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Lediesis, street artist per i diritti delle donne

Seguitissima su Instagram la coppia artistica ha scelto di rendere omaggio a figure femminili, Superwomen del nostro tempo, reali o di fantasia con le loro opere «In questo momento, chiusi musei, teatri, cinema, sale per i concerti e tutti i luoghi in cui normalmente si fruisce la bellezza e la cultura, la creatività, libera, non si ferma. Per questo abbiamo cercato altre strade per esprimere la nostra arte»

di Stefania Massari

Su Instagram sono seguitissime. In poco tempo, infatti, hanno raggiunto più di 14mila follower e, ogniqualvolta appare una delle loro opere nelle varie città, gli streethunter partecipano ad una divertente caccia al tesoro per scovare le altre sette opere rimanenti. Sono le #Lediesis, coppia di street artist, alle quali viene riconosciuto il merito di aver reso omaggio alle Superwomen: icone del nostro tempo, reali o di fantasia, ritratte sul petto con la mitica “S” di Superman che fanno l’occhiolino, un gesto che vuole creare empatia e complicità con i passanti.

La scelta del nome, con tanto di hashtag, è alquanto singolare e si rifà sia al linguaggio dei social sia a quello musicale, il diesis, che è un’alterazione della nota di base. Inoltre, nel pronunciare Lediesis, è chiaro che ci si vuole riferire alle donne: le ladies per l’appunto.
Ma questi sono solo alcuni dettagli che ancora non ci fanno comprendere appieno il fenomeno Lediesis. Poco o nulla si sa della loro identità e del perché hanno scelto di raffigurare soggetti prettamente femminili.

«Siamo due donne, due amiche» dicono le Lediesis «e la scelta di omaggiare le figure femminili che ci hanno formato e ispirato e che tuttora sono fonte d’ispirazione in ogni campo, artistico, scientifico o semplicemente emozionale, è stata del tutto istintiva. Anche se non ci identifichiamo troppo in quello che creiamo ed è forse per questo che abbiamo scelto l’anonimato».

L’idea delle Superwomen è nata quasi per scherzo durante la visita ad “Arte Fiera” a Bologna, a gennaio dello scorso anno. In seguito, le street artist hanno voluto realizzare il progetto nella loro Firenze, una delle città capofila della street art italiana, in occasione dell’8 marzo 2019, attaccando i poster di otto donne per le strade della città, tra cui l’astrofisica Margherita Hack, che qui nacque, e la neurologa Rita Levi Montalcini, che qui visse con la famiglia, durante la Seconda Guerra Mondiale, cambiando spesso abitazione per non incorrere nelle deportazioni.

Successivamente si sono spostate nella città capitolina che ha ospitato Mamma Roma e Nonna Roma alias Anna Magnani e Sora Lella, per rendere omaggio alla romanità più schietta e verace; a Milano per celebrare la poetessa Alda Merini; a Venezia per dare risalto a Peggy Guggenheim, collezionista d’arte e mecenate statunitense, e a Bari per far conoscere, anche ai più giovani, il volto della divina cantante lirica Maria Callas, che si esibì al Teatro Petruzzelli.

Le loro opere sono dipinte con la tecnica del paste up, altrimenti detta poster art, che coniuga la progettazione e realizzazione in studio del dipinto su carta con l’attacchinaggio, di notte, in strada sugli spazi prescelti per alimentare il mistero e garantire l’anonimato. Le finestre cieche, disseminate nei luoghi più pittoreschi del centro, sembrano essere adatte per diffondere il loro messaggio: riscoprire i superpoteri che si celano dentro ognuno di noi ai quali è possibile dar voce prendendo spunto da queste donne libere e illuminate che, seppur diverse tra loro, hanno saputo contribuire al miglioramento della società con la loro straordinaria competenza e forza d’animo.

Quello che traspare dalle loro opere però non è solo questo perché, grazie alla scelta dei colori brillanti e alle espressioni scherzose delle protagoniste, le artiste mirano ad esprimere una sensazione specifica.
«C’è una leggerezza creativa che accompagna ogni nostra idea», raccontano le Lediesis «iniziativa ed infine esecuzione. Questa leggerezza probabilmente traspare nelle opere che la trasmettono empaticamente. Oltre al fatto che le nostre donne rappresentano delle icone universalmente riconosciute, raffigurate in un atteggiamento quasi familiare e complice con lo spettatore. Almeno così crediamo».

Ma le Lediesis, così facendo, si occupano di temi sociali e, nella loro visione libera dagli schemi prestabiliti, includono anche la lotta per i diritti delle donne. Un'opera di grande importanza è stata quella dedicata a Giovanna Botteri. La corrispondente Rai da Pechino era stata vittima di body shaming e le artiste, per farle sentire la loro vicinanza, hanno pensato bene di ritrarla.

«Il perno del nostro lavoro ruota intorno ai diritti degli individui – continuano le Lediesis – in particolare modo sul mondo femminile. Mai come in questo periodo storico il femminile sta acquisendo sempre maggior forza e consapevolezza delle proprie capacità. Ruoli che tradizionalmente erano prettamente maschili, spesso vengono affidati anche alle donne. Che non sono solo gli angeli del focolare, ma ricoprono sempre di più ruoli cardini nella società».

Recentemente le street artist hanno creato due nuove Superwomen e altre iniziative vedranno la luce il prossimo anno.
«Sempre di più il presente sta entrando nella nostra arte – proseguono le Lediesis – anche perché oggi le donne stanno emergendo e sono in prima linea nelle battaglie per i diritti di tutti. In questo momento, chiusi musei, teatri, cinema, sale per i concerti e tutti i luoghi in cui normalmente si fruisce la bellezza e la cultura, la creatività, libera, non si ferma. Per questo abbiamo cercato altre strade per esprimere la nostra arte, portandola con i manifesti nelle vie di Firenze dove tutti possono vederla e usufruendo degli spazi legali. In giro per la città ci sono due nuove #superwomen per il progetto "Stop for a new hope” (nell'immagine), in collaborazione con il Festival dei Diritti promosso dal Comune di Firenze. Una è la giovane Ellie Goldstein, la modella di Gucci con la sindrome di Down, che con la sua grazia bypassa gli stereotipi che ci siamo costruiti nel corso degli anni; l’altra è Lashana Lynch, l’attrice che interpreterà il nuovo agente 007, testimone di un percorso di emancipazione e consapevolezza della donna in questo complesso periodo storico. Il prossimo anno inoltre ci vedrà impegnate in una collettiva a Venezia e poi porteremo la nostra mostra itinerante Superwomen 8 donne x 8 città (che è già stata ospitata al Mann di Napoli e al Mad di Firenze) al Museo Didattico Riserva Incisioni di Brescia in primavera e al Museo Civico di Bari in estate».
Nonostante il periodo di crisi quindi che vede chiusi i luoghi simbolo della cultura, l’arte a cielo aperto può essere considerato uno strumento valido per sensibilizzare l’opinione pubblica e per costruire una società che miri ad una parità di genere.

«L’opinione pubblica è una conseguenza di quello che pensiamo e facciamo singolarmente. Se ho una presa di coscienza, come uomo o come donna, di quello che potenzialmente valgo, questa si riflette successivamente nella società. L’uomo e la donna come genere sono diversi, ma tutti i preconcetti non hanno ragione di esistere se ci sono il rispetto e l’accoglienza della diversità come valore e ricchezza», concludono le Lediesis.


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