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Scout e guide chiamati ad annunciare

Il Consiglio generale dell’Agesci che si è riunito a fine settembre è stato un momento di ripartenza con l’approvazione del documento intitolato “Chiamati ad annunciare” che, si sottolinea, “declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi”

di Redazione

“Ci sentiamo chiamati ad annunciare che l'Amore non è una proposta, ma è un mandato; non è una strada possibile, ma è l’unica Via.” Così si conclude Chiamati ad annunciare, un documento che vuole essere profetico per lo scautismo e il guidismo dell’Associazione Guide e Scout Cattolici italiani.

Il Consiglio generale massimo organo democratico dell’Agesci, che si è riunito a Sacrofano il 27-28 settembre scorsi, è stato un intenso momento di ripartenza, in questi tempi complessi di convivenza con la pandemia, che sta affliggendo il nostro pianeta.
Quando l’Assistente ecclesiastico generale p. Roberto Del Riccio ha letto il documento “Chiamati ad annunciare”, l’assonanza e la sensazione di comunità si è fatta profonda e stringente. E il Consiglio generale ha approvato il documento che declina il tema dell’annuncio contenuto nella scelta cristiana del Patto Associativo Agesci, incarnandolo nell’oggi.

Chiamati ad annunciare” esprime la missione dell’Associazione: perché se “abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano, ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c’è un nuovo e un oltre da illuminare”.

Ecco il testo del documento:

Chiamati ad Annunciare

Abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano;
ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c'è un nuovo e un oltre da illuminare;
ci sentiamo chiamati ad annunciare la bellezza in ogni incontro che nutre e che trasforma.

Abbiamo vissuto la ricchezza di un tempo lento e assaporato il gusto di ogni istante;
ci sentiamo chiamati ad annunciare il valore del tempo che si distende nell'attesa, come la pazienza e la fiducia del seminatore che si prende cura del presente con lo sguardo rivolto al futuro che sarà.

Abbiamo vissuto la precarietà e l'instabilità di strade nuove ed impreviste, che ci hanno ancorato a ciò che resta di essenziale;
ci sentiamo chiamati ad annunciare che proprio nell'essenziale si rivela ciò che è più bello, più grande e necessario.

Abbiamo riscoperto il valore della relazione educativa vissuta nella vicinanza;
ci sentiamo chiamati ad annunciare insieme ai ragazzi che Dio è presente in ogni incontro autentico e che nella relazione possiamo essere strumenti per la realizzazione della felicità pensata per ciascuno.

Viviamo la presenza di Dio nella nostra storia: noi lo abbiamo incontrato e altri ce lo hanno testimoniato e continuano a farlo lungo la nostra strada; lo riconosciamo nella quotidiana presenza di fratelli e sorelle che ci offrono le loro mani e le loro orecchie, che condividono le nostre paure, fragilità e speranze; lo sperimentiamo nella forma di una gioia diversa, di una gioia piena;
ci sentiamo chiamati ad annunciare ai ragazzi che siamo discepoli di un Dio presente e vivo che ci ama e accompagna.

Viviamo l'urgenza di essere protagonisti sulla prima linea del mondo rimanendo sull'altezza delle mura di Gerusalemme dell'educazione, della preghiera e del servizio, consapevoli delle responsabilità del nostro "Eccomi", sentinelle che sanno distinguere i primi bagliori dell'alba,
ci sentiamo chiamati ad annunciare che i, bisogni si incontrano solo uscendo da noi stessi e dalle nostre sedi, come singoli e come Associazione.

Testimoniamo con entusiasmo l'incontro con il Verbo incarnato;
ci sentiamo chiamati ad annunciare che l'Amore non è una proposta, ma è un mandato; non è una strada possibile, ma è l’unica Via.


In apertura immagine di Andrea Pellegrini