Solidarietà & Volontariato

Il Comune mette a bando la storica casa di Nocetum

L'associazione che dal 1988, nei quartieri difficili di Corvetto e Porto di Mare, accoglie ragazze madri e fa reinserimento lavorativo si è vista metterà a bando la Cascina Corte San Giacomo, il bene in cui ha sede e che ha ristrutturato e riqualificato. «Non è stato possibile fare altrimenti», spiega l'assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura Maran, «l'interpretazione delle norme oggi ci impone di rimettere i beni pubblici a bando ogni volta. Abbiamo comunque mantenuto un diritto di prelazione»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Sarei stato la persona più felice del mondo se avessimo potuto dare un rinnovo senza gara. Conosciamo il valore dell'iniziativa. Ma le verifiche amministrative ci dicono che in questi casi bisogna fare una gara pubblica. Abbiamo tuttavia introdotto una tutela nei loro confronti che è la prelazione». Così un imbarazzato Pierfrancesco Maran, assessore del Comune di Milano a Urbanistica, Verde e Agricoltura commenta a Vita.it la notizia della messa a bando della Cascina Corte San Giacomo, casa dell'Associazione Nocetum. «Ci ho provato in ogni modo ad evitarlo ma non è stato possibile», chiarisce l'assessore. Il problema? «Tutte le norme vanno nella direzione interpretativa della rimessa a bando. Per l'Associazione Nazionale Anticorruzione non si può fare distinzione tra beni concessi a realtà profit e beni invece in uso al non profit».

Chi è Nocetum
Quella della messa a bando della Cascina è una notizia ferale per il territorio. All’interno della Valle dei Monaci, confinante con il parco della Vettabbia, costituita Punto Parco Agricolo Sud Milano nel 2006 e successivamente Porta del Parco Agricolo Sud Milano dalla Provincia di Milano (nel giugno 2010), infatti Associazione Nocetum occupa una posizione strategica tra città densa e ambito urbano rurale. L’Associazione è stata fondata nel 1998, dopo dieci anni di attività informale da Suor Ancilla Beretta che ne è la Presidente, Gloria Mari e un gruppo di laici volontari.

«Nel 1988 abbiamo cominciato a frequentare la chiesetta abbandonata andando a pregare. Dal 1998 ci siamo costituiti associazione così da poter prendere in affitto la Cascina dall'allora proprietà, il Consorzio delle Acque Navigabili Milano-Cremona-Po. Nel 2010 abbiamo costituito anche la Nocetum Società Cooperativa Sociale, per rispondere in modo più strutturato ai bisogni della persone in difficoltà incontrate e alla promozione del territorio. Il 9 luglio del 2012 il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo della Diocesi di Milano ci ha riconosciuti Associazione Privata di fedeli. Mentre nel gennaio 2020 è stata riconosciuta come Comunità Laudato si’ per il suo impegno sia nella custodia del creato sia nel sostegno sociale delle persone in stato di disagio», racconta Gloria Mari, referente del Centro Nocetum.

Insomma Nocetum è una bella storia del sociale milanese. «La nostra presenza è da ormai più di ventanni un presidio del territorio che ha riqualificato un bene in disuso con un valore storico importante, ha preservato un territorio dal punto di vista ambientale e ha rammendato la comunità di una periferia tra le più ferite della città», aggiunge Mari.

Il bando
La notizia non è stata una doccia fredda. «Sapevamo che sarebbe successo. Abbiamo cercato di scongiurarlo a più riprese senza successo», spiega Mari. Oltre alle richieste di attenzione di Nocetum la questione era stata sollevata anche da un documento urgente votato dal Municipio 4 nel luglio scorso (scaricabile in allegato) che chiedeva a Palazzo Marino il rinnovo di concessione e locazione. A nulla è valso neanche il tentativo di Matteo Forte, consigliere comunale eletto con Milano Popolare Parisi Sindaco, che ha presentato una mozione (scaricabile in allegato) che puntava «ad introdurre una regola generale che riguardi gli enti sociali distinguendoli dalle realtà profit e scongiuri la rimessa sistematica a bando dei beni loro affidati, valorizzando i servizi sociali e assistenziali che queste realtà offrono ai territori».

Già perché non è la prima volta. «Era già successo con la Fondazione Perini a Quarto Oggiaro. Non possiamo ogni volta ritrovarci a discutere delle stesse cose per ogni ente sociale che finisce in questo tipo di problemi», conclude Forte.

Un'ipotesi che l'assessore Maran non esclude: «non sono l'assessore al demanio ma ritengo sia una strada possibile da valutare». Resta da capire perché allora non sia ancora stata approfondita.

I rischi per Nocetum
Se è vero che l'associazione avrà diritto di prelazione nell'ambito del bando che mette in locazione per 30 anni (con canone annuale pari a 7.605 euro) «non è affatto una sicurezza» sottolinea Mari che aggiunge, «questo complesso rurale, costituito da un'antica cascina e da due fabbricati più recenti, comprensivo delle aree pertinenziali, tra cui la Chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo, sottoposta a vincolo di interesse storico e artistico, e da un frutteto di 11.000 metri quadrati non è solo la casa in cui abbiamo investito oltre 2 milioni di euro per la ristrutturazione e il recupero. Ma, essendo noi oltre che associazione e cooperativa di tipo a anche coop di tipo b, convenzionata con il Comune, e facendo inserimento lavorativo agricolo, se dovessimo perdere la Cascina perderemmo anche il nostro core business, non potremmo più lavorare». Questo senza contare una storia di oltre vent'anni di relazione con il territorio. Un brutto pasticcio che si spera possa trovare una soluzione. «Ci siamo sin da subito messi sotto a lavorare al bando, abbiamo l'idea di rilanciare con anche nuove attività. Come sempre poi ci affidiamo a Dio e alla preghiera. Lui tutto può e sono convinta ci aiuterà ancora una volta», conclude Mari.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA