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Pisapia: «I pescatori italiani sequestrati dalla Libia usati come arma di pressione e ricatto»

L'europarlamentare Giuliano Pisapia denuncia «l'arroganza di Haftar» come di un «vergognoso schiaffo nei confronti dell’Italia e dell’Europa»

di Redazione

Dal 1 settembre al 1 dicembre. Un tempo infinito, che non passa mai: è quello che devono vivere i pescatori italiani sequestrati dalle "autorità" libiche e le loro famiglie. Troppo silenzio attorno a loro e troppa inerzia rispetto a una vicenda dai contorni oscuri.

L'europarlamentare Giuliano Pisapia denuncia «l'arroganza di Haftar» come di un «vergognoso schiaffo nei confronti dell’Italia e dell’Europa».

Lo fa in un post sulla sua pagina Facebook dove scrive:

«Oggi sono 90 giorni che 18 pescatori di Mazara del Vallo sono ostaggi nelle mani del Colonnello Haftar, satrapo al pari di Al Sisi e Erdogan. I loro due pescherecci sono stati sequestrati in acque internazionali a 35 miglia a nord di Bengasi da una motovedetta di Haftar. Non hanno alcuna colpa ma sono usati come arma di ricatto e di pressione. Intorno a loro – salvo lodevoli eccezioni – vi è una inaccettabile coltre di silenzio.

Il ministro degli esteri deve fare tutto il necessario per riportare a casa questi nostri connazionali. L’arroganza di Haftar è un vergognoso schiaffo nei confronti dell’Italia e dell’Europa. È ora di mettere fine a questa situazione intollerabile e vergognosa ed è bene che l’opinione pubblica italiana, senza divisioni, si mobiliti per la loro immediata liberazione».


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