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Politica & Istituzioni

Centri estivi al palo, arrivano i chiarimenti per i Comuni

«A fronte dei numerosi quesiti posti dai Comuni circa le modalità di spesa delle risorse ad essi destinate», il Dipartimento per le politiche della famiglia pubblica una casistica di iniziative che possono essere finanziate coerentemente con la norma

di Sara De Carli

E finalmente sono arrivate le linee guida per i Comuni, per spendere i 150 milioni di euro per i Centri estivi per bambini e ragazzi dai 3 ai 14anni, da giugno a settembre 2020. Le ha pubblicate il Dipartimento per le Politiche della famiglia «a fronte dei numerosi quesiti posti dai Comuni circa le modalità di spesa delle risorse ad essi destinate», dando una «sintetica casistica, utile all'impiego delle predette risorse ritenuto compatibile con le finalità previste dall'articolo 105, comma 1, lettera a), del decreto-legge n.34 del 2020». Così chiare, quindi, le cose non erano. Come abbiamo raccontato qui.

Punto primo, l’intento del legislatore, è quello di «consentire il supporto e l’ampliamento dell’offerta dei servizi, mediante l’avvio o la prosecuzione di iniziative realizzate dal Comune beneficiario del finanziamento direttamente o in collaborazione con enti pubblici e privati. Pertanto, le famiglie devono essere intese come beneficiari “indiretti” dell’intervento legislativo».

Punto due, i Comuni beneficiari del finanziamento statale possano, a titolo meramente esemplificativo:

  • acquistare beni e servizi, direttamente o tramite una procedura di appalto prevista dalla normativa vigente in materia di appalti pubblici, con funzione strumentale rispetto agli interventi da realizzare per il potenziamento dei centri estivi (es. strutture mobili per ospitare le attività all’aria aperta per i bambini, servizi di sanificazione degli spazi, utilizzazione di personale aggiuntivo, acquisizione di strumenti, mezzi, servizi per la ristorazione);
  • prevedere atti con altri enti pubblici e privati (ad esempio altri Comuni, ed enti più dettagliatamente indicati dal decreto di riparto, quali servizi educativi per l’infanzia e scuole dell’infanzia paritari, scuole paritarie di ogni ordine e grado, enti del terzo settore, imprese sociali ed enti ecclesiastici e di culto dotati di personalità giuridica), finalizzati a disciplinare la collaborazione, anche sotto il profilo economico o l'affidamento in gestione, per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge;
  • realizzare interventi di costruzione, ristrutturazione o riorganizzazione di strutture e spazi dedicati a ospitare i bambini per le attività estive.

Photo by Olivia Bauso on Unsplash


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