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Giornata della sordocecità: «adesso una classificazione di funzionamento specifica»

Si celebra oggi la Giornata Europea della sordocecità: «persone che rimangono purtroppo ancora invisibili», rimarca Francesco Mercurio. Nell'Unione europea solo 3 stati membri su 27 hanno raccolto dati ufficiali per il censimento delle persone con sordocecità. L'impegno della Lega del Filo d'Oro insieme ad altre associazioni per una classificazione di funzionamento specifica in seno all'ICF che permetta una valutazione omogenea in tutti i Paesi

di Redazione

Una giornata per ricordare che le persone sordocieche, «in Europa e nel mondo, rimangono purtroppo ancora invisibili»: Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro commenta così la Giornata Europea della sordocecità che si celebra oggi, in occasione dell'anniversario della fondazione della European Deafblind Union (EDbU), la federazione di associazioni nazionali di e per le persone sordocieche. In Italia le persone sordocieche in Italia sono 189mila, secondo quanto stimato dalla prima indagine condotta sul tema dall’Istat per la Lega del Filo d’Oro. In Europa si stima che siano 2,5 milioni, pari allo 0,5% dell’intera popolazione europea: ma solo tre dei 27 Stati membri hanno raccolto dati ufficiali per il censimento delle persone con sordocecità. «La strada per il riconoscimento dei nostri diritti è ancora molto lunga, nonostante il Parlamento europeo l’abbia riconosciuta una disabilità specifica nel 2004. La Lega del Filo d’Oro chiede la parità di trattamento e opportunità e un esercizio reale dei diritti delle persone sordocieche, fino al rispetto della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con disabilità in tutti gli Stati membri perché una persona sordocieca partecipe può essere beneficio per tutta la società», continua Mercurio.

Ad oggi il riconoscimento della sordocecità si basa su valutazioni che non seguono uno standard specifico, con gravi ripercussioni sulla tipologia di intervento programmata e sul piano assistivo. Servirebbe quindi una Classificazione internazionale di Funzionamento per il riconoscimento della sordocecità, che è una delle priorità delle organizzazioni internazionali che operano in questo ambito: questo strumento permetterebbe di fornire una descrizione più oggettiva per la grandissima gamma di combinazioni possibili per la perdita di vista e udito e faciliterebbe il processo di certificazione.

Ogni persona sordocieca infatti è un “caso a sé”, proprio per la diversa combinazione dei deficit e delle potenzialità, con un funzionamento e quindi una tipologia di disabilità molto differente: ognuno si relaziona, comunica e sperimenta il mondo in modo diverso. Il suo grado di limitazione o di isolamento dipende poi anche dal livello di supporto e dalle barriere presenti nell’ambiente in cui vive, dalla gravità della disabilità della vista e dell’udito e dall'età dell'insorgenza. Le persone con sordocecità costituiscono un gruppo diversificato e possono avere esigenze diverse di sostegno e di inclusione. È quindi fondamentale che queste persone accedano a servizi specifici che soddisfino le esigenze di ciascun individuo e non che siano una semplice combinazione di servizi pensati originariamente per i non vedenti o per i non udenti.

«La Lega del Filo d’Oro continua nel suo impegno affinché in Italia l’iter per la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità non si fermi. Inoltre, partecipa attivamente a progetti internazionali per garantire autonomia e inclusione alle persone sordocieche, mettendo in rete competenze e risorse mirate al raggiungimento di maggiore specializzazione, più servizi e maggiore cultura della disabilità», afferma Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro –

A livello internazionale, la Lega del Filo d’Oro è membro del Deafblind International, che promuove e supporta lo sviluppo di servizi per migliorare la qualità della vita delle persone sordocieche e dell’European Deafblind Union, che ha come obiettivo l’uguaglianza e la piena partecipazione sociale delle persone sordocieche in tutta Europa. Con altri 10 paesi europei fa parte anche del gruppo di lavoro MDVI Euronet (Multiple Disabilities and Visual Impairment) impegnato a sviluppare e condividere le conoscenze sulla formazione di bambini e giovani con una grave disabilità visiva unita a disabilità aggiuntive. Inoltre fa parte del DbI ICF Working Group, insieme ad altri Paesi come Spagna, Canada, India e Australia, con l’obiettivo di sviluppare uno standard specifico Core Set ICF (Indice di Classificazione internazionale di Funzionamento CS) per un processo riconosciuto di valutazione, certificazione e intervento sulla sordocecità.