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Innovatori sociali non si nasce, si diventa

L’innovatore sociale non è un “mestiere” di quelli codificati, è piuttosto un’attitudine, una sorta di X factor. La notizia è che questo X factor si può imparare perché è uno sguardo sul mondo, è un approccio culturale, è la combinazione di saperi e conoscenze, è una modalità di gestire le relazioni. All'Università Federico II di Napoli, all'interno del corso di laurea magistrale in Innovazione Sociale, parte il Laboratorio Interdisciplinare per l’Innovazione Sociale (LIIS), un ciclo di seminari che permette agli studenti e ad altri interessati, di confrontarsi con il mondo pratico dell’innovazione sociale vissuta sul campo attraverso le esperienze dei diretti interessati

di Alex Giordano

Innovatore sociale: chi era costui? L’innovatore sociale non è un “mestiere” di quelli codificati, è piuttosto un’attitudine, una sorta di X factor che si può trovare in persone che fanno lavori molto diversi: in chi si occupa per esempio di servizi domiciliari per anziani, come in una cooperativa di agricoltori che curano il loro campo di grano e, insieme, una comunità; in chi propone iniziative artistiche e culturali generative, in gruppi informali che risolvono problemi non presidiati dalle istituzioni o in architetti che lavorano sulla riqualificare di spazi urbani.

C’è un tratto comune che denota chi viene considerato un innovatore sociale: si tratta di persone che hanno un ruolo-chiave nella trasformazione innovativa di pratiche sociali. Significa che sono capaci di agire cambiamenti che generano effetti positivi per la società e per l’ambiente. Il ruolo di queste persone, dunque, è particolarmente interessante e utile in questa fase storica, di fronte a grandi sfide che ci richiedono di affrontare nuovi problemi di matrice socio-economica e ambientale, perché loro sono quelli che studiano, inventano e sperimentano nuove idee, nuove soluzioni, nuove risposte, nuovi servizi, nuovi dispositivi sociali. E lo fanno con attenzione all’effetto che le loro azioni producono in termini non solo di ritorno economico ma soprattutto di benessere delle persone e dell’ambiente. “Innovazione” più “Sociale", è uguale a “Trasformazione generativa”.

La notizia è che questo X factor si può imparare perché è uno sguardo sul mondo, è un approccio culturale, è la combinazione di saperi e conoscenze, è una modalità di gestire le relazioni, è la curiosità che guida la sperimentazione, è l’attenzione alla combinazione di linguaggi e punti di vista, è la capacità di aprirsi al confronto fra approcci diversi e farne sintesi nell’azione. Si può imparare, quindi, ad essere attori e protagonisti di questo processo di trasformazione, guidati da idee, metodi e conoscenze che nascono dallo studio e insieme dalla pratica.

Pur consapevole che l’innovazione necessaria non richiede titoli di studio sono felice di accogliere la nascita di un progetto bellissimo al quale mi onoro, con tanti altri appassionati, di collaborare: a partire da questo anno accademico l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha l’ambizione di condensare e rendere compresenti in un unico corso di laurea, molte delle competenze che sono alla base dei percorsi (formativi e professionali) delle diverse figure che favoriscono i processi di innovazione sociale.

Il Dipartimento di Scienze Sociali nel suo piano triennale ha identificato nell’Innovazione Sociale uno dei temi centrali che caratterizzano la sua attività. "La nascita del corso di laurea magistrale in Innovazione Sociale – ha detto Stefano Consiglio, Direttore del Dipartimento – rappresenta un importante risultato di questa strategia che vogliamo portare avanti con la collaborazione delle diverse aree presenti nel nostro Dipartimento e con la cooperazione con colleghi di altri dipartimenti e professionisti che da anni operano nei diversi ambiti del sociale”.

La matrice di questo percorso formativo è realmente interdisciplinare e presuppone un confronto costante con le pratiche e le esperienze del territorio così da comprendere meglio i punti di forza e le criticità che nascono nella sperimentazione di progetti e idee che mirano a innovare le soluzioni tradizionali.

Per accompagnare gli studenti al confronto con le pratiche il Laboratorio Interdisciplinare per l’Innovazione Sociale (LIIS) del Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II propone a tutti gli studenti un primo ciclo di incontri con alcuni testimoni. “È un ciclo di seminari che accompagna il corso di laurea in Innovazione sociale e permettono agli studenti ed ad altri interessati, sia di confrontarsi con il mondo pratico dell’innovazione sociale vissuta sul campo, che di mantenere acceso un costante dialogo critico sulle pratiche”, ha detto Adam Ardvisson, coordinatore del LIIS.

Si parlerà della relazione tra rigenerazione Urbana e formazione con Renato Quaglia della Fondazione FoQuS che opera nei quartieri spagnoli di una grande metropoli come Napoli ma il tema sarà trattato anche dal punto di vista delle aree interne con l’esperienza dell’ExConvento Meridiano vincitore del bando Culturability ed operativo a Cerreto Sannita nella Valle del Titerno in provincia di Benevento; si parlerà di inclusione sociale lavorando con le detenute del carcere di Pozzuoli con Imma Carpiniello della Coop. Lazzarelle e dell’inclusione per la salute mentale con il lavoro nei campi proposto dalla Cooperativa Fuori di Zucca; si parlerà di Immaginario e politiche culturali con il cultural manager Agostino Riitano e di tecnologie al servizio di patrimonio artistico e culturale con Nicolai Lombardo e Lello di Francia del progetto Baia Experience.

Questi incontri, partiti in presenza il 16 ottobre, continueranno dal 4 novembre in live streaming. Siamo felici di essere tra i partener di questa prima edizione del LIIS con il programma di ricerca/azione Societing 4.0 che, in collaborazione con l’Università Federico II, studia e sperimenta la social digital transformation per un modello mediterraneo di innovazione. Ci troviamo allineati, infatti, con la necessità di sostenere processi di apprendimento che favoriscano un approccio sistematico alle trasformazioni della nostra società. L’essenza di Societing 4.0, come si legge nel nostro Manifesto, è quella di creare ponti tra discipline, attori, significati, metodi, territori, tradizione e innovazione generando idee, esperienze e soluzioni che possono produrre valore collettivo.

Se in potenza #siamotuttiInnovatoriSociali, per diventarlo anche in concreto serve provarci insieme. E non solo per trovare un lavoro nella vita ma soprattutto per diventare protagonisti dei processi di cambiamento che ci riguardano tutti in questo nostro mondo danneggiato e ribadire, tutti insieme, che l’innovazione o è sociale o non è innovazione.

A questo link tutte le informazioni sul programma degli incontri, per parteciparvi o per poter vedere le videoregistrazioni.

C’è la possibilità di iscriversi e partecipare ai seminari tutti i mercoledì, seguendo le indicazioni fornite di volta in volta sui canali social di Societing o scrivendo una mail a liis.innovazionesociale@societing.org . Se avete progetti e cantieri aperti scrivere a a info@societing.org per presentarli.

*Alex Giordano è docente di Social Innovation e Trasformazione Digitale Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II di Napoli, direttore Scientifico del programma di ricerca/azione SOCIETING4.0 – PIDMed.


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