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Cooperazione & Relazioni internazionali

A settembre 6 naufragi e circa 200 morti nel Mediterraneo

La puntuale ricostruzione di Alarm Phone che spiega nel dettaglio come centinaia di persone hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale davanti al silenzio dell'Europa nel solo mese di settembre. Chi è sopravvissuto è stato solo grazie agli sforzi delle Ong, pescatori e mercantili in transito

di Alessandro Puglia

Sei naufragi e circa 200 morti a largo della Libia nel mese di settembre. Nella ricostruzione di Alarm Phone, la piattaforma con volontari in tutto il mondo che raccoglie gli Sos di imbarcazioni di migranti in difficoltà, racconta di essere stata allertata da centinaia di persone in pericolo di vita. In 125 sono stati salvati dalla Alan Kurdi della Ong Sea-Eye poi sbarcati ad Olbia, ma la maggior parte delle persone che sono partite sono state riportate indietro dalla cosiddetta guardia costiera libica o sono morte in mare.

Molte delle persone che sono state respinte in Libia hanno raccontato di essere sopravvissute a naufragi, testimonianze che trovano conferma nelle diachiarazioni dei pescatori con cui Alarm Phone è stata in contatto.

Il 14 Settembre 22 persone sono morte a seguito di un naufragio a largo della Libia, il 18 Settembre si contano invece almeno 20 dispersi dopo un altro naufragio a largo di Zawiya. Nello stesso giorno dei pescatori avevano soccorso 51 di 54 migranti in due diverse operazione di soccorso, ma sono arrivati troppo tardi per riuscire a salvarne altri tre. Il 21 Settembre è invece avvenuto invece un naufragio in cui sono morte 110 persone, soltanto 9 soccorse da un pescatore. Il 25 Settembre l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha riportato invece di un altro naufragio con 16 persone che hanno perso la loro vita. E la conta dei morti aumenta.

« I ripetuti naufragi che sono avvenuti nei giorni scorsi sono il risultato di un violento regime di frontiera finanziato dall'Europa», conclude Alarm Phone.

Credit Foto: SeaWatch


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