a Pachino. Ph: Andrea Micheli – Photoaid


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