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Il CSI riparte da Verbania

Nonostante le difficoltà logistiche e le nuove regole sul distanziamento sociale il Centro Sportivo Italiano è riuscito a ricominciare le proprie attività con la 47esima edizione della Sgamelàa d'Vigezz, la tradizionale marcia non competitiva della Valle Vigezzo. «Abbiamo dovuto ripensare l'evento in chiave anti Covid, ma era importante dare un segnale di ripresa»” spiega il presidente, Marco Longo Dorni

di Lorenzo Maria Alvaro

Non è stata solo un ritorno all'attività e un segno di superamento dell'emergenza. La Sgamelàa d'Vigezz, la tradizionale marcia non competitiva della Valle Vigezzo organizzata dal Centro Sportivo Italiano ha avuto anche un valore simbolico fondamentale: dimostrare che anche in epoca covid si possono fare cose che sembravano impossibili.

«La corsa, arrivata alla sua 47esima edizione, è un appuntamento imprescindibile del nostro anno», racconta il presidente, Marco Longo Dorni, «quando c'è stato il lockdown abbiamo sospeso tutte le attività mantenendo però questo appuntamento nella speranza, essendo ad agosto inoltrato, di poterlo comunque organizzare».

Naturalmente sono stati tanti i correttivi che il CSI ha dovuto apportare per rendere la gara sicura e a norma con le regole sanitarie di questa epoca di Covid.

La principale differenza riguarda il percorso. «Abbiamo dovuto dividerlo in due diversi tragitti, uno più breve e uno più lungo. Tradizionalmente la gara partiva e si concludeva a Santa Maria Maggiore, dopo 25 chilometri che toccavano tutti i sette comuni del comprensorio. I protocolli infatti rendevano questa organizzazione impossibile».

Un'altra grande criticità riguardava gli approvigionamenti. «Con le nuove regole non è possibile fare i punti ristoro, né quelli lungo il percorso né quello finale. Così abbiamo fornito a tutti dei bicchierini telescopici utilizzabili alle fontane del terrtiorio e poi sostituito il buffet finale con dei sacchetti take away», chiarisce il presidente.

C'era poi il problema degli spostamenti. «Tutto quello che abbiamo risparmiato per le attività che non potevano essere messe in atto lo abbiamo investito nelle navette per portare, nel rispetto del distanziamento, gli atleti nei punti delle partenze», chiarisce Longo Dorni.

La grandissima differenza della Sgamelàa d'Vigezz dell'epoca del Coronavirus però, rispetto alle edizioni precedenti, è strettamente sportiva. «Sempre per garantire la sicurezza sanitaria quella che una volta era una gara con partenza in linea, adesso è diventata una cronometro con partenze di tre atleti ogni 15 secondi», aggiunge il presidente.

Il più grande merito della Sgamelàa d'Vigezz 2020? «Dare un segnale di speranza, dimostrando che con un po' di organizzazione e voglia, si possono continuare a fare tutte le cose che si facevano prima della crisi», conclude Longo Dorni.


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