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Educatori socio pedagogici in sanità, senza di loro servizi a rischio

È stato approvato un emendamento a firma Vanna Iori per il riconoscimento del ruolo degli operatori socio-pedagogici nei servizi sanitari e della salute, un ulteriore tassello di un percorso complesso. L'Alleanza delle Cooperative chiede che il previsto decreto arrivi entro i 30 giorni stabiliti dalla legge: «Qualora non potessero esercitare le funzioni che sono loro riconosciute dalla legge, si creerebbero vuoti paurosi nelle strutture, con l'aggravante della disoccupazione»

di Redazione

«Gli educatori che lavorano con minori, persone disabili, con problemi di salute mentale, tossicodipendenti e con altre persone fragili sono una risorsa importante da valorizzare per il bene del welfare del Paese». Queste figure professionali «sono storicamente la stragrande maggioranza di coloro che offrono servizi alle categorie più fragili, e qualora non potessero esercitare le funzioni che sono loro riconosciute dalla legge, si creerebbero vuoti paurosi nelle strutture con l'aggravante della disoccupazione».

L'Alleanza delle Cooperative Sociali lancia un allarme e chiede il riconoscimento urgente del ruolo educatori socio pedagogici nei presidi sanitari e della salute, «pena il rischio di blocco delle attività socio assistenziali verso le categorie più fragili». Con l’approvazione definitiva del Decreto Agosto e, in particolare, dell’articolo 33 bis, avvenuta lo scorso 12 ottobre sono state introdotte misure urgenti per la definizione del ruolo di migliaia degli educatori professionali socio-pedagogici che lavorano nei presidi socio sanitari e della salute, con la previsione di un decreto che deve arrivare entro 30 giorni. «L'approvazione dell'articolo 33 bis nella legge di Conversione del decreto legge "Agosto" è un passaggio importante ed indispensabile nel definire l'attività degli educatori professionali socio-pedagogici e, soprattutto, per garantire concretamente l'integrazione socio sanitaria», scrive l’Alleanza delle Cooperative. Il decreto del Ministero della Salute, d'intesa con il Ministero dell'Università e della Ricerca, che definirà le funzioni dell'educatore professionale socio pedagogico nei presìdi socio-sanitari e della salute «dovrà riconoscerne il ruolo, nei tempi previsti dall'art. 33 bis, senza alzare steccati ideologici, in un'ottica che miri da una parte a valorizzare le loro competenze, dall'altra a definire i requisiti professionali che rispondano realmente ai bisogni delle persone».

In questo momento di forte crisi economica legata al Covid, conclude l’Alleanza, «è ancor più grave e irresponsabile penalizzare centinaia di migliaia di operatori socio pedagogici e tantissimi giovani che hanno intrapreso percorsi di formazione e specializzazione frapponendo ostacoli pretestuosi e corporativi alla loro giusta necessità di poter esercitare le funzioni di propria competenza anche nelle strutture socio sanitarie».


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