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Cooperazione & Relazioni internazionali

Tre migranti uccisi durante le operazioni di sbarco in Libia

I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla guardia costiera libica. A darne notizia l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) presente sul posto

di Redazione

Tre migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri due feriti, in una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica.

Il personale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) presente sul posto ha riferito che le autorità locali hanno iniziato a sparare nel momento in cui alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di darsi alla fuga.

I migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all'incidente è stata trasferita in centri di detenzione.

«Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili», ha affermato Federico Soda, capo missione OIM in Libia. «L'utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione».

L'OIM ribadisce che la Libia non è un porto sicuro e lancia nuovamente un appello all'Unione Europea e alla comunità internazionale affinché si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili. È necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri. È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea.


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