Sostenibilità sociale e ambientale

Gli alberi del vulcano

Oggi è la Festa dell'Albero: al via un progetto esemplare nel Parco del Vesuvio dove saranno piantati 1.300 nuove piante. Si stima che un solo albero di medie dimensioni è capace di assorbire in media tra i 10 e i 20 kg CO2 all’anno

di Luca Cereda

Lecci, frassini, roverelle, corbezzoli e pini domestici: sono ben 1.300, le nuove piante per il Vesuvio. “Gli alberi del vulcano”, è questo il nome del progetto (realizzato da Misura) insieme all’Ente Parco nazionale del Vesuvio che prende il via proprio in occasione della Festa dell’Albero che cade ogni anno il 21 novembre.
I primi alberi messi a dimora nel Parco del Vesuvio sono per l’appunto, dei lecci ed è stata scelta proprio la giornata del 21 di novembre, istituita da Ministero dell’Ambiente nel 2013, per ricordare che gli alberi sono fondamentali per la vita sulla Terra perché assorbono circa il 29% delle emissioni globali. Si stima che un solo albero di medie dimensioni è capace di assorbire in media tra i 10 e i 20 kg CO2 all’anno.

Piantare alberi, salva le riserve idriche e previene gli incendi
Gli alberi servono anche a preservare le riserve idriche, a contrastare il dissesto idrogeologico e a favorire la vita di molte specie animali. In particolare l’intervento di Misura “Gli alberi del vulcano”, rientra tra le attività di gestione forestale sostenibile che l’Ente Parco ha messo in campo dopo il devastante incendio che ha interessato l’area protetta nell’estate 2017 ed è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Il progetto sarà fondamentale per favorire ed accelerare la naturale ricostituzione forestale e la prevenzione di futuri incendi. L'intervento è realizzato attraverso la piantumazione di vere e proprie isole di vegetazione, in cui saranno piantati per ognuna 72 alberi e 18 arbusti di varie specie autoctone del Parco come lecci, querce da sughero, roverelle e arbusti tipici della flora del luogo. Questo particolare tipo di intervento è stato studiato in modo da ricreare dei “mix” di vegetazione del tutto simili a quanto accade in modo naturale. Le isole saranno ripetute con almeno 5 nuclei per ettaro, distribuiti spazialmente in modo non regolare e saranno curate costantemente per i tre anni successivi in modo da garantire il successo dell’impianto, anche con la sostituzione delle piante che non dovessero attecchire.

Piantare alberi fa bene alla terra ma anche la mare
«È un progetto per noi di grande significato – spiega Stefano Donati, direttore dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio perché abbiniamo gli scopi di conservazione della biodiversità e il recupero delle aree boscose, ferite gravemente dagli incendi del 2017, all’esigenza di mitigare le emissioni di CO2 e contrastare i cambiamenti climatici in atto». Questo è anche un bell’esempio di sinergia pubblico-privato.
Il benessere del pianeta passa da piccoli gesti fondamentali che fanno bene alla terra ma anche al mare: «Da sportiva il rispetto per l'ambiente per me si declina in primo luogo come tutela del mare, lo spazio in cui mi alleno e coltivo la mia più grande passione: il surf», dichiara Valeria Patriarca, surfista professionista. «La lotta ai cambiamenti climatici, però, ci riguarda tutti e molto da vicino: per questo ho scelto di aderire all'iniziativa di Misura. Mi auguro che possa essere un esempio e un segnale in particolare per tanti giovani come me, che hanno a cuore il futuro del pianetaı», conclude.

Pubblico e privato «Devono collaborare per la cura dell’ambiente»
Il progetto del Vesuvio è uno dei dieci progetti di “A Misura di Verde”, l’iniziativa green di Misura che, nell’Anno Internazionale della salute delle piante, sta riforestando dieci diverse aree del nostro Paese, in 9 regioni, da nord a sud. Grazie a questo progetto verranno messi a dimora in totale 13.400 piante in dieci zone particolarmente vulnerabili d'Italia. A nord ma soprattutto a sud.
Migliaia di piante e arbusti che nel complesso assorbiranno dall’atmosfera 9.380 tonnellate di CO2, il più diffuso dei gas che provocano l’effetto serra. Piante che non saranno poi lasciate a se stesse, ma in ognuno dei territori gli interventi saranno seguiti e manutenuti fino a quando non si avrà la certezza dell’attecchimento delle nuove piante e il buon esito dell’intervento: «Siamo infatti molto orgogliosi di poter contribuire alla tutela di un'area così straordinaria e conosciuta come il Parco del Vesuvio, uno dei luoghi-simbolo del Sud e del nostro Paese», ha detto alla piantumazione Massimo Crippa, direttore commerciale del Gruppo Colussi. «Per ripartire dopo la pandemia, in linea con quanto ci chiede l'Europa, occorre ricominciare a crescere in chiave green, proprio a partire dalla riscoperta delle risorse e delle bellezze del nostro territorio. Il Vesuvio è una di queste perle del patrimonio collettivo e siamo lieti di poter dare il nostro contributo per la sua valorizzazione».


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