Economia & Impresa sociale 

Per 3 Pmi su 10 la sostenibilità accelera l’uscita dalla crisi

La nona edizione dell’evento dedicato a Sustaibable and Responsible Investment si è aperta con il convegno su “Pmi italiane e sostenibilità” durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa. Il 37% delle Piccole e medie imprese intervistate prevede – nell’attuale contesto condizionato dalla pandemia - un aumento dell’attenzione su tematiche ambientali, sociali e di governance

di Redazione

La nona edizione della Settimana Sri (Sustaibable and Responsible Investment) si è aperta con un approfondimento sull’approccio alla sostenibilità e ai prodotti di investimento sostenibile e responsabile delle Piccole e Medie Imprese (Pmi) italiane. Nel corso del convegno sono stati presentanti i risultati della ricerca “Pmi italiane e sostenibilità” (in allegato) condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa. La ricerca è stata realizzata con il sostegno di Iccrea Banca e Intesa Sanpaolo e ha coinvolto 477 aziende di tutta Italia.

Dall’indagine è emerso che le Pmi attribuiscono una grande rilevanza ai temi di sostenibilità, soprattutto per la gestione dell’attuale crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Inoltre, emerge che il ricorso a strumenti di finanza sostenibile presenta ampi margini di progressione, legati principalmente alla necessità di potenziare la promozione dei prodotti disponibili sul mercato e di focalizzare l’informazione sui vantaggi concreti, anche in termini economici, delle politiche di sostenibilità.

Il presidente del Forum per la Finanza Sostenibile Gian Franco Giannini Guazzugli ha aperto il convegno dicendo: «Oggi il Forum avvia la nona edizione della Settimana Sri, al termine di un 2020 caratterizzato da complessità di tipo climatico e sanitario a cui il settore degli investimenti sostenibili può fornire una risposta adeguata. In questa prima giornata presentiamo una ricerca che sarà certamente di aiuto ad aziende e operatori finanziari in questo particolare momento storico: il tema della sostenibilità abbinato a una parte importantissima del tessuto produttivo del paese – quali sono le Pmi – si dimostrerà un driver utile per l’uscita dalla crisi e per una rinnovata crescita».
Francesco Bicciato, Segretario Generale, ha presentato otto proposte che il Forum ha inviato al governo sull’utilizzo di strumenti di finanza sostenibile per il rilancio dell’economia in ottica di de-carbonizzazione e inclusione sociale. «Gli operatori di finanza sostenibile e le Pmi possono ricoprire un ruolo cruciale per la ripresa economica del nostro Paese attraverso investimenti e politiche indirizzati verso la transizione a sistemi più inclusivi e a ridotto impatto ambientale. Il dialogo e la collaborazione tra istituzioni pubbliche, investitori e aziende sarà fondamentale per un impiego efficace ed efficiente delle risorse del piano Next Generation Eu: ci auguriamo» ha concluso «che le nostre iniziative possano contribuire a rafforzare questa collaborazione».

I risultati della ricerca sono stati illustrati da Arianna Lovera, Senior Programme Officer del Forum, e Simone Pizzoglio, Partner, Head of BU Finance & Utilities di BVA Doxa. «La sostenibilità non rappresenta più solo un’esigenza, ma un vero e proprio strumento strategico per uscire positivamente dalle emergenze e dalle crisi. Una consapevolezza sempre più diffusa anche tra le Pmi italiane, che hanno ormai compreso i vantaggi in termini di competitività. È quindi il momento di metterla in pratica, anche se le difficoltà rimangono: un’impresa su due trova un freno nelle barriere burocratiche e amministrative», ha spiegato Pizzoglio.

Pmi italiane e sostenibilità: le principali evidenze

Pandemia di Covid-19 e sostenibilità
Un’azienda su tre ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19; il dato raggiunge il 39% tra le aziende con almeno 50 dipendenti. Nel nuovo contesto socioeconomico condizionato dalla pandemia, il 37% prevede infatti un aumento dell’attenzione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance (Esg – Environmental, sociale ad corporate governance).

L’importanza della sostenibilità: opportunità e sfide
Per oltre l’80% delle Pmi intervistate la sostenibilità è un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento; più di metà del campione ha in programma di integrare considerazioni sui temi Esg nella strategia complessiva dell’impresa. La dimensione ambientale è quella più conosciuta, apprezzata e codificata.
I maggiori benefici che derivano dal perseguire iniziative di sostenibilità sono legati a strategie di marketing e di prodotto (nel 73% delle PMI intervistate), e al miglioramento della reputazione e dell’attrattività dell’azienda (nel 52% dei casi). Le sfide per lavorare in chiave sostenibile sono rappresentate principalmente da costi più elevati (52% del campione) e dalle difficoltà burocratiche, per esempio per ottenere e mantenere le certificazioni (50%).


Possibili più risposte – Base – totale campione (n. 477) Fonte ricerca Pmi e sostenibilità

Pmi e finanza sostenibile
La maggior parte delle Pmi considera la sostenibilità un elemento importante nelle attività finanziarie e creditizie. Infatti, l’80% ritiene che gli operatori finanziari dovrebbero affiancare gli indicatori ESG a quelli tradizionali per valutare adeguatamente il merito creditizio; per il 33% i progetti sostenibili dovrebbero beneficiare di condizioni di finanziamento migliori. Il 70% dichiara di raccogliere dati Esg a uso interno, per gli stakeholder oppure da rendere disponibili al pubblico.
II ricorso all’Investimento Sostenibile e Responsabile (SRI) presenta ancora ampi margini di progressione. Infatti, solo un’azienda su tre ha preso in considerazione i prodotti di finanza sostenibile e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una Dichiarazione Non Finanziaria.
La ragione principale consiste nel fatto che promozione e comunicazione sono ancora limitate: al 70% delle aziende intervistate non è mai stato proposto di valutare forme di finanziamento per progetti sostenibili. Gran parte delle PMI intervistate, infatti, chiede agli operatori finanziari di incrementare l’informazione sulla finanza sostenibile, evidenziando casi di successo e vantaggi concreti in termini economico-finanziari, reputazionali e di marketing/posizionamento.
Le banche emergono come il principale punto di riferimento: la maggior parte delle PMI attribuisce loro una funzione importante, sia nella scelta degli strumenti finanziari (41% del campione), sia nella promozione dei prodotti SRI (per il 35%).


La mattinata è proseguita con una tavola rotonda moderata da Debora Rosciani, giornalista di Radio24, con la partecipazione di: Andrea Benassi (responsabile Public Affairs & Sustainability di Iccrea Banca); Alfonso Del Giudice (Professore di Finanza Aziendale e di Finanza Sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Master in Finanza: strumenti, mercati e sostenibilità); Carlo Robiglio (presidente Piccola Industria e vice presidente di Confindustria); Anna Maria Roscio (Executive Director Sales&Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo).

«I tempi sono maturi per un cambio di rotta a livello globale cresce l’attenzione verso la sostenibilità e questa ricerca lo ha confermato», ha dichiarato Benassi. «Al momento ci sono ancora alcuni vincoli quali la burocrazia, le asimmetrie informative e la scarsa conoscenza di queste tematiche, che possono rappresentare delle insidie per questo cammino. Lo sforzo richiesto a chi, come nel caso del Gruppo Iccrea, è vicino ai diversi territori italiani, è di impegnarsi a superare tali vincoli, per continuare spediti e con ancora maggior dedizione, nella diffusione intelligente della cultura della sostenibilità».

Del Giudice ha dichiarato: «La produttività del sistema economico italiano, attualmente bassa, può ricevere una spinta importante dalla sfida della sostenibilità, in particolare se questa è accolta dalle Pmi. Per ottenere questo risultato, l’imprenditore dovrebbe vedere la sostenibilità non come un costo o come una moda, ma come la vera e propria sfida per rimanere competitivi nell’economia moderna, a vantaggio della comunità che ogni piccola e media impresa rappresenta».
Robiglio ha affermato: «Spesso gli italiani sono poco consapevoli dei vantaggi competitivi della sostenibilità: ad esempio, molti non sanno che siamo leader europei nell’economia circolare, anche grazie alla nostra storica tradizione di Paese trasformatore. La ricerca dimostra come le Pmi abbiano compreso da tempo che lo sviluppo sostenibile è sinonimo di crescita e successo. Tuttavia sono frenate dai costi, dalle difficoltà burocratiche e dalla scarsa informazione. Bisogna agire quindi sulla semplificazione amministrativa, sulla leva fiscale e sugli incentivi. È inoltre essenziale che il mondo creditizio e quello finanziario sostengano gli investimenti delle imprese sul sentiero della crescita sostenibile».

«Le Pmi che investono nella propria sostenibilità e nei fattori di miglioramento Esg sono oggettivamente più produttive e rappresentano un nuovo modello per la crescita e lo sviluppo della nostra economia, di cui sono la spina dorsale», ha dichiarato Roscio. «Intesa Sanpaolo promuove l’adozione di questo orientamento affiancando le Pmi nella realizzazione, per esempio attraverso il Programma filiere, nel monitoraggio e nella comunicazione degli obiettivi di miglioramento in logica di sostenibilità ambientale, etica, economica e di mercato delle PMI e dei loro fornitori. La transizione verso un approccio sostenibile, infatti, è da lungo tempo il nostro stesso indirizzo di Gruppo in termini di responsabilità sociale di impresa».

Le conclusioni della mattinata sono state affidate a Enrico Giovannini, Portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, che ha sottolineato: «La sostenibilità è destinata a entrare nel Dna delle aziende. E non solo perché la finanza guarda sempre di più a quelle imprese che adottano i criteri Esg. La sostenibilità è un investimento e, soprattutto, conviene dato che, come l’Istat ha rilevato, le aziende che adottano un modello sostenibile ne ricevono un guadagno in termini di produttività: del 15% le grandissime, del 10% le grandi, del 5% le medie. Le imprese, per dirsi veramente sostenibili, devono esserlo lungo tutta la filiera produttiva, altrimenti si rischia di cadere in una mera operazione di immagine. Anche per questo, l’ASviS chiede con insistenza che venga abbassata la soglia dimensionale delle imprese che hanno l’obbligo della rendicontazione non finanziaria».

In apertura immagine di Gerd Altmann from Pixabay


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