Cooperazione & Relazioni internazionali

Da Bologna partono le reti di città contro il razzismo

Marco Lombardo, assessore al lavoro e alle attività produttive di Bologna: “Le politiche migratorie dovrebbero basarsi su tre pilastri per orientare le azioni delle amministrazioni locali: il lavoro, la cooperazione internazionale e le politiche di inclusione sociale”

di Redazione

«​Le politiche migratorie fondate sull’accoglienza diffusa e la cultura della tutela dei diritti fondamentali dovrebbero uscire dalla dittatura dell’emergenza e basarsi su tre pilastri per orientare le azioni delle amministrazioni locali: il lavoro, la cooperazione internazionale e le politiche di inclusione sociale». Con questa parole, Marco Lombardo, Assessore al lavoro e alle attività produttive di Bologna, ha aperto “CommunicAction: Together to protect human rights at the local level”, la Conferenza Generale di ECCAR – The European Coalition of Cities Against Racism – promossa dal Comune di Bologna e dal Centro Interculturale Zonarelli.

A partecipare, lo scorso 19 e 20 novembre, Istituzioni internazionali, nazionali, locali, società civile e centri interculturali di diversi paesi europei. Tra questi anche i partner del progetto Ciak MigrACTION promosso da WeWorld con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul contributo dei migranti nelle società europee e promuovere una narrazione della migrazione basata su dati e fatti reali. «​Le reti internazionali come ECCAR e progetti come CIAK Migraction – continua l’assessore Lombardo – aiutano molto a mantenere attivi i processi di ascolto, confronto e interazione con i giovani, la società civile, i media e le altre città europee. Credo che il coinvolgimento delle reti di città sia fondamentale per lo sviluppo di azioni innovative ed efficaci per promuovere l’inclusione sociale, la diversità e la tutela dei diritti umani, avendo particolare riguardo alla dimensione delle nostre città. Integrare la prospettiva delle giovani generazioni e valorizzare il protagonismo della diaspora, in maniera strutturale e sostenibile, costituiscono obiettivi strategici di sviluppo della nostra comunità civica».

In particolare, venerdì 20, si sono svolti anche tre Working Group tematici tra cui “Speaking up! Youth and media voices and narratives to communicate new cities”, focus organizzato da WeWorld e coordinato dal consorzio europeo del progetto CIAK MigrACTION. Questa è stata l’occasione di condividere esperienze sul campo e buone pratiche per promuovere l’inclusione attraverso il coinvolgimento attivo dei giovani. In particolare, si è scelto di analizzare gli strumenti che si possono sviluppare nell’ambito della comunicazione e dell’educazione per contrastare le discriminazioni, per promuovere il valore delle diversità e per combattere xenofobia, razzismo e hate speech. La ricca discussione si è sviluppata a partire dalle tre azioni su cui si fonda la strategia europea per i giovani 2019-2027della Commissione Europea: Coinvolgere-Connettere-Rafforzare.

Coinvolgere i giovani in tutti i livelli dei processi democratici è infatti la sfida a cui risponde con successo la città di Gothemburg, dove da diversi anni è insediato lo Youth Council. Renderli protagonisti dei processi creativi e comunicativi è la strategia di molte campagne di comunicazione attraverso storytelling, tra cui quelli dell’associazione C.O.A.C.H. a Colonia, IM projects a Helsiborgh, Officine Gomitoli e Coop Dedalus a Napoli, di SuedWind in Austria e del progetto europeo Clarinet. Fondamentale invece sviluppare il senso di appartenenza allo spazio urbano, promuovendo una cittadinanza consapevole: valorizzare e riscoprire la memoria storica dei territori per condividerla con i nuovi cittadini, sottolineare gli elementi che ci accomunano nella ricca diversità per conoscerci e vivere insieme la città, aprire spazi di socialità attiva accessibili a tutti sono alcune delle strategie sperimentate rispettivamente dalla Scuola di Pace di Montesole (Bologna), da City of Athens Coordination Center for Migrant & Refugee issues e dalla Municipalità di Kadikoy a Istanbul.


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