Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Sapelli: «Trump o Biden? Indifferenti, sono le due facce del capitalismo finanziario»

Il day after del voto non consegna agli Stati Uniti un nuovo presidente degli Stati Uniti. Le elezioni rimangono in bilico e sono appese al voto postale. Si temono disordini. «Non importa chi vincerà. Confido nell'esercito», spiega l'economista e storico torinese, «quale che sia il nuovo presidente Usa la strada è aprire una nuova guerra fredda con la Cina e affermare nuovamente la costituzione americana. In entrambi i casi a decidere sarà la struttura militare»

di Lorenzo Maria Alvaro

L'esito delle elezioni per il nuovo presidente degli Stati Uniti sono un'incongnita. Il day after consegna al mondo un testa a testa fra i due candidati che cui ci vorranno giorni per vedere risolto. Ad essere dirimente sarà il voto postale e i timori adesso è che la situazione diventi essplosiva con Trump che già parla di brogli e l'incongnita rappresentata dalle bande armate sul territorio. Uno scenario complicato di cui abbiamo parlato con l'economista e storico Giulio Sapelli.


Cosa possiamo dire di questo stallo elettorale in Usa?
Ci sono due dati fondamentali. Per i democratici la California con i suoi 55 grandi elettori rimane vitale. E poi Trump vince di nuovo in Texas. Come ho letto su Le Monde e su El Pais non c'è stata la cosiddetta ondata blu democratica che tutti si aspettavano.

Un empasse che ricorda le elezioni della vecchia Europa…
Se guardiamo alla coda dell'animale elettorale c'è una similitudine con l'Europa con un elettorato spaccato in due. Ricorda l'Italia ai tempi di Berlusconi. La testa invece dimostra tutte le difficoltà del sistema elettorale americano. Quelle che si erano già viste con Al Gore e Hillary Clinton. In Europa si possono avere dei patemi ma poi sappiamo che un Governo e una quadra si trovano. Questa situazione ci dovrebbe insegnare che sarebbe meglio evitare di buttarsi troppo spesso la cenere addosso.

Da segnalare anche l'affluenza al 67%. Mai così alta da un secolo…
Sì, è stata una valanga di elettori. Che è un dato molto importante. Rispetto a questo bisogna ricordare però che molti Stati hanno grande fatica a far votare gli elettori per posta. Ricordo che spesso è necessaria una firma notarile o una firma digitale. Presumo che votino in questo modo sopratutto elettori impossibilitati o con un grado di cultura e reddito superiore alla media. Questo dovrebbe favorire Biden.

Si parla del rischio che abbiano luogo conflitti e disordini. Che ne pensa?
Come sempre chi deciderà è l'esercito militare. Non c'è nessun migliore custode della costituzione americana dell'esercito. Al netto degli stupidari che si leggono sui giornali, qualunque sarà lo scenario futuro, non credo che l'America corra imminenti pericoli grazie proprio al complesso militare e industriale che è la struttura base della democrazia americana.

Non un bello scenario…
È vero che esistono negli Usa milizie armate divise politicamente come negli anni '30 in Germania. Questa cosa, molto più soft e senza il fanatismo che c'era in epoca nazista, certamente concretizza uno scenario da pre guerra civile. Ecco perché l'esercito è sostanziale: non abbandonerà mai la costituzione, quindi non c'è rischio dittatura, e potrà mettere a tacere un'eventuale guerra civile.

Come si spiega uno scenario così confuso?
È quello che abbiamo voluto con il capitalismo finanziario. Con i Mario Monti. Monti non è solo una figura italiana ma l'epifenomeno della figura mondiale dello gnomo della finanza che vuole entrare in politica. Questo è il frutto del capitalismo finanziario tecnocratico di cui come sempre l'Italia ha aperto la strada ed ha insegnato a tutti. Come diceva Gioberti “un'altra volta si realizza il primato degli italiani”. È quello che è successo con Mussolini, copiato da Hitler e Salazar. O quello che è successo con Berlusconi, che ha anticipato Trump. Noi italiani produciamo farse che poi Stati più strutturati trasformano in tragedia.

Quindi che vinca Biden o Trump secondo lei non cambia nulla?
No, il problema è aprire una nuova guerra fredda con la Cina e affermare nuovamente la costituzione americana. E questo è nelle mai dell'esercito. Biden è un uomo dell'alta finanza e Trump è un uomo dello spettacolo. Mi pare evidente. Chiunque vinca non sarà lui a dettare la linea.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA