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Quale impatto del Covid-19 sulla sclerosi multipla? A tre neurologhe il Premio Rita Levi Montalcini 2020

Sono Cinzia Cordioli, Lucia Moiola e Marta Radaelli. «Grazie alla condivisione dei dati e delle informazioni di ciascuno, con la piattaforma MuSC-19 abbiamo presto imparato che non bisogna assolutamente smettere di curare la sclerosi multipla per paura del Covid-19. E abbiamo potuto continuare a seguire i pazienti, in un periodo in cui tanti si sono sentiti abbandonati alle proprie paure», dice Redaelli

di Redazione

Non una ma tre. Cinzia Cordioli, Lucia Moiola e Marta Radaelli sono le vincitrici del Premio Rita Levi Montalcini 2020, assegnato da vent’anni da AISM con la sua Fondazione come riconoscimento al contributo dei giovani ricercatori di eccellenza nello studio della sclerosi multipla e nel concretizzare il sogno di un mondo libero dalla SM. il Premio è stato conferito nell'ambito dell'annuale congresso scientifico di Fism, in corso oggi e domani.

Sono tre neurologhe, provengono da l’ASST Spedali Civili di Brescia, dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e dall’ ASST Papa Giovanni XIII di Bergamo, sono ogni giorno a contatto con i pazienti con SM nei rispettivi Centri clinici per la Sclerosi Multipla e si occupano di ricerca clinica. I loro ospedali sono fra quelli che hanno visto i più grandi numeri di ricoverati per Covid-19 dell’intero territorio nazionale e loro stesse durante la pandemia da COVID-19 hanno partecipato attivamente allo sviluppo della piattaforma internazionale per la raccolta di dati Covid-19 e sclerosi multipla (SM), il MuSC-19.

Lucia Moiola si definisce una “ape operaia”: «Nel 1999 ero presente quando la professoressa Rita Levi Montalcini venne al San Raffaele a consegnare per la prima volta, al professor Gianvito Martino, il Premio a lei intitolato. Il mio impegno ventennale è nato anche da quel giorno e il fatto che il Premio, nell’anno del Covid-19, vada a tre ‘api operaie’, a tre neurologhe donne molto impegnate nell’attività clinica, oltre che nella ricerca, ha veramente un grande valore», afferma Lucia Moiola. «Se c’è una forza nella presa in carico delle persone con SM sta nel fatto che i Centri clinici per la SM lavorano in sinergia, siamo una rete in cui tutti supportano tutti. Quella messa in atto tra Centri, anche attraverso la collaborazione di tutti al MuSC-19, è stata un’esperienza di crescita: nei mesi più difficili, di fronte a una malattia che nessuno conosceva, ci siamo aiutati vicendevolmente. I Centri con più pazienti condividevano l’esperienza che stavano maturando con i Centri più piccoli, e tutti insieme siamo riusciti a stare vicini ai pazienti e a curarli».

«Dopo lo smarrimento iniziale portato da una malattia sconosciuta che ha travolto tutti, l’istituzione della piattaforma MuSC-19, con il suo data set in cui tutti eravamo invitati a inserire le informazioni che stavamo raccogliendo, è stato il fattore che ha cambiato lo stato delle cose», aggiunge Cinzia Cordioli. «Ci ha consentito in tempi molto rapidi di capire come le persone con sclerosi multipla non corressero un rischio di contrarre Covid-19 diverso dal resto della popolazione. Questo ci ha confortato, ci ha dato la possibilità di approfondire i reali impatti di un’infezione di questo tipo nella SM e soprattutto ci ha rassicurato sull’impegno a continuare a trattare i pazienti».

Per Marta Radaelli «grazie alla condivisione dei dati e delle informazioni di ciascuno, abbiamo presto imparato che non bisogna assolutamente smettere di curare la sclerosi multipla per paura del Covid-19. E abbiamo potuto continuare a seguire i pazienti con attenzione ed efficacia, in un periodo in cui tanti si sono sentiti abbandonati alle proprie paure. Voglio condividere questo premio con tutti i medici e gli infermieri di questi nostri territori martoriati che, negli ospedali, hanno lottato con le unghie e con i denti contro il Covid-19. In un anno drammatico per tutti, per noi medici, per i cittadini, per le persone con SM questo è un grande riconoscimento e ci dà ancora la forza di andare avanti in questi momenti difficili».

Chi sono le tre ricercatrici del Premio Rita Levi Montalcini 2020.

Lucia Moiola. È neurologa, esperta in sclerosi multipla, dal 2011 è Coordinatore del Centro per la sclerosi multipla del Dipartimento di Neurologia presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Dal 2009 è professore per la Scuola di Specializzazione in Neurologia del Università Vita-Salute San Raffele, Milano. È coinvolta in molti progetti di ricerca sulla SM e in studi clinici, inclusi studi osservazionali di fase IV post marketing come quelli sulla SM pediatrica. Negli ultimi due anni, l’interesse di ricerca della dottoressa Moiola è incentrato sulle infezioni associate ai trattamenti modificanti la malattia (DMT) e la sua prevenzione.

Cinzia Cordioli. È neurologo presso il Centro Clinico Sclerosi Multipla, ASST Spedali Civili di Brescia, presidio di Montichiari. È un'esperta nella ricerca sulla sclerosi multipla e in particolare in studi clinici sulla SM. La sua attività di ricerca è focalizzata sulla diagnosi e sulla cura della sclerosi multipla con immunomodulatori, immunosoppressori e anticorpi monoclonali.

Marta Radaelli. ​È neurologa esperta di sclerosi multipla presso l'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È coinvolta in progetti di ricerca sulla SM e in studi clinici su trattamenti che modificano la malattia della SM, inclusi studi post marketing. Nei suo studi di ricerca è particolarmente interessata alla terapia con cellule staminali per la SM.


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