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Herpes e Alzheimer, una correlazione da mettere sotto la lente

Uno studio della Don Gnocchi dimostra una correlazione fra l’Herpes Simplex (HSV-1) e l'Alzheimer. L'infezione potrebbe quindi essere non la causa della malattia, ma un fattore di rischio. E identificarli è comunque strategico per cogliere precocemente i sintomi e approntare in tempo una terapia personalizzata

di Redazione

C’è una correlazione fra l’Herpes Simplex (HSV-1), il virus che provoca infezioni soprattutto nella regione della bocca e del viso, e l’Alzheimer, la più comune patologia degenerativa progressivamente invalidante che in Italia colpisce circa 600mila persone. Non c’è un nesso causale, attenzione, ma il virus è un fattore di rischio per l’insorgenza della malattia e capire quali possano essere i fattori di rischio può essere fondamentale per identificare in maniera precoce i sintomi di Alzheimer e per approntare in tempo una terapia personalizzata.

La rivista scientifica internazionale Journal of Translational Medicine ha pubblicato nelle scorse settimane i risultati di uno studio svolto dal Laboratorio di Medicina Molecolare e Biotecnologie del Centro IRCCS “Don Gnocchi” di Milano (“Relation between FCGRIIB rs1050501 and HSV-1 specific IgG antibodies in Alzheimer’e desease”). I ricercatori della Fondazione – Andrea Saul Costa, Simone Agostini, Franca Rosa Guerini e Roberta Mancuso, coordinati dal professor Mario Clerici e in collaborazione con il professor Janardan P. Pandey dell’Università di Charleston, in South Carolina (USA) – hanno focalizzato l’attenzione sulla possibile correlazione tra le variazioni genetiche del recettore umano FCGRIIB e una proteina coinvolta nella risposta immunitaria specifica ad HSV-1. Lo studio ha riguardato 225 pazienti affetti da Alzheimer, 93 soggetti in MCI (Mild Cognitive Impairment, stadio intermedio tra un soggetto sano e un soggetto malato) e 201 persone sane. I risultati hanno evidenziato che i livelli anticorpali anti HSV-1 sono significativamente più alti nei pazienti con Alzheimer rispetto ai soggetti sani, suggerendo come l’interazione tra assetto genetico del gene FCGRIIB e risposta umorale specifica per HSV-1 possa avere un ruolo nello sviluppo della malattia.

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