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Una “patrimoniale fiduciaria” per aiutare chi ora è ai margini

L'idea di Claudio Arestivo, titolare del ristorante multietnico e spazio di co-working Moltivolti a Palermo: "All’interno del nostro ristorante verrà proposto ai clienti di comunicare, su base volontaria al momento di pagare il conto, se fanno parte di quelli che possono dare una mano o di quelli che una mano la necessitano. Su tale dichiarazione di fiducia, attraverso uno strumento apposto alla cassa, si deciderà insieme se applicare una maggiorazione del conto (+20%), se lasciarlo invariato o se scontarlo (-20%)"

di Alessandro Puglia

Andare a pranzo e se lo si vuole aggiungere il 20 per cento in più al proprio conto per aiutare le categorie più fragili penalizzate dalle ultime decisioni del Governo per contrastare la diffusione del contagio. Una “patrimoniale fiduciaria” come la definisce Claudio Arestivo, responsabile di Moltivolti a Palermo, ristorante multietnico, hub culturale e spazio di co-working, da sempre accanto a chi è in difficoltà. Un’idea maturata all’inizio della pandemia, ma che dopo il nuovo Dpcm del 24 ottobre che di fatto penalizza gli operatori del mondo dello spettacolo e della cultura è diventata subito realtà.

Ecco come funziona: «Abbiamo pensato che una “patrimoniale”, in un momento di grave crisi come questa, poteva essere la risposta. Ma noi non siamo uno Stato, non possiamo agire a questo livello anche se abbiamo, nel nostro piccolo, una visione del mondo di cui ci prendiamo responsabilità. All’interno del nostro ristorante verrà proposto ai clienti di comunicare, su base volontaria al momento di pagare il conto, se fanno parte di quelli che possono dare una mano o di quelli che una mano la necessitano. Su tale dichiarazione di fiducia, attraverso uno strumento apposto alla cassa, si deciderà insieme se applicare una maggiorazione del conto (+20%), se lasciarlo invariato o se scontarlo (-20%)» spiega nel dettaglio Arestivo.

Attori, artisti, operatori sociali, sono tanti i soggetti che oggi restano ai margini. «Tantissimi nostri clienti appartengono a categorie in grave difficoltà (come quello della cultura, delle arti o delle attività sociali per fare solo alcuni esempi), mondi in ginocchio che necessitano di una connessione con chi invece la crisi può affrontarla con più serenità» aggiunge.

Il proprietario di Moltivolti non si è lasciato scoraggiare davanti alla chiusura anticipata imposta alle ore 18: «Ciò che fa rabbia e che per adeguarci abbiamo investito, acquistando tutto ciò che occorreva per fronteggiare il Covid-19, riducendo la capienza del 60 per cento, e nel mio caso assumendo anche un consulente ad hoc. La ridistribuzione delle risorse, coesione, fiducia e solidarietà reciproche sono a nostro avviso gli ingredienti fondamentali per affrontare questo terribile momento», conclude Arestivo.


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