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Riabilitare con i robot: un nuovo master per una nuova professione

Insieme al medico fisiatra e alle varie figure di terapisti, ha fatto il suo ingresso in palestra anche l’ingegnere o il bioingegnere. Sta prendendo piede la figura del terapista della riabilitazione robotica e tecnologica. Parte a ottobre il nuovo master universitario “RehabTech: tecnologie per l’innovazione in medicina riabilitativa e per l'assistenza” promosso dal Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano.

di Redazione

Insieme al medico fisiatra e alle varie figure di terapisti, ha fatto il suo ingresso in palestra anche l’ingegnere o il bioingegnere. Sta prendendo piede la figura del terapista della riabilitazione robotica e tecnologica, in grado di valorizzare le potenzialità della tecnologia, sfruttando il proprio background riabilitativo, adattandolo ai singoli casi e alle singole situazioni e valorizzando al meglio e per il bene del paziente, l’aiuto che questi sistemi possono offrire.

Per rispondere a questa sfida nasce il master universitario “RehabTech: tecnologie per l’innovazione in medicina riabilitativa e per l'assistenza – Dall’innovazione tecnologica, alla traslazione clinica, alla ricerca e al management sanitario” promosso dal Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la Fondazione Don Gnocchi , l’Ospedale Valduce – Centro di riabilitazione Villa Beretta e l’IRCCS Eugenio Medea – Associazione La Nostra Famiglia.

Il corso, patrocinato dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria e sponsorizzato da Univerlecco, si rivolge a laureati e laureandi triennali, magistrali o a ciclo unico in ingegneria (biomedica e no), medicina (specializzandi e specializzati in fisiatria, neurologia, geriatria, ecc.), psicologia e neuropsicologia, professioni sanitarie della riabilitazione (fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, infermieri, ecc.), ma anche manager sanitari e industriali, investitori ed ha l’obiettivo di generare una nuova figura professionale, riunendo in aula professionisti con background differenti a cui fornire una visione completa delle problematiche connesse all’integrazione delle tecnologie nell'attività clinica riabilitativa e al management della continuità di cura e dell'inclusione sociale, massimizzando l'impatto di tali tecnologie nella vita dei pazienti, dei loro famigliari e degli operatori clinici (il Master è organizzato su 12 moduli mensili, 9 online e 3 in presenza; prevede un massimo di 35 partecipanti e inizierà il 10 ottobre. Le domande di ammissione andranno presentate entro il 24 settembre. Info sul sito https://www.rehabtech.polimi.it/).

«Il master – sottolinea la professoressa Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi – si pone l’obiettivo di formare al meglio una nuova figura professionale, che qualunque sia la provenienza (fisioterapia, bioingegneria, clinica, fisiatria) sia in grado di gestire l’innovazione tecnologica che il settore della riabilitazione sta affrontando oggi. Il tutto si inserisce all’interno del quadro che il ministero della Salute ha delineato con il “Programma nazionale della ricerca sanitaria 2017-2019”: l’obiettivo finale della ricerca sanitaria è quello di migliorare significativamente la salute dei cittadini, le loro aspettative e qualità di vita attraverso il progresso scientifico e tecnologico, utili al miglioramento dell’assistenza, delle cure e dei servizi. C’è una grande necessità di cogliere la sfida della ricerca traslazionale e del suo significato in riabilitazione. Vogliamo contribuire a dare delle risposte a domande importanti: quale sarà la riabilitazione in futuro, come potremo integrare le tecnologie per sviluppare miglioramenti dell’assistenza e delle cure? Il nostro obiettivo è portare a casa del paziente, al suo letto o in palestra la tecnologia e offrirla ai massimi livelli per migliorare e innovare l’intervento terapeutico».