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Calabria: non servono grandi, ma buone opere

Domani, mercoledì 16 dicembre alle 15,30 la presentazione pubblica, in diretta Facebook, dell’instant book “La Calabria che riparte. Esperienze, storie, sogni e visioni per riscrivere il presente”. Modera l'evento il giornalista Giuseppe Smorto. «Ecco a voi un racconto a dieci voci che guarda avanti», scrive Smorto nella prefazione del book. «Questo presente non ci piace, ragioniamo sul futuro con la forza del nostro passato. Questa è una Regione plurale che può vantare bravi imprenditori e storie di successo e solidarietà, oscurate dalla cronaca nera»

di Redazione

Mercoldì 16 dicembre alle 15,30 la presentazione pubblica in diretta sulla pagina Facebook di Vita, dell’instant book “La Calabria che riparte. Esperienze, storie, sogni e visioni per riscrivere il presente”.

Il book è nato per rispondere ad una domanda precisa: quanto sappiamo della Calabria? Abbiamo chiesto a dieci calabresi di parlarci della loro terra. Ne è uscito è un racconto sorprendente fatto di esperienze, storie, sogni, visioni, dai quali la Regione può ripartire. Anzi, lo sta già facendo.

Intervengono all'evento l'imprenditrice Pina Amarelli, Giacomo Panizza co-fondatore di Comunità Progetto Sud, il presidente di Goel, Vincenzo Linarello e l’antropologo Vito Teti. Modera il giornalista Giuseppe Smorto, che nella prefazione dell'Instant book scrive: «Ecco a voi un racconto a dieci voci che guarda avanti. Per uscire dalle emergenze – che sia quella sanitaria, dei rifiuti, o criminale – la Calabria ha bisogno di una coraggiosa visione sociale ed economica, bipartisan e a rispettoso distacco dalla politica, o di quel che resta. Quando si parla di Salute o qualità della vita, l’unica contrapposizione possibile è quella fra gli onesti e i disonesti.

Questo presente non ci piace, ragioniamo sul futuro con la forza del nostro passato. Che non è solo fatto di Pitagora o dei Bronzi, ma è la vita di una Regione plurale che ha prodotto grandi sogni e grandi intelligenze, per voi vederli svanire. Che può vantare bravi imprenditori e storie di successo e solidarietà, oscurate dalla cronaca nera. Quanti conoscevano Mimmo Lucano prima che lo scoprissero i settimanali americani?

Partiamo quindi dalla visione, l’esempio e le esperienze non mancano. Il momento è ora: non servono Grandi, ma Buone opere. Se il Rettore dell’Università della Calabria (quasi 25mila iscritti) protesta per i trasporti, se dice che per molti studenti calabresi è più facile trasferirsi a Roma, diamogli ascolto. Creiamo un sistema che favorisca non le partenze, ma i ritorni.

Carmelo Basile, ingegnere, scoprì l’uso e l’importanza delle biomasse in Germania, ormai più di dieci anni fa. È tornato a casa, ha fondato la Fattoria della Piana, che accoglie lavoratori di cento Paesi, produce latticini e salumi. Ma produce anche energia raccogliendo gli scarti agricoli di tutta la zona, felicità reciproca. Ora è tornata anche la figlia di Basile, che era manager di Amazon: insieme al compagno, crede in questa terra.

Favoriamo i ritorni. Lo smart working ha aperto una strada: sono almeno 45 mila i giovani (quasi tutti qualificati e con uno stipendio alto) che sono tornati a Sud in questi mesi, fonte Svimez. Il fenomeno, già timbrato dalla Treccani, si chiama South Working. Ma a questi professionisti non basta il cielo terso o i prezzi bassi, hanno bisogno anche di servizi. In Calabria solo tre bambini su 100 frequentano gli asili pubblici.

Il futuro potrebbe stare tutto dentro queste storie: anche l’economia verde, la rivoluzione digitale può aggirare il presente, il problema dei trasporti, i ricatti locali. Amazon sarà certo il nemico di molti commercianti, che vanno difesi, ma è anche l’ancora di salvezza di tante piccole e medie imprese. Quante aziende calabresi hanno adeguato la loro presenza sul digitale e sui nuovi media per farsi conoscere all’estero? Certe volte è scoraggiante perfino aprire il sito che le rappresenta…"

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