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Adozione internazionale: 10 punti per una riforma

«Il nostro Paese è ancora oggi secondo solo agli Stati Uniti, nel mondo, per numero di Adozioni Internazionali. È ora di ripartire. Se sostenute le famiglie italiane hanno dimostrato di "sapercela fare", non per niente l’Italia è stata sempre la prima nelle classifiche dell' Adozione Internazionale in proporzione alla sua popolazione e seconda assoluta dopo gli Stati Uniti. Occorre però una urgente riforma», dice Marco Griffini

di Redazione

Con il recovery fund, l’Europa ci chiede di fare delle riforme. Per non sprecare i fondi in arrivo e per investirli bene. Una riforma necessaria e urgente, che può controbuire a trasformare l’Italia da un Paese con natalità vicina allo zero ad una nazione che investe nel futuro, nelle nuove generazioni e nei figli è quella delle adozioni internazionali, da sempre il fiore all’occhiello dell’accoglienza familiare. In dieci anni però si è passati dalle oltre 4mila adozioni del 2010 alle meno di mille del 2019 e si rischia, per il 2020, di scendere sotto quota 500. L’Adozione Internazionale può essere un’ottima opportunità per costruire il futuro dell’Italia.

Per Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., «il nostro Paese è ancora oggi secondo solo agli Stati Uniti, nel mondo, per numero di Adozioni Internazionali. È ora di ripartire. Se sostenute le famiglie italiane hanno dimostrato di "sapercela fare", non per niente l’Italia è stata sempre la prima nelle classifiche dell' Adozione Internazionale in proporzione alla sua popolazione e seconda assoluta dopo gli Stati Uniti. Occorre però una urgente riforma».

Una riforma che per essere efficace dovrà tenere conto di 10 principi fondamentali:

  1. Sburocratizzazione del sistema: si otterrebbe con la banale applicazione della legge 476/98, totalmente disattesa in questi ultimi anni, da servizi pubblici e Tribunali dei minorenni per quanto riguarda l’obiettivo della stessa che era fissare dei tempi certi e sicuri affinché la burocrazia non potesse rallentare il percorso.
  2. La realizzazione di un sistema di canali paralleli tra i servizi degli enti pubblici e quelli degli enti autorizzati, per la gestione dell’attività di formazione delle coppie.
  3. L’eliminazione del passaggio burocratico dell’idoneità giudiziaria, rilasciata dal Tribunale per i minorenni, a beneficio di una commissione regionale che valuti il percorso di formazione compiuto dalla coppia candidata, in ciò adeguandoci a quanto avviene, oramai da anni, in tutti gli altri paesi europei.
  4. L’erogazione di un bonus di 10mila euro per tutte le coppie che abbiano compiuto un adozione nell’anno in corso.
  5. La completa gratuità delle stesse a partire dal 2021, inserendo l’Adozione Internazionale nell’ambito della politica estera dell’Italia. In tale ottica i fondi necessari per la gratuità saranno a carico del ministero degli Affari esteri, essendo l’Adozione Internazionale un vero e proprio progetto di cooperazione internazionale,
  6. Il passaggio della Commissione Adozioni Internazionali dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero degli Affari Esteri.
  7. La Commissione Adozioni Internazionali dovrà essere presieduta da un ambasciatore.
  8. Per ogni ambasciata italiana dovrà essere prevista la figura di un funzionario addetto in modo esclusivo alle pratiche di adozione internazionale.
  9. Vanno elevati i requisiti per gli enti autorizzati, affinché sia eliminata la realtà di enti “personali" e favorita al massimo la creazione di consorzi fra enti, al fine di creare economie di sistema. Inoltre ogni ente autorizzato dovrà poter operare in tutto il mondo purché venga accreditato dalle autorità locali dei Paesi esteri. Non dovrà più essere necessaria un’autorizzazione specifica per ogni singolo Paese.
  10. Istituzione di un gruppo di lavoro parlamentare al fine di stabilire linee operative per arrivare all’attivazione dell’adozione europea mediante la quale le coppie di un singolo Paese membro potranno adottare in qualsiasi Paese europeo senza dover ricorrere alle procedure dell’Adozione Internazionale. Dovrà essere istituita a tale fine una banca dati europea dei minori dichiarati adottabili in tutti i 27 stati membri.