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Economia & Impresa sociale 

Welfare aziendale, una leva strategica per affrontare l’emergenza

Presentato il Welfare Index PMI promosso da Generali. L’emergenza Covid ha impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 79% ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 28% ne ha introdotte di nuove o potenziato quelle esistenti. Le 78 imprese Welfare Champion premiate oggi dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Il Consorzio Sisifo primo classificato per il Terzo settore

di Redazione

Il welfare aziendale esce rafforzato dalla crisi Covid-19 e si afferma come una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese.

Questo nuovo contesto ha impresso un salto di qualità al welfare aziendale; le PMI con un welfare più maturo hanno avuto maggiore capacità di reagire all’emergenza e sono state punto di riferimento per la comunità; sanità, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro si confermano le aree di maggiore intervento; il welfare fa crescere l’impresa in termini di produttività e occupazione, come conferma il nuovo modello di analisi, in collaborazione con Cerved, che misura gli impatti sui risultati di bilancio. Sono queste le principali evidenze del Rapporto 2020 – Welfare Index PMI promosso da Generali Italia (nella foto Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia).

Le 78 imprese Welfare Champion sono state premiate oggi a Roma dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, alla presenza del Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali, Stanislao Di Piazza.

Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia, amplia ulteriormente il quadro di analisi con oltre 6.500 interviste, triplicate in 5 anni, e allarga la partnership a tutte le 5 Confederazioni nazionali, con l’ingresso di Confcommercio. Il rapporto Welfare Index PMI si arricchisce, inoltre, delle analisi su Covid e impatti del welfare sui risultati di bilancio.

Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative di welfare delle imprese – di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali (da 6 fino a 1000 dipendenti) – in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.

Sono 78 le imprese Welfare Champion 2020 (più che triplicate rispetto al 2017) che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI. Storie straordinarie di imprese che hanno messo salute e sicurezza al centro degli obiettivi aziendali e hanno accresciuto il loro impegno anche in assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro. Dai tamponi, ai test sierologici, alle iniziative aperte a tutto il territorio e di sostegno al sistema sanitario nazionale, ai quali si sono aggiunti progetti di formazione a distanza, integrazione al 100% del reddito dei dipendenti in cassa integrazione e nuove modalità di lavoro.

Le imprese sono state il punto di riferimento immediato per i dipendenti, le loro famiglie, e le comunità. Si tratta delle realtà caratterizzate dal sistema di welfare più ampio (per numero di aree attivate) e che si contraddistinguono per numerosità e intensità delle iniziative, grado di coinvolgimento dei lavoratori e impegno economico e organizzativo nel welfare aziendale. In particolare quest’anno le Welfare Champion hanno dimostrato grande capacità di reazione e resilienza all’impatto della crisi Covid.

Il Rapporto 2020 ha messo in evidenza come la crisi Covid abbia impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 78,9% delle imprese ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti. Le imprese sono state punto di riferimento per la comunità e quelle con un welfare più maturo hanno avuto una maggiore capacità di reagire all’emergenza. L’80% delle PMI ha dato materiali e fornito informazioni di tipo sanitario ai lavoratori mentre il 12% delle imprese ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte alla comunità esterna e di sostegno al sistema sanitario nazionale.

L’esperienza di crisi ha cambiato la cultura di gestione dell’impresa: il 91,6% delle PMI ha infatti dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori e oltre il 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.

La centralità del ruolo dell’impresa è un vero cambiamento culturale accelerato dalla crisi Covid: il welfare aziendale emerge ancora di più come leva fondamentale di una strategia aziendale orientata allo sviluppo sostenibile, poiché esercita un impatto positivo sull’intero ecosistema in cui opera: i lavoratori, le famiglie, la comunità e il territorio.

Il welfare contribuisce significativamente anche al successo delle imprese.

Welfare Index PMI, ha svolto in collaborazione con Cerved, per la prima volta in Italia su numeri così ampi, un’analisi sui bilanci dell’ultimo biennio di oltre 3.000 imprese tra quelle partecipanti alla Ricerca 2020, che ha statisticamente dimostrato che il welfare aziendale contribuisce significativamente ai risultati delle imprese, alla crescita della produttività e dell’occupazione. Le imprese più attive nel welfare (Welfare Champion –

5W e Welfare Leader – 4W) hanno un tasso di produttività che aumenta del +6% nel biennio, triplo rispetto alla media delle PMI, pari a 2,1%. Anche l’occupazione cresce nelle imprese più attive quasi del doppio: attestandosi all’11,5% rispetto alla media del 7,5%. Le aziende che fanno welfare, crescono di più, e ciò facendo contribuiscono alla crescita positiva dell’ecosistema in cui operano.

Secondo il Rapporto 2020, il welfare ha registrato in questi 5 anni una crescita continua: le imprese attive (ovvero quelle che attuano iniziative in almeno quattro delle dodici aree del welfare aziendale) sono raddoppiate negli ultimi cinque anni passando dal 25,5% del 2016 al 45,9% del 2019, al 52,3% nel 2020, segno che il movimento aziendale continua a crescere e lo fa anche nell’ultimo anno, trainato dalle imprese che ottengono benefici concreti dal welfare aziendale.

Primo classificato per il Terzo settore il Consorzio Sisifo che gestisce servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) e Assistenza Domiciliare ai Malati Terminali (A.D.M.T.) che necessitano di cure palliative in molte province della Sicilia, ed eroga prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative, logopedistiche e socio-assistenziali. Si tratta di servizi legati ai bisogni della persona e il Consorzio si propone di favorire e sviluppare l’integrazione socio-sanitaria. Il sistema di welfare si concretizza in una piattaforma e nel riconoscimento di un borsellino aziendale di servizi di welfare il cui ammontare è raddoppiato negli ultimi 3 anni. La piattaforma permette di ottenere rimborsi sia per fringe benefit, che per spese familiari, spese di trasporto, formazione dei lavoratori e dei loro familiari, ma anche buoni per viaggi e altre attività più ludiche. I servizi più utilizzati sono quelli relativi alle spese di famiglia, e oltre a quelli previsti specificamente dal portale è possibile sostenere delle spese tracciate e ottenerne il rimborso tramite la piattaforma. Inoltre è attiva una sanità integrativa, l'azienda aderisce ad una mutua, che dà diritto al riconoscimento del rimborso dei ticket sanitari – ad esempio per i ticket per prestazioni specialistiche o diagnostiche c'è la possibilità di un rimborso fino a una quota considerevole.


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