Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

«Una visione unitaria dei valori europei è cruciale per il futuro dell’Europa»

Lo rivela un nuovo studio, realizzato dallo European Policy Centre (EPC) e commissionato dal Comitato economico e sociale europeo (Cese), che analizza fino a che punto le organizzazioni della società civile abbiano una comprensione unitaria dei valori europei, in un momento in cui devono affrontare molti ostacoli, a causa della crisi economica, del populismo, di uno spazio civico ristretto. Lo studio è stato presentato nel corso di un evento online, a cui sono intervenuti: Arno Metzler, presidente del Diversity Europe Group del Cese, Corina Stratulat, senior policy analyst dell'Epc, e Paul Butcher, policy analyst dell’ Epc, due degli autori dello studio

di Cristina Barbetta

La società civile ha un ruolo vitale nel promuovere i valori dell'Ue, descritti nel trattato dell’Unione europea. Un nuovo studio, commissionato dal Diversity Europe Group del Comitato economico e sociale europeo, e realizzato dallo European Policy Centre (EPC) analizza in che misura le organizzazioni della società civile di 6 Stati membri (Francia e Germania, Italia e Grecia, Ungheria, e Polonia) abbiano una visione unitaria di tre dei valori fondamentali dell’Unione che a partire dalla crisi europea del 2008 sono sotto particolare pressione: la democrazia, lo Stato di diritto, e la solidarietà. La ricerca esplora quali ostacoli le organizzazioni della società civile affrontano nel promuovere questi valori e indaga che capacità avranno di continuare a sostenerli fino al 2030 e oltre.

Lo studio, dal titolo "Finding a new consensus on European civil society values and their evaluation" (Trovare un nuovo consenso sui valori della società civile europea e la loro valutazione) è stato presentato nel corso di un evento online. Qui il link allo studio. Arno Metzler, Presidente del Diversity Europe Group (Gruppo Diversità Europa) del Cese, ha introdotto la ricerca e le sue più importanti conclusioni. Corina Stratulat, Senior Policy Analyst dell'Epc, e Paul Butcher, Policy Analyst dell’ EPC, due degli autori dello studio, hanno parlato della metodologia usata e delle più importanti raccomandazioni contenute nello studio, rivolte a governi di Stati membri, a istituzioni Ue e alle stesse organizzazioni della società civile, per aiutarle a facilitare la promozione dei valori europei e a rafforzare la società civile.

Dal momento che la situazione per le Osc sta peggiorando in molte parti d'Europa, a causa della crisi economica, del populismo, e di uno spazio civico ristretto, capire le sfide delle organizzazioni della società civile e fino a che punto hanno una visione unitaria dei valori europei è fondamentale per il futuro dell’Unione.

«Solo con una comprensione comune dei valori dell’Ue e della cittadinanza possiamo trovare soluzioni a sfide comuni in Europa e procedere con l’integrazione europea. Il nazionalismo e il populismo inevitabilmente guadagnano terreno, se si impedisce alle organizzazioni della società civile di giocare il loro ruolo nel difendere e promuovere i valori dell’Ue (…). Rafforzare le strutture della società civile è quindi della massima importanza per il futuro dell’Unione», spiega Arno Metzler.

La ricerca si è concentrata su sei Stati in Europa: l’Italia e la Grecia, pesantemente colpite dalla crisi finanziaria dell’Eurozona del 2009 e dalla crisi dei migranti; la Polonia e l’Ungheria, due Paesi caratterizzati da dibattiti con la Commissione europea sullo Stato di diritto, e la Francia e la Germania, “i due grandi” Stati membri fondatori, che hanno assunto un ruolo fondamentale nella gestione delle crisi che hanno colpito l’Europa negli ultimi 10 anni”, afferma lo studio.

Gli autori della ricerca hanno utilizzato una combinazione di metodi quantitativi e qualitativi di raccolta dati e analisi. In particolare, sono state effettuate tra marzo e giugno di quest'anno 62 interviste con rappresentanti di organizzazioni della società civile dei 6 Paesi presi in esame. Tra i campi presi in esame: i diritti umani, l’ambiente, i media, i giovani, la religione, i consumatori, e nuovi movimenti grassroot ( la lista delle Osc intervistate è a pag. 119 dello studio, allegato in fondo all’articolo (sotto: Appendix 2: List of interviewed CSOs: Appendice 2: lista di Osc intervistate).

Le organizzazioni della società civile in Francia, Germania, Italia, Grecia, Ungheria e Polonia sono concordi tendenzialmente sia nella loro definizione dei valori europei, sia per quanto riguarda il ruolo cruciale che il settore della società civile gioca nel promuoverli.

Queste organizzazioni sono all’avanguardia nella difesa e nella promozione di questi valori, ma stanno affrontando sfide difficili come la riduzione del loro ruolo di advocacy. Differenti interpretazioni e applicazioni di valori europei negli Stati membri non derivano dalle attività delle organizzazioni della società civile ma dal presente contesto, nazionale, europeo e globale, che è volatile e interdipendente.Questi sono alcuni dei risultati più importanti dello studio”, spiega una nota del Cese. A questo proposito l’analisi rivela che il limitato accesso ai finanziamenti da parte delle organizzazioni della società civile, i cambiamenti tecnologici e generazionali e soprattutto ambienti politici avversi rappresentano grosse sfide per il ruolo di advocacy della società civile.

«In particolare coloro che hanno risposto in tutti i Paesi hanno parlato della nascita di forze politiche con attitudini negative nei confronti della società civile e dei valori democratici, forze politiche descritte come “populiste”, “estremiste”, o “sovraniste”», spiega lo studio. «Questi partiti hanno avuto diversi livelli di successo in ogni Paese, ma in ogni caso la loro forza e influenza sono aumentate negli ultimi 10-15 anni».

Solo con una comprensione comune dei valori dell’Ue e della cittadinanza possiamo trovare soluzioni a sfide comuni in Europa e procedere con l’integrazione europea. Il nazionalismo e il populismo inevitabilmente guadagnano terreno, se si impedisce alle organizzazioni della società civile di giocare il loro ruolo nel difendere e promuovere i valori dell’Ue (…). Rafforzare le strutture della società civile è quindi della massima importanza per il futuro dell’Unione

Arno Metzler, presidente del Diversity Europe Group del Cese

In generale, continua l’analisi, a parte la situazione politica in ciascun Paese, la più grande sfida per la società civile dei Paesi presi in esame riguarda i finanziamenti. La sostenibilità di fonti di finanziamento è un problema in Italia e in Grecia, osserva lo studio, mentre l’accesso a fondi pubblici è soggetto a influenza politica in Polonia e Ungheria. I rappresentanti delle Osc che sono stati intervistati per la Francia e la Germania hanno riferito di non avere particolari problemi in tal senso, anche se molte organizzazioni della società civile in Germania dipendono in gran parte da finanziamenti di breve termine.

Differenze e similitudini sono state rilevate tra le differenti regioni individuate (Paesi dell’ovest-Francia e Germania, Paesi del Sud-Grecia e Italia e Paesi dell’est-Polonia e Ungheria) per quanto riguarda la percezione dei valori e la loro visione del futuro.

Il quadro che emerge, specifica lo studio, è che il governo e la stessa società civile stanno diventando più politici, più polarizzati e meno aperti al compromesso. Mentre le organizzazioni della società civile stanno avendo sempre più difficoltà nel rapportarsi con le istituzioni statali contrassegnate da polarizzazione politica, il settore della società civile si sta diversificando e molti nuovi arrivati, come i movimenti grassroot, sono meno aperti a un dialogo costruttivo e a lavorare all’interno dei confini del sistema. In futuro è necessario che ci sia cooperazione e innovazione da parte della società civile e dei governi, a tutti i livelli.

Tra le raccomandazioni, lo studio suggerisce che gli Stati Membri e le istituzioni dell’Ue migliorino l’accesso ai finanziamenti da parte delle Osc. Per quanto riguarda le autorità nazionali anche lo Stato e le autorità locali devono migliorare l’accesso ai finanziamenti. Le istituzioni europee, infine, dovrebbero assicurare particolare supporto alle organizzazioni che operano in Paesi con politiche restrittive.

Gli autori del testo auspicano che le Osc siano coinvolte attivamente nella Conference on the Future of Europe per contribuire alla promozione dei valori europei.

Infine lo studio sottolinea che la pandemia di coronavirus riduce l’abilità delle Osc di portare avanti le loro attività. In questo contesto l’Ue deve dare loro supporto prioritario nel pacchetto di recupero per il coronavirus (Coronavirus recovery package) per assicurare che la società civile possa lavorare in maniera efficace, specialmente in quei Paesi in cui c’è pressione politica.

Foto di apertura: Pixabay


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA