Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

Cooperazione, le imprese lombarde durante la crisi Covid

Con 10.647 cooperative iscritte al registro delle imprese, il 13,5% a livello nazionale rimane la seconda regione italiana per presenza cooperativa. I dati presentati durante l’assemblea di Confcooperative Lombardia che ha confermato Massimo Minelli presidente fino al 2024. L’assemblea occasione anche per fare il punto sulle conseguenze della pandemia

di Redazione

È stato confermato alla presidenza di Confcooperative Lombardia che riunisce 2.436 imprese cooperative (con più di 540 mila soci e 99 mila occupati) per un fatturato 8,6 miliardi di euro, Massimo Minelli. Già presidente della Cooperativa sociale Intrecci e del Consorzio Farsi Prossimo (realtà in cui convergono le cooperative sociali legate alla Caritas ambrosiana) Minelli proseguirà il suo mandato fino al 2024. L’elezione è avvenuta questa mattina a Milano, durante l’Assemblea regionale di Confcooperative Lombardia che si è svolta, causa Covid, in via telematica. Presenti l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli, il vicepresidente di Confcooperative Lombardia Marco Menni, il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, i presidenti di Legacoop e Agci Lombardia Attilio Dadda e Cinzia Sirtoli.

«Voglio innanzitutto esprimere tutta la mia gratitudine alle cooperatrici e ai cooperatori per il sacrificio di questi mesi. La Lombardia», ha detto Minelli (nella foto) «ha di fronte a sé un carico e una complessità di sfide senza precedenti, riteniamo serva ora più che mai un’azione forte della politica regionale ed anche nazionale e la coesione massima dei sistemi territoriali e associativi».

Cooperazione, in 10 anni cresce in Lombardia occupazione e fatturato
La Lombardia rimane la seconda regione italiana per presenza cooperativa con 10.647 cooperative iscritte al registro delle imprese, il 13,5% a livello nazionale. «Negli ultimi 10 anni il fatturato delle cooperative aderenti aumenta del 56,9% rispetto al 31,7% delle Spa ed al 20,9% delle altre cooperative. Sono incontrovertibili i dati che rappresentano un posizionamento delle performance economico finanziarie delle cooperative aderenti a Confcooperative, che è strutturalmente migliore rispetto al resto delle cooperative, con particolare riferimento a quelle esterne ai principali circuiti associativi» ha spiegato il presidente durante la sua relazione.

Un posizionamento confermato anche dai dati inerenti al valore aggiunto prodotto che per l’occupazione (in termini di costo del personale). Negli ultimi 10 anni i costi del personale delle cooperative aderenti è aumentato del 71,5% contro il 64,7% delle cooperative non aderenti e del 37,5% delle Spa. È nota una delle principali caratteristiche della nostra cooperazione lombarda, ovvero quella di essere labour intensive. Fondamentale pertanto il ruolo sull’occupazione: nell’1,3% delle imprese lombarde rappresentato dalla cooperazione, si concentra il 5,4% degli occupati. È socio delle cooperative lombarde oltre il 20% dei cittadini maggiorenni.
La demografia delle imprese lombarde nel periodo 24 febbraio-6 luglio 2020 ha registrato un bilancio negativo di 8.527 imprese o unità locali in Lombardia (18.997 cancellazioni e 10.470 iscrizioni). I dipendenti afferenti alle imprese cancellate sono 34.681. Nella maggior parte dei casi sono imprese di piccola dimensione, e solo nel 19,7% dei casi con età inferiore ai 3 anni.

L’effetto della pandemia sulle cooperative lombarde
Dalle analisi congiunturali condotte nel 2019 (fino a quella di gennaio 2020) si evidenzia un significativo ulteriore rafforzamento dell’economia cooperativa che fa riferimento a Confcooperative Lombardia. L’ulteriore risalita della dinamica congiunturale della domanda, del fatturato e dell’occupazione prevista dai cooperatori intervistati a gennaio 2020 è stata disattesa dal dirompente effetto della pandemia. Dall’ultima indagine condotta nel mese di giugno 2020 emerge che nei primi sei mesi del 2020 la maggioranza assoluta dei cooperatori lombardi, il 61%, ha segnalato una brusca diminuzione della domanda rispetto all’ultimo quadrimestre del 2019. Il 30% ha indicato come sostanzialmente invariato il livello della domanda. Solo il 9% ha registrato, invece, un aumento della stessa (in particolare, in alcuni ambiti della cooperazione di consumo, di quella agroalimentare, di quella sanitaria e nei servizi legati alla pulizia e sanificazione).
Coerentemente con l’andamento della domanda anche la dinamica congiunturale del fatturato ha registrato una ancora più evidente battuta d’arresto. Nel complesso, solo il 7% delle cooperative ha segnalato un incremento dei ricavi, a fronte dell’81% che ha dichiarato, invece, una riduzione del fatturato. Il 12% delle imprese ha registrato, infine, una sostanziale stazionarietà del volume di fatturato rispetto agli ultimi quattro mesi del 2019.

Nelle cooperative occupazione stabile anche durante l’emergenza Covid
Sul fronte occupazionale, comunque, l’80% dei cooperatori di Confcooperative Lombardia ha dichiarato di aver mantenuto stabile il livello della forza lavoro occupata (il 3% ne ha segnalato anche un aumento). Per il futuro l’11% prevede un ridimensionamento delle attività e paventa rischi di continuità aziendale. La maggioranza assoluta degli intervistati, il 71% ha segnalato come prospettiva quella di consolidare ulteriormente le attività in essere. Il 16% ha espresso indicazioni volte all’espansione delle attività. Il 2%, infine, ha segnalato come prospettiva la strada delle aggregazioni, in particolare attraverso processi di fusione, o attraverso la realizzazione di alleanze strategiche, o tramite l’adesione a forme organizzative allargate.

L'allarme di Confcooperative è sul settore agroalimentare, soprattutto nel comparto lattiero caseario. «Tutte le forniture che vanno verso la distribuzione organizzata continuano a trovare uno sbocco interessante sul mercato, mentre i prodotti lattiero caseari venduti nel mondo della ristorazione, soprattutto in quella di alta fascia, stanno rallentando. Anche l'estero sta subendo un rallentamento delle vendite, conseguenza del fatto che si è fermato l'Horeca in paesi molto importanti, come gli Usa, la Francia, la Germania e l'Inghilterra. E, conseguentemente, i flussi sono rallentati, perché l'horeca sull'estero pesa di più ed è più difficile compensare le vendite» ha spiegato Minelli.

Sul fronte del sociale a suscitare particolare apprensione è il sistema dei nidi chiusi a causa del Covid e oggi in grave difficoltà a causa dell’assenza di sostegni. «Il principale problema – spiega Minelli – è causato dai costi fissi che le strutture sono costrette ad affrontare senza introiti. Di questo passo a settembre, se tutto ripartirà, dovremo fare i conti col fatto che questi servizi non esisteranno più, con riflessi sull’occupazione e con buona pace delle politiche di conciliazione. Da parte nostra abbiamo chiesto a Regione Lombardia di mettere a disposizione a favore degli enti gestori dei servizi per l'infanzia 0-6 le risorse proprie di Regione Lombardia previsti per la misura ‘Nidi Gratis’».

Anche sul versante Rsa cominciano a vedersi i riflessi della gestione critica di Regione Lombardia nel garantire alle strutture sociosanitarie nuovi ingressi dopo la strage causata dal Covid. «Mancano le delibere su protocolli e misure di sicurezza, e la conseguenza – afferma Minelli – è che le Rsa si stanno sobbarcando i costi di struttura e personale per un numero di pazienti che non riescono a far rientrare i costi, con debiti in continuo aumento. A breve le ripercussioni sul welfare dei nostri anziani saranno devastanti, per non parlare delle ricadute sui posti di lavoro».

Per superare la crisi molte cooperative puntano sull’innovazione. Tra le best practice segnalate:
La Cooperativa Elvas di Bergamo ha prodotto e messo sul mercato un dispositivo anti Covid che si aziona ogni volta che viene meno il distanziamento fisico. Il dispositivo si fissa alla cintura e attraverso suoni, vibrazione e lampeggio allerta l’utente della giusta distanza da mantenere per rimanere sicuri. L’utilizzo è stato pensato non solo per le aziende ma anche per i musei. Non necessita di connessioni a internet e si alimenta con una batteria ricaricabile. Un’idea frutto della collaborazione durante il lockdown tra la cooperativa Elvas e Confcooperative Lavoro e Servizi Lombardia.

La Cooperativa Solidarietà e Servizi di Busto Arsizio (Varese) ha messo a punto un sistema hi tech per accompagnare le persone con disabilità a vivere da soli. Un progetto pilota sperimentato negli appartamenti “Gandolfi” a Legnano che vede la tecnologia a supporto di ospiti e operatori. Si parte dall’ingresso con il lettore di impronte per controllare l’accesso alla struttura e risolvere il problema delle chiavi dimenticate, fino ai rilevatori di presenza e di rumore per monitorare i vari ambienti, a quelli utilizzati per dispense e frigo che con una segnalazione in tempo reale che aiuta gli operatori a rilevare comportamenti scorretti degli ospiti legati a problemi alimentari. L’obiettivo a lungo termine è quello di raccogliere dati per formulare una terapia su misura.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA