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Cooperazione & Relazioni internazionali

Il modello navi-quarantena: domani l’incontro online con il garante dei detenuti

Domani alle 11 su Zoom e in diretta Facebook l'evento “Il modello navi quarantena: analisi e criticità”. A dialogare con Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, saranno Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato ed esperto di diritto d’asilo, Yasmine Accardo, Campagna LasciateCIEntrare, Chiara Denaro, ricercatrice Università di Trento e Paola Tagliabue, medico staff di Emergency. A moderare l’incontro il giornalista di Vita Alessandro Puglia.

di Redazione

L’Ong Ciss/Cooperazione internazionale Sud Sud con Forum Antirazzista organizza l’evento pubblico “Il modello navi quarantena: analisi e criticità”, alle 11 online su Zoom e in diretta Facebook. A dialogare con Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale saranno Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato ed esperto di diritto d’asilo, Yasmine Accardo, Campagna LasciateCIEntrare, Chiara Denaro, ricercatrice Università di Trento e Paola Tagliabue, medico staff di Emergency. A moderare l’incontro il giornalista di Vita Alessandro Puglia.

Dall’aprile 2020, le navi quarantena sono utilizzate in Italia per il monitoraggio sanitario di persone in percorso migratorio arrivati via mare. L’uso di queste navi implica però una restrizione della libertà di movimento e una violazione del divieto di discriminazione, perché le navi quarantena sono usate esclusivamente per persone in percorso migratorio.

Con il documento “Criticità del sistema navi-quarantena per persone migranti: analisi e richieste” oltre 150 associazioni e organizzazioni italiane ed europee (adesioni che stanno continuando ad aumentare) hanno fatto delle richieste specifiche al Governo italiano, ritenendo quello delle navi-quarantena un sistema che non si adatta all'obiettivo del contrasto al diffondersi della pandemia, né ad individuare vulnerabilità, che anzi amplifica.

Tali richieste riguardano l'esigenza di non discriminare le persone migranti – poiché tale sistema, lo ribadiamo, si attua con modalità differenziate per i soli cittadini stranieri in percorso migratorio – garantendo loro accesso alla salute in centri di accoglienza dignitosi a terra, e la mancanza pressoché totale di trasparenza e informazione a riguardo.

Le storie e le morti di Abou Diakite, di Bilal Ben Masoud e di Abdallah Said pesano. Ma assieme a queste tragiche morti vi sono molte altre storie di persone di cui sappiamo poco. Siamo consapevoli della difficoltà della situazione attuale, ma la tutela della salute pubblica non può essere usata a pretesto per violare i diritti fondamentali delle persone. La perdurante e pressoché completa assenza di informazioni ufficiali su quanto accade a bordo di queste navi in termini sanitari, psicologici, legali, alla possibilità di comunicazione con l'esterno, rappresenta un’aggiuntiva fonte di preoccupazione.

Temiamo che il sistema navi-quarantena possa diventare un modello riportato in altri luoghi e che si trasformi da soluzione temporanea per la gestione di misure di profilassi sanitaria a modello standard per la gestione degli arrivi da mare (per sbarchi autonomi o operazioni SAR).


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