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Nasce la Rete Italiana Pace e Disarmo

La Rete della Pace (fondata nel 2014) e la Rete Italiana Disarmo (fondata nel 2004) si uniscono in un nuovo soggetto: «C'è bisogno di un'altra politica. C'è bisogno di competenze, di studio, di pensiero, di informazioni e di azioni, personali e politiche. Per questo abbiamo unito le nostre forze, e trovato terreni di unità per un futuro di pace e disarmo».

di Redazione

È nata Rete Italiana Pace e Disarmo, una nuova Rete organizzata nella quale confluiscono la Rete della Pace (fondata nel 2014) e la Rete Italiana Disarmo (fondata nel 2004). L’annuncio è arrivato ieri, 21 settembre, Giornata internazionale della Pace. «Si tratta del nostro contributo specifico al messaggio dell'Onu, creiamo insieme la pace a partire dall'unione delle nostre forze, degli obiettivi comuni, per rafforzare e far crescere il lavoro collettivo per la pace ed il disarmo», dicono i fondatori.

L’Onu infatti, fin dall’istituzione della Giornata della Pace nel 1981, ha invitato a puntare sull'educazione e la consapevolezza pubblica, poiché la pace globale ha bisogno sia del cessate il fuoco rivolto a tutti i belligeranti del mondo, chiamati a deporre le armi e terminare la guerra, sia di nonviolenza. Il tema scelto dall'Onu per il 2020 è “Shaping Peace Together, creiamo insieme la pace”.

La fusione arriva dopo un lungo percorso che ha visto le due reti lavorare insieme su temi e campagne a livello internazionale, come “NO F-35”, la difesa civile non armata e nonviolenta, il disarmo nucleare con ICAN per l’adesione al Trattato per la messa al bando della armi nucleari, la campagna Stop Killer Robots. «Non è un processo di "fusione fredda" dall'alto, ma una tappa di un percorso di lavoro già fatto insieme nei territori, dal basso, partecipando a campagne comuni, che ora trova sbocco in una organizzazione unitaria. Finalmente un processo di aggregazione, non di separazione. Sentiamo l’esigenza di confrontarci tra diversi soggetti, culture e sensibilità, sulle scelte economiche del nostro Paese che da decenni hanno ripreso a privilegiare l'industria ed il commercio di armi, piuttosto che investire nell'economia di pace, nella sicurezza del territorio, nei servizi e nella difesa civile e nonviolenta. Vogliamo andare avanti insieme, per dare voce alle esperienze di resistenza civile e nonviolenta e fissare nuovi obiettivi comuni. Ci sono purtroppo tutte le condizioni perché la guerra, sdoganata come strumento di politica internazionale alla fine del secolo scorso, torni ad essere la protagonista dei rapporti internazionali e possa portare ad un nuovo conflitto globale. Sono queste le preoccupazioni che ci spingono a proseguire il percorso di dialogo e di confronto tra le diverse sensibilità dell'arcipelago associativo impegnato quotidianamente ad affermare che un'altra politica è urgente, possibile e necessaria, producendo informazione corretta, elaborando dati e proposte concrete per modificare in meglio le leggi e agendo sia nelle politiche locali, dei singoli territori, sia per modificare le grandi scelte politiche e strategiche, anche internazionali. C'è bisogno di competenze, di studio, di pensiero, di informazioni e di azioni, personali e politiche. Per questo abbiamo unito le nostre forze, e trovato terreni di unità per un futuro di pace e disarmo».


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