Politica & Istituzioni

“Educare in comune”: un bando da 15 milioni contro la povertà educativa minorile

Pubblicato ieri dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia, ha tre aree progettuali: famiglia come risorsa; relazione e inclusione; cultura, arte e ambiente. I comuni potranno partecipare singolarmente o in forma associata, anche in collaborazione con enti pubblici e privati. Scadenza il 1° marzo 2021

di Redazione

Arriva un bando per i comuni italiani, per contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale dei bambini e dei ragazzi, in un momento in cui l’emergenza sanitaria ha acuito le disuguaglianze, le fragilità e i divari socioeconomici. Si chiama “Educare in comune” e lo ha pubblicato ieri il Dipartimento per le Politiche della Famiglia, il budget è di 15 milioni di euro, per progetti, anche sperimentali, che valorizzino lo sviluppo delle potenzialità fisiche, cognitive, emotive e sociali dei bambini e degli adolescenti, al fine di renderli individui attivi e responsabili all’interno delle proprie comunità di appartenenza. Per l'esattezza il titolo completo è «per il finanziamento di progetti per il contrasto della poverta’ educativa e il sostegno delle opportunità culturali e educative di persone minorenni».

In linea con gli obiettivi della Child Guarantee, i progetti dovranno essere volti a contrastare gli effetti negativi prodotti dalla pandemia su bambini e ragazzi. Tre sono le aree tematiche oggetto di finanziamento: famiglia come risorsa; relazione e inclusione; cultura, arte e ambiente.

Nell’area A. “Famiglia come risorsa” si intendono favorire progetti in grado di attuare modelli di benessere familiare basati sulla cura, la socializzazione, la prevenzione delle forme di istituzionalizzazione dei minorenni, l’educazione di bambini e giovani, anche con fragilità o appartenenti a fasce sociali svantaggiate nei propri contesti di vita, nonché di sostenere i minorenni e le famiglie, in particolar modo quelle con più figli minorenni, nella ricerca delle personali risposte ai propri bisogni o problemi. Ciò significa strutturare, attorno al minorenne in difficoltà, una proposta di interventi complementari, a supporto anche delle competenze genitoriali della famiglia di provenienza, che spaziano dalle buone relazioni, alle attività di prossimità.

Nell’area B. “Relazione e inclusione”, gli interventi devono favorire, attraverso un approccio organico multidisciplinare, la crescita individuale dei bambini e degli adolescenti, attraverso l’acquisizione di una maggiore conoscenza e gestione delle emozioni, della capacità di sviluppare resilienza, di maturare la consapevolezza di poter essere cittadini attivi con l’obiettivo di creare condizioni che evitino il formarsi di forme di disagio, emarginazione e atteggiamenti antisociali.

Nell’area C. “Cultura, arte e ambiente” sono individuati i temi della cultura e dell’ambiente quali indispensabili per il corretto sviluppo della vita culturale, sociale e cognitiva dei bambini e degli 6 adolescenti. La mancanza di stimoli alla fruizione delle attività culturali è, infatti, un indice di povertà educativa. Le iniziative aventi ad oggetto questa area tematica favoriscono la fruizione, regolare e attiva, della bellezza, del patrimonio materiale e immateriale e del territorio, con un’offerta di iniziative educative e ludiche di qualità che spaziano dalle biblioteche ai musei, dai teatri ai monumenti, dai cinema ai siti archeologici, e che prevedono modalità di fruizione innovative che sperimentano nuove e diversificati linguaggi di comunicazione artistica

I comuni potranno partecipare singolarmente o in forma associata, anche in collaborazione con enti pubblici e privati. Ciascuna proposta progettuale potrà beneficiare di un finanziamento fra i 50mila e i 350mila euro. La scadenza dei termini di presentazione delle proposte progettuali è fissata al 1° marzo 2021. I progetti ammessi a finanziamento dovranno avere una durata di 12 mesi.

La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti spiega che «sostenere e accompagnare la crescita delle nuove generazioni, ancor di più in questo tempo inedito, è e deve essere obiettivo condiviso: si tratta di promuovere modelli e servizi di welfare di comunità, consolidando le esperienze già presenti nei nostri territori e sostenendo il lavoro dei comuni italiani. Lavorare in sinergia e in rete è l’arma che abbiamo per contrastare un fenomeno di isolamento e di esclusione sociale che la pandemia rischia di aggravare».

Photo by Toni Zaat on Unsplash


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