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Economia & Impresa sociale 

Programmare l’emergenza: le proposte della cooperazione lombarda

«La cruda verità è che dovremo convivere con questo virus ancora a lungo e che non possiamo permetterci di fermare la vita sociale, produttiva e culturale oltre quanto stiamo già facendo. Occorre che questo nodo sia affrontato», scrivono le rappresentanze lombarde di Confcooperative, Legacoop e Agci. Ecco le quattro proposte

di Redazione

Sanità di territorio, tracciamento dei lavoratori, incentivi allo smart working, didattica in presenza a giorni alternati, interventi sui trasporti e un piano integrato per la ripartenza. Sono le richieste del movimento cooperativo lombardo al governatore della Lombartdia, Attilio Fontana. La lettera porta le firme di Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia, Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia e Cinzia Sirtoli, presidente di Agci Lombardia.

«La cruda verità è che dovremo convivere con questo virus ancora a lungo e che non possiamo permetterci di fermare la vita sociale, produttiva e culturale oltre quanto stiamo già facendo. Occorre che questo nodo sia affrontato. Non ripetiamo lo stesso errore di questa estate. Programmiamo con grande attenzione la ripresa e portiamo subito quei necessari correttivi alla nostra vita sociale, che ci sono indispensabili per convivere il meglio possibile con questa situazione ed evitare le conseguenze di un collasso del sistema».

Ecco le richieste.

1. Sanità di territorio

È necessario dare immediatamente centralità alla sanità del territorio, evitando il collasso degli ospedali e il moltiplicarsi di effetti collaterali su pazienti affetti da gravi malattie, a cui oggi è quasi impossibile riservare l’attenzione che meritano. Domiciliarità, sanità leggera (poliambulatori), medicina di base, mutualità, medici e infermieri in forma cooperativa, unità di offerta socio-sanitarie e sociali per le persone fragili i servizi su cui puntare, che «da troppo tempo – spiegano – non dialogano più con una sanità rinchiusa quasi totalmente negli ospedali. Una struttura sanitaria di prossimità con attrezzature di diagnostica domiciliare, era utile prima e lo sarà anche dopo l’auspicabile fine di questa pandemia».

Buona la strada recentemente intrapresa con i Covid Hotel per gli asintomatici e paucisintomatici che escono dagli ospedali, «una scelta che però va ampliata alle persone positive che svolgono la loro quarantena presso il proprio domicilio, soprattutto quando ci si trova in presenza di residenze piccole o sovraffollate o di anziani e malati nel nucleo familiare».

2. Tracciamento lavoratori, smart working e trasporti

Ci sono 4,5 milioni di lavoratori in Lombardia, un campione straordinario per tracciare le rotte del virus e decisivo per contenerlo. «Bisogna usare le aziende in funzione sussidiaria e fare in modo che tutti i lavoratori siano periodicamente testati e poi adeguatamente seguiti in caso di positività. Questo costo però non può riversarsi sulle imprese ma deve essere totalmente a carico delle risorse pubbliche». La cooperazione chiede incentivi per lo smart working, favorendo gli investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, soprattutto nelle zone con gravi problemi di connessione. Infine la richiesta di incentivare orari flessibili di entrata e uscita dal lavoro in modo tale da non congestionare gli orari di punta, tramutando il sistema dei trasporti in un vero acceleratore di contagio. Sui trasporti, si potrebbero incrementare l’utilizzo dei taxi in città con un’agevolazione per motivi di lavoro e le corse delle linee extraurbane. In uno scenario di questo tipo è auspicabile la riapertura seguendo linee rigorosissime dei servizi ai lavoratori a partire da bar e ristorazione incentivando l’asporto e la consegna a domicilio.

3. Didattica in presenza su turni giornalieri alternati

La didattica a distanza può essere uno strumento di grande supporto all’anno scolastico in corso, però non possiamo più permetterci solo questa soluzione, particolarmente svantaggiosa per le categorie degli studenti ed anche delle famiglie più fragili. L’unico modo per ritornare alla didattica in presenza è sfruttare al massimo la potenzialità degli istituti con turni sull’intera giornata in modo da decongestionare spazi e trasporti.

4. Piano integrato per la ripartenza

La proposta è quella di utilizzare POLIS, l’Istituto Regionale per il supporto alle politiche della Lombardia che insieme alle migliori competenze accademiche della Regione possa redigere in fretta un piano integrato e completo di nuove regole sociali, dando seguito sistematico a quanto già espresso nel Rapporto Lombardia 2020.

Photo by Luca Bravo on Unsplash


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