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La scorretta reazione al virus di Epstein Barr fra le cause della Sclerosi Multipla

Le scorrette risposte del sistema immunitario al virus di Epstein Barr sono una delle concause della Sclerosi Multipla. Lo ha scoperto uno studio finanziato da Fism. La ricerca suggerisce anche che l’uso del glatiramer acetato è sicuro anche per i pazienti con SM e con infezioni virali, quindi anche nel caso del Covid19

di Redazione

Una nuova ricerca svolta presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e finanziata dalla FISM ha individuato nelle risposte immunitarie scorrette al virus di Epstein Barr una delle concause della Sclerosi Multipla. La SM infatti, che colpisce prevalentemente giovani adulti, è una malattia legata ad un improprio attacco del sistema immunitario contro la guaina che riveste le cellule nervose: le conseguenze sono infiammazione e sofferenza del tessuto cerebrale, che determinano la comparsa di diversi sintomi di disfunzione neurologica che arrivano, nei casi più gravi, alla perdita delle funzioni motorie e cognitive.

Il virus Epstein Barr, quando infetta l’uomo, nella maggior parte dei casi è innocuo e asintomatico, mentre in alcune persone è all’origine di malattie come la mononucleosi infettiva o può predisporre allo sviluppo di alcuni tumori. Lo studio della Fondazione Santa Lucia IRCCS, con il supporto del neurologo Dott. Claudio Gasperini dell’Ospedale San Camillo, e del neurologo Prof. Marco Salvetti, dell’Ospedale Sant’Andrea, ha scoperto che nelle persone con SM, i globuli bianchi deputati al controllo dell’infezione del virus di Epstein Barr – i linfociti T citotossici – non sono in grado di sorvegliare efficacemente le cellule infettate, che quindi si accumulano nel cervello, dove determinano l’infiammazione. Infatti, grazie ad avanzate tecniche di citofluorimetria multiparametrica si è visto che nei pazienti con sclerosi multipla i linfociti T citotossici specifici per il virus di Epstein Barr (ma non quelli specifici per un altro virus endemico e non coinvolto nella patogenesi della malattia, il citomegalovirus) mostrano chiari segni di “invecchiamento” e di “esaurimento”.

Fin qui il meccansimo. Lo studio però ha coinvolto anche alcuni pazienti in terapia con glatiramer acetato, un farmaco di prima linea in uso per la sclerosi multipla che ha un effetto immunomodulante. In questi pazienti la percentuale di linfociti citotossici specifici per il virus con caratteristiche di esaurimento funzionale e di senescenza, è paragonabile a quella presente nei soggetti sani: questo suggerisce che il farmaco agisca anche ristabilendo un’efficace ed adeguata risposta antivirale.

«Molti trattamenti per la sclerosi multipla, come per altre malattie autoimmuni, hanno un effetto immunosoppressorio, cioè riducono la vivacità delle risposte immunitarie. Un possibile effetto collaterale è quindi una maggiore suscettibilità alle infezioni», ha commentato la dottoressa Daniela Angelini, in foto, biologa del Laboratorio di Neuroimmunologia della Fondazione Santa Lucia IRCCS e responsabile dello studio. «Rispetto al Covid-19 molti pazienti e i loro medici sono preoccupati che un eventuale contagio possa essere aggravato dall’assunzione di farmaci immunosoppressori. Questo studio, oltre a fornire un quadro dettagliato della risposta antivirale nel corso della sclerosi multipla, suggerisce che l’uso del glatiramer acetato è sicuro anche per i pazienti con infezioni virali».