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Capitol Hill interroga destra, sinistra e Chiesa cattolica

La cultura politica conservatrie Può ancora riprendere il sopravvento di fronte all’irrazionalità violenta del populismo? Il nuovo presidente Biden saprà uscire da una contrapposizione radicalizzata? E la Chiesa americana supererà il rischio dovuto al fatto che il confine tra estremismo politico ed ecclesiale sta sfumando.

di Alessandro Banfi

Gli americani sono in una condizione di convivenza civile drammatica e inedita. Il giorno dell’Epifania 2021 è accaduto qualcosa di non paragonabile a tutto ciò che è avvenuto in quel Paese da almeno duecento anni a questa parte. Eppure quello che si è svolto davanti anche ai nostri occhi di europei è terrificante: bandiere confederate che sventolavano dalle sale del Campidoglio. Cartelli con la scritta “Gesù salva” tenuti al di sopra della folla in rivolta. Gli aggressori che combattevano contro la polizia e commettevano atti di vandalismo negli uffici mentre i legislatori si nascondevano, difesi da pochi poliziotti con le armi in pugno. Quei legislatori rannicchiati e i loro partiti, collettivamente, portano parte della colpa per lo stato in cui ora tutti ci troviamo.

Donald Trump, il Presidente bocciato dagli elettori, non ha accettato la sconfitta e ha organizzato e guidato questa specie di colpo di Stato dentro le istituzioni parlamentari, nel giorno in cui avrebbero dovuto proclamare la vittoria del suo successore. 30 mila assalitori, chiamati a raccolta, organizzati e fiancheggiati dalla più alta autorità dello Stato, che non accettano il voto democratico. E ora gli Stati Uniti sono in uno stato di quasi guerra civile fino al 20 gennaio. Sono giorni in cui potrebbe ancora accadere di tutto. Vedremo che cosa accadrà nei prossimi giorni, col fiato sospeso.

Tre considerazioni, con tutto il rispetto che si deve ad una Nazione, cui noi del resto del mondo dobbiamo storicamente e idealmente una riconoscenza per aver salvaguardato la democrazia fin dal 1940: dalla lotta contro Hitler fino alla guerra fredda e oltre.

La prima riguarda proprio la natura molto pericolosa della nuova destra populista americana. È una cultura prima ancora che una politica ed è un grave errore pensare che possa finire con il declino di Trump. Questione vitale per i conservatori repubblicani americani ma in genere per il pensiero liberale in tutto il mondo. Può ancora esistere un patriottismo conservatore che non sia nazionalismo? È ancora possibile schierarsi per la libertà di pensiero e di parola, impedendo che diventi cospirazionismo e fake news? I Vescovi americani nella loro dichiarazione di condanna dell’assalto chiedono il ritorno ad un “vero patriottismo”. Colpisce molto questo richiamo. Viene in mente il grande Edward Burke, parlamentare inglese di fine Settecento. Le radici del pensiero “tory”, liberale, gli albori di quella che sarà la “destra”. Quella grande cultura ha organizzato il consenso per più di due secoli, ha superato il totalitarismo e i fascismi. Churchill, nel suo momento migliore, ne fu espressione perfetta cui ogni uomo libero di oggi deve qualcosa. Può ancora riprendere il sopravvento di fronte all’irrazionalità violenta del populismo?

La seconda: c’è un grosso problema anche per la cosiddetta sinistra, la cui identità è stata già messa in crisi dalla fine del comunismo. Guardate su Netflix il film comico americano “Death 2020”, è fatto molto bene ed è di estrema attualità. Ma rappresenta il mainstream democratico. Tutti i personaggi positivi sono di colore, tutti i bianchi sono praticamente dei cretini. Il no all’aborto, e la nomina di Amy Coney Barrett, nuovo giudice nella Corte Suprema, sono ridicolizzati e messi sullo stesso piano dei cospirazionisti no mask e di fascistoidi vari, che credono nel 5G iniettati con le vaccinazioni… Alla fine le bandiere, portate dagli estremisti evangelici alleati di Trump, che inneggiano orrendamente a Gesù fra gli insurrezionisti di Capitol Hill sono l’altra faccia di questa contrapposizione. In questo ha perfettamente ragione chi dice che tanta sinistra ha sempre e solo demonizzato i valori dei conservatori e oggi non può più permetterselo. Se il nuovo Presidente Biden non saprà uscire da questa contrapposizione radicalizzata, fra quattro anni ci sarà un nuovo Trump (magari Ivanka) ad espugnare la Casa Bianca.

Terza considerazione. Come ha scritto giustamente il giornalista cattolico americano Greg Erlandson, direttore di Catholic News Service, anche la Chiesa cattolica americana, ma io aggiungerei di tutto il mondo, rischia di essere trascinata in questo scontro senza precedenti. “La Chiesa è soggetta a queste stessesollecitazioni gravitazionali”, ha scritto Erlandson, “Abbiamo i nostri estremisti da entrambe le parti, ben finanziati e disposti a sfidare chiunque, con cui non sono d'accordo dal parroco fino al Papa. E il confine tra estremismo politico ed ecclesiale sta sfumando. Le agende politiche conservatrici e liberali stanno guidando le agende della Chiesa, e viene adottata anche la stessa retorica apocalittica”.

La proposta profetica di Papa Francesco col suo “Fratelli tutti” sembra scontrarsi con un mondo dove prevale una specie di “Nemici tutti”. Un mondo fatto di una continua campagna di odio e di spudorate menzogne, dove il “cattivismo”, la violenza, la morte, anche grazie alla Rete e ai social, prevalgono inesorabilmente. Sono tempi oscuri, dove ognuno di noi dovrebbe sforzarsi di far prevalere la ragione, il dialogo, un terreno comune con i propri simili, la nozione di bene comune, come insegna la dottrina sociale della Chiesa. Riportare la politica alla grande arte del compromesso e della moderazione.


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