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Microtransazioni: un nuovo azzardo per i giovani?

Tecnicamente sono stringhe di dati programmati per dare un servizio a pagamento che può portare ad una ricompensa certa ed immediata oppure ad una ricompensa casuale. Purtroppo le microtransazioni stanno diventando sempre più un prodotto finanziario, molto vicino all'azzardo e alla portata dei più giovani

di Fabio Turroni

Il fatto: nel luglio di quest’anno, George, un bambino di 6 anni del Connecticut ha speso la bellezza di 16mila dollari (poco più di 13mila euro) in microtransazioni per un singolo gioco. Il gioco in questione è Sonic Forces, ultimo episodio della serie videoludica Sonic, la famosissima mascotte della casa giapponese Sega.

Il piccolo George giocava attraverso un iPad, il celeberrimo tablet della Apple. Veniamo a conoscenza della vicenda solo ora, quando ormai i sessanta giorni necessari per chiedere il rimborso sono scaduti, almeno secondo i principi contrattuali dell’Apple Store. La madre Jessica Johnson ha chiamato la propria banca per avviare un’indagine, credendo ci fosse un errore. Nulla di tutto ciò. La banca ha accertato che non si trattava né di un errore, né di una possibile frode: gli addebiti sulla carta associata all’account di gioco erano tutti regolari. Apple ha fatto chiaramente intendere che non concederà un rimborso ed ora, ad essere sotto accusa, è la banca stessa, accusata dalla donna di non essere intervenuta tempestivamente, segnalando l’accaduto.

Responsabilità, non consapevolezza

Non è questione di colpevolezza, ma di responsabilità. In un mondo ideale, la madre è responsabile del proprio figlio. La banca è responsabile della cura verso il proprio cliente. Apple è responsabile dei propri prodotti e dei prodotti che commercializza attraverso il proprio store. Sempre in un mondo ideale, una madre si interessa degli hobby del proprio figlio, soprattutto se ha 6 anni: di certo, non lascerà che il figlio giochi con qualcosa di cui non ha controllo, soprattutto se può portare a cattive abitudini.

Un mondo ideale auspica anche che la banca intervenga tempestivamente a segnalare movimenti sospetti e continuati, soprattutto se sono a senso unico. Infine, in un mondo ideale, Apple significa mela e, notoriamente, le mele fanno bene alla salute di chi le mangia. Il simbolo di Apple è appunto una mela addentata a cui manca un pezzetto: tutt’oggi il significato di quella mela morsicata resta un mistero.

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“Stay hungry”, disse nel 2011 il fondatore di Apple Steve Jobs, rivolgendosi agli studenti dell’università di Stanford in California. Siate affamati. Ora, leggendo di come Apple si sta comportando in questa vicenda, non è propriamente chiaro a chi fosse rivolto quel bellissimo messaggio di un uomo ormai prossimo alla fine dei suoi giorni. Cosa direbbe oggi Steve Jobs? Cosa resta della sua filosofia e di pensieri come “la tecnologia è nulla. Quello che è davvero importante è l'avere fede nelle persone, che loro siano sostanzialmente capaci e intelligenti, e che se gli fornisci degli strumenti, loro saranno in grado di fare cose fantastiche”.

Steve Jobs avrebbe probabilmente fede nel piccolo George, il quale da grande farà altrettanto probabilmente cose fantastiche. Tuttavia, George ha bisogno di crescere e di imparare: nonostante la madre affermi di dargli 4 dollari per tenere in ordine la propria cameretta, alla sua tenera età non può conoscere a fondo il valore del denaro.

Le microtransazioni, tra etica e lucro

Facciamo un piccolo passo indietro. George ha speso i soldi della madre non per comprare giocattoli o caramelle, bensì per delle microtransazioni. Che cosa sono le microtransazioni? Sono un meccanismo predatorio, basato sull’illusione momentanea e sull’attrazione attraverso false promesse e colori sgargianti. Tecnicamente le microtransazioni non sono altro che stringhe di dati programmati per dare un servizio a pagamento che può portare ad una ricompensa certa ed immediata oppure ad una ricompensa casuale. Purtroppo le microtransazioni forniscono entrate economiche irrinunciabili, e non è ora il caso di colpevolizzare Apple per aver permesso agli sviluppatori del gioco di farne uso. Negli store viene infatti specificata la presenza di acquisti in gioco e la possibile fascia di spesa, pertanto da un punto di vista legale è molto probabile che non ci siano ripercussioni.

Ciò che invece dobbiamo sottolineare è che qualora fosse anche accertata una totale mancanza di responsabilità da parte di Apple, si avrebbe al contempo una totale mancanza di etica. Rimborsare economicamente la madre di George sarebbe probabilmente sconveniente a livello economico, ma non si parla di prodotti tangibili, né di qualcosa che potrebbe essere rivenduto: si tratta appunto di banalissime stringhe di dati. Quanto avrà guadagnato realmente Apple da tutto ciò? Briciole. Quanto perderà a livello d’immagine?

La realtà si è rotta

Serve un'altra etica imprenditoriale, soprattutto in una situazione del genere. Salomonicamente parlando, in un mondo ideale, Apple non andrebbe a risarcire direttamente ma potrebbe creare un fondo per gli studi futuri del piccolo George pari alla somma versata in microtransazioni. In un mondo ideale Apple si preoccuperebbe di salvaguardare la crescita di un potenziale futuro cliente, dipendente o persino dirigente, ma soprattutto di un cittadino del mondo.

Nel mondo di George invece, che è anche il mio e di Apple, i bambini sono troppo spesso abbandonati a loro stessi, vittime del loro "divertimento "e di genitori distratti. Essere impegnati nel lavoro non può essere un alibi. Un figlio è assunzione di responsabilità, è consapevolezza di lasciare un’impronta sul futuro dell’umanità. George non è solo figlio di Jessica Johnson e di certo vale più di quei 16mila dollari. George è purtroppo figlio del suo tempo, un’epoca che difficilmente perdona gli sbagli o le disattenzioni.

Alla sua età, non può combattere battaglie legali o smuovere corti supreme. Nemmeno sua madre, con ogni probabilità, potrà arrivare a tanto. George e Jessica non devono essere lasciati soli, ma soprattutto devono essere d’esempio a genitori e giovani videogiocatori affinché non ciò non si ripeta. Non devono essere solamente una notizia, bensì un episodio cardine che scateni governi ed associazioni contro una piaga che sta uccidendo il divertimento e la competizione sana tra giocatori. Siate affamati, certo, ma state lontani dalle streghe che vogliono proporvi il morso di una mela avvelenata.


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