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Padova, la PhotoBike nei paesaggi urbani

Si svolge domenica 13 settembre una biciclettata fotografica lungo tre itinerari. I percorsi scelti vogliono raccontare dal basso la possibile rigenerazione del tessuto cittadino in un'ottica di partecipazione e sostenibilità. Le immagini approderanno in una mostra e in proposte per recuperare e ripensare gli spazi. Testimonial dell'iniziativa Oliviero Alotto

di Antonietta Nembri

“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. È questo l’obiettivo numero 11 dell’Agenda 2030 che fa da sfondo all’iniziativa in programma a Padova domenica 13 settembre tra le ore 10 e le 15. Proposta dal Tavolo di lavoro Ambiente e Urbanistica di Padova Capitale europea del Volontariato, infatti, la PhotoBike – cui hanno giù aderito circa 150 persone – si propone di realizzare una “mappatura” fotografica degli spazi e dei luoghi da rigenerare e in via di rigenerazione in alcune zone della città attraverso una biciclettata fotografica con il diretto coinvolgimento degli abitanti, delle associazioni, dei comitati, delle Consulte di quartiere.

Per partecipare alla biciclettata gratuita, occorre iscriversi sul sito di Padova Capitale. I vari gruppi (composti ciascuno da 10/15 persone per garantire il distanziamento) saranno accompagnati dai volontari del Csv.

Per quanto riguarda l’evento, «Gli itinerari che abbiamo individuato sono tre», spiega Matteo Mascia, coordinatore del Tavolo Ambiente e Urbanistica «Uno dei punti di partenza è un cosiddetto vuoto urbano: l’ex Caserma Prandina che si trova nel centro città, dentro le mura. Un luogo che è abbandonato dagli anni ’70 e la nostra idea per questo come per altri luoghi inseriti come tappe del percorso è quello di arrivare, attraverso un percorso partecipato, a definire che cosa si potrebbe fare. Questo è un luogo strategico, ma non è l’unico lungo i tre itinerari».

Quattro i temi – o linee guida – attorno ai quali ruoterà la PhotoBike: acque, verde, edifici e piazze e che in modo trasversale si possono incontrare lungo i tre itinerari che visiteranno le diverse zone. Il primo partendo dal centro farà le seguenti tappe: Caserma G. Prandina, Bastione Alicorno, Parco dei Salici, Parco Guizza, Parco del Basso Isonzo; il secondo itinerario toccherà Hub dell’Innovazione, Parco d’Europa, Parco del Roncajette, Corso Stati Uniti, Circolo Wigwam, Oratorio Gaudio, Villa Breda. Infine, il terzo percorso Fondazione I.R.P.E.A., Torretta Codalunga, Boulevard della stazione, Parco Milcovich, Piazza Azzurri d’Italia, Corridoio verde.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di raccontare il territorio nei suoi aspetti fisici e sociali, con l’intento di offrire un contributo di riflessione e di proposta sul futuro della città e su possibili percorsi di rigenerazione sociale, economica, ambientale e culturale per fare di Padova una città inclusiva e sostenibile.

Le tappe degli itinerari sono pensate come momenti di incontro e approfondimento di esperienze o realtà in essere nel territorio. Ma che fine faranno le immagini riprese dai partecipanti? Le idee che potranno nascere? «Le fotografie saranno selezionate e a inizio dicembre sarà realizzata una mostra sul paesaggio urbano. Accanto ai partecipanti è stato anche coinvolto un gruppo di fotografi che accompagneranno i gruppi», spiega Mascia. «In mostra ci saranno sia le foto fatte dai cittadini sia quelle dei professionisti». E il progetto non si ferma qui, si pensa, infatti – partendo dal materiale raccolto – di selezionare uno o più luoghi particolarmente significativi nei confronti dei quali realizzare con il linguaggio artistico (video arte, video mapping, realtà aumentata) una proiezione di una loro possibile e auspicabile rigenerazione da portare all’attenzione della città. «L’ambizione è quella di individuare un ambito per ciascuna linea guida, quindi quattro luoghi per i quali presentare uno studio di fattibilità di rigenerazione urbana», conclude Mascia. Lo studio verrà fatto nel corso del 2021.

Testimonial dell’iniziativa è Oliviero Alotto la cui mission e di raccontare corse e alimentazione sostenibile a sostegno dell’ambiente e che quest’anno ha scelto di lasciare gli scarpini da runner e girare l’Italia in bicicletta per incontrare i produttori legati al biologico e a un’agricoltura sana e sostenibile. «Sono principalmente un runner, ma in questo 2020 ho scelto la bicicletta. Nel 2019 ho corso in solitaria in Groenlandia a piedi sempre con l’obiettivo di puntare l’attenzione all’economia sostenibile e replicabile. La sostenibilità per me deve essere sia ambientale sia economica», spiega Alotto che con Naturasì e SlowFood punta a far conoscere presidi e realtà aziendali sostenibili che «stanno dimostrando di riuscire a costruire un’economia diversa e non parlo solo di piccoli produttori, ma anche di aziende grandi», continua.

Arrivando a Padova Oliviero Alotto ha in mente il tema delle smart cities, «se ne parla molto, ma a volte basta poco per rendere degli spazi sostenibili e puliti. Mi vengono in mente gli orti urbani ed esperienze come quella dei giardini della grata di Ostuni in Puglia. Un bell’esempio di agricoltura urbana che ho visitato quest’estate: era un campo dismesso ora vi si coltivano antiche varietà di pomodoro, con poca acqua e in modo sostenibile anche economicamente ed è un esempio replicabile».

In apertura immagine dall'Itinerario 3 della PhotoBike di Padova


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