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“De Centro”, il festival delle aree interne

L’appuntamento internazionale, in programma online sulla pagina Facebook di Ashoka Italia il 3 e 4 settembre, ha l’obiettivo di mettere a disposizione idee e strumenti utili alla riattivazione delle comunità locali italiane ed internazionali grazie a esperienze concrete presentate da ospiti da tutta Europa

di Redazione

Due giorni per mettere a disposizioni di quanti operano per la riattivazione delle comunità locali – italiane e internazionali – esperienze concrete di cambiamento, idee e strumenti utili per creare un movimento unico dell’innovazione sociale in aree, come le comunità decentrate, dall’elevato potenziale umano, economico, ambientale e culturale. Questo vuol essere “De Centro – International Festival of decentralized communities”, il Festival internazionale delle comunità decentrate d’Italia e d’Europa organizzato da Ashoka nei giorni 3 e 4 settembre.

L’intero evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Ashoka Italia. Numerosi gli ospiti internazionali previsti nel corso delle due giornate (dalle ore 9 alle 17) che prevedono giovedì 3 settembre un focus internazionale (in inglese), mentre nel giorno successivo ci si concentrerà sulla realtà italiana.

Sei le sessioni tematiche internazionali, cinque quelle italiane in una giornata che si chiuderà con una tavola rotonda (in allegato a fondo pagina il programma in dettaglio con tutti i partecipanti).
L’apertura della due giorni è affidata a Federico Mento di Ashoka Italia che sarà seguito dall’intervento di Marie Ringler di Ashoka Europe che spiegherà perché le aree interne, rurali, periferiche, marginali d’Europa rappresentino una reale opportunità di crescita , benessere d innovazione per l’intero continente e come si possa applicare in queste aree il motto di Ashota: everyone a changemaker.
Nelle sessioni successive si affronterà il ruolo dell’innovazione sociale nell’abilitare i processi di cambiamento nelle aree interne; come creare impatti positivi nelle comunità decentralizzate attraverso diverse strategie di investimento; quale impatto abbia su questi territori il turismo e come coinvolgere gli stakeholder locali in un’azione eco sistemica che soddisfi gli interessi di ciascuno e che allo stesso tempo generi bene comune. Nell’ultima sessione sarà presentata l’esperienza di tre Ashoka Fellow internazionali – Durukan Dud (Anatolian Grasslands), Pawel Grabowski (The Prophet Elijah Hospice) e Pam Warhurst (Incredible Edible) – che hanno dato risposte innovative a problemi strutturali delle proprie regioni di appartenenza.

Venerdì 4 settembre spazio alle esperienze italiane partendo dalle innovatori delle aree interne. Nella prima sessione si parlerà delle nuove forme di riarticolazione del tessuto sociale e produttivo emerse dalle crisi del 2008 come economia collaborativa e digitale, economia green, impresa sociale, cooperativa di comunità e nuove manifatture.

Le quattro sessioni successive declineranno il come fare filantropia, sviluppo, comunità e cultura nelle aree interne. La giornata si chiuderà con la tavola rotonda moderata dal direttore di Vita, Stefano Arduini che affronterà con Tiziana Ciampolini, Forum Disuguaglianze Diversità; Francesco Monaco, Strategia nazionale delle Aree Interne e Carlo Borgomeo, Fondazione Con il Sud quesiti quali: perché le aree interne sono una risorsa per il nostro Paese? Perché tante politiche pubbliche puntano a non disperdere il valore di queste zone d’Italia? E perché nonostante si lavori in tanti su questi temi non si riescono ancora a generare processi collettivi di partecipazione e di costruzione di un nuovo centro nelle aree rurali, interne o periferiche? Quali strumenti abbiamo a disposizione? E cosa manca?
Sempre venerdì saranno presentati i progetti vincitori dello Slow Hack 2020.

In apertura photo by Rene Rauchemberger from Pixabay


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