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Cooperazione & Relazioni internazionali

Nasce ResQ: salverà vite umane nel Mediterraneo

Presentata oggi a Milano l'associazione ResQ - People Saving People che si aggiungerà alla flotta delle navi della società civile nel Mediterraneo centrale, con una nave tutta italiana. Perché soccorrere è umano e per ribadire "l'obbligo morale rispettare la vita" come recita il manifesto

di Alessandro Puglia

«Salvare vite umane è un punto fermo, qualcosa che non può essere rimandato alla mediazione o all’eventualità». Così oggi il noto magistrato Gherardo Colombo nel ruolo di presidente onorario ha battezzato l’associazione ResQ – People Saving People, che si andrà ad aggiungere alla flotta della società civile nel Mediterraneo centrale. «Mi sono chiesto: se stessi annegando vorrei che qualcuno venisse a salvarmi? Ho risposto sì», ha aggiunto Colombo nella conferenza stampa di presentazione dove è intervenuto Filippo Grandi, Alto Commissario dell’Unhcr che ha applaudito all’iniziativa ricordando che l’Italia non ha scuse nel chiudere i propri porti perché soccorrere è una responsabilità collettiva che riguarda l’Italia e l’Europa.

Il progetto ha un costo complessivo che si aggira intorno ai 2,1 milioni di euro e permetterà nell’arco di 18 mesi e quindi prima della fine del 2021 l’acquisto, l’allestimento della nave e il suo funzionamento per poi raggiungere le zone di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Nei costi sono compresi quelli relativi al personale marittimo qualificato, personale medico, soccorritori, mediatori culturali e altre figure funzionali all’operazione.

Una cifra che sarà raccolta attraverso donazioni sul sito www.resq.it e campagne di crowdfunding.«Ad oggi ResQ conta 130 associati. Contiamo di diventare 1.000 prima della fine dell’estate. L’imbarco dei mille sarà lo slogan di questa campagna associativa dedicata a tutti gli italiani che non vogliono più rimanere a guardare di fronte a queste inutili stragi», spiega Luciano Scalettari, giornalista esperto di Africa e Presidente di ResQ che è consapevole anche dei pericoli in cui va incontro chi decide di salvare vite umane. Scalettari ha infatti ricordato la recente uccisione avvenuta ieri in Libia durante le operazioni di sbarco di tre migranti da parte delle autorità libiche «Ci rifiuteremo di consegnare i naufraghi e personalmente sapere del sostegno del Governo italiano alla cosiddetta guardia costiera libica mi turba moltissimo».

Il presidente di ResQ è poi intervenuto sulla questione della criminalizzazione delle Ong oggi assenti nel Mediterraneo perché dopo ogni salvataggio vengono fermate per presunte irregolarità amministrative. «Sono già cambiati due governi, chiediamo che la politica italiana guardi la realtà del mondo delle Ong che operano in mare, non c’è stato un singolo procedimento penale che sia riuscito a dimostrare una benché minima correlazione tra Ong e trafficanti di esseri umani» conclude Scalettari che con la sua flotta spera di navigare al più presto in un mare di salvezza.

Credit foto: Alessandro Puglia


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