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L’Italia scelta per sperimentare la Child Guarantee

La Child Guarantee è una misura volta a garantire a tutti i minori a rischio povertà ed esclusione sociale diritti fondamentali come l’accesso a sanità, educazione, cibo e alloggio. Per il 2021 è attesa una Raccomandazione. L'Italia è uno dei Paesi selezionati per avviare un progetto pilota sperimentale: lo ha annunciato oggi il commissario UE Nicolas Schmit

di Redazione

Proposta per la prima volta dal Parlamento Europeo cinque anni fa, chiesta ora a gran voce dalle associazioni che si occupano di infanzia, la Child Guarantee – una misura volta a garantire a tutti i minori a rischio povertà ed esclusione sociale diritti fondamentali come l’accesso a sanità, educazione, cibo e alloggio – verrà sperimentata anche in Italia. La Commissione europea ha proposto di destinare a questo scopo il 5% del fondo sociale 2021-2027, per assicurare una rete di cura ai minori che maggiormente subiscono gli effetti della crisi.

L'Europa ha scelto l’Italia per sviluppare uno dei progetti pilota per il contrasto alle diseguaglianze e alla povertà minorile, in previsione di un’apposita Raccomandazione da emanare nel 2021 sulla cosiddetta Child Guarantee. La decisione è stata comunicata alle ministre Nunzia Catalfo e Elena Bonetti dal Commissario Ue per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit. «Saremo impegnati insieme a Unicef per il contrasto della povertà minorile. È un riconoscimento importante da parte dell'Unione, che dà fiducia al lavoro che l'Italia ha svolto nella tutela dei bambini durante la pandemia da Covid-19. È una scelta che ci incoraggia ancor più a crescere da protagonisti nel percorso europeo di investimento nelle nuove generazioni, con politiche attive e di rilancio. Sono ancora più convinta, come tutta Italia Viva, che per il nostro Paese questo sia il tempo delle occasioni da cogliere e del coraggio di investire per i nostri figli, a partire dall'utilizzo del Mes, che è fondamentale», ha detto la ministra Elena Bonetti. «Si tratta di una sfida importantissima nel contesto europeo, che l’Italia deve e vuole raccogliere anche alla luce delle responsabilità che ha scelto e assunto con il Family Act. Si cresce mettendo al centro, come priorità, le nuove generazioni e investendo con convinzione nella loro cura e educazione. Noi abbiamo tracciato nel nostro Paese una strada nuova di politiche familiari, introducendo un sistema di misure universali che affermano chiaramente che ciascun bambino è un bene per tutti. Ora continuiamo a lavorare assicurando un impegno massimo e utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione, non solo per l’Italia ma anche per l’Europa».

Questa decisione «non solo rappresenta un serio riconoscimento dell’impegno profuso dal nostro Paese durante l’epidemia per la tutela del benessere delle bambine e dei bambini, ma individua proprio nella realtà italiana un primo laboratorio nella strutturazione della Child Guarantee», ha detto la ministra Catalfo. «È un progetto di grande valore, che si inserisce in una serie di attività già avviate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, prime fra tutte quelle connesse al Reddito di Cittadinanza (quasi 800mila i minorenni beneficiari) che ha dedicato all’infanzia specifici finanziamenti e obiettivi. In particolare, un livello essenziale delle prestazioni finanziato dal Fondo povertà riguarda le bambine e i bambini nei primi mille giorni di vita, una delle fasi più delicate, in cui la presenza di specifici fattori di rischio può avere effetti duraturi per il resto dell’esistenza e nella quale il Reddito può fare la differenza. La Child Guarantee accompagna questa e altre politiche messe in campo dal mio Ministero, con l’obiettivo di garantire anche ai bambini che vivono nelle famiglie più vulnerabili diritti elementari quali la salute, la corretta alimentazione, un’abitazione dignitosa e un’istruzione adeguata».

Photo by Anton Luzhkovsky on Unsplash


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