Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Così Palermo è diventata digitale, un modello per la pubblica amministrazione

Al 13esimo posto nella classifica di ICity Rank 2020 (Fpa), la città di Palermo in un anno ha scalato oltre 60 posizioni nella graduatoria delle 107 città più digitali d'Italia. Un balzo in avanti che è stato possibile anche attraverso l'opera dell'assessore all'Innovazione, Giovani e Sport, il 27enne, Paolo Petralia Camassa: "Digitalizzare il pubblico è una precisa volontà politica"

di Alessandro Puglia

Un salto in classifica di oltre 60 posizioni. È l’esperienza di digitalizzazione del comune di Palermo che è balzata dal 77esimo al 13esimo posto nella classifica di trasformazione digitale ICity Rank 2020, nella graduatoria stilata da Fpa, che analizza la salute digitale di 107 città italiane e dove fino al 2019 permaneva un divario netto tra Nord e Sud.

Un gap digitale che è stato colmato in parte in tempi di pandemia e che oggi vede Palermo al secondo posto tra le città del Sud, preceduta solo da Cagliari, nono posto, e seguita da Lecce, 17 e Bari, 20.

La rivoluzione digitale di Palermo che a settembre ha ospitato la Digital Business Week è opera di un giovane assessore, Paolo Petralia Camassa, 27 anni, laureato in giurisprudenza a Milano e con una vasta esperienza all’estero. «La presenza di una società partecipata all’interno del comune specializzata nei servizi digitali come la Sispi ha permesso di mettere in pratica idee e progetti che sono il risultato di una visione politica».

Sono tanti e diversi i parametri che vengono utilizzati da Fpa nella realizzazione della graduatoria finale: «Abbiamo raggiunto altissimi livelli in alcuni settori quali Open data, gestione della trasparenza, servizi online. C’è stato un fortissimo incremento della digitalizzazione interna e abbiamo permesso a tutto il personale del comune di lavorare in smartworking».

Per realizzare i progetti il Comune di Palermo ha utilizzato esclusivamente fondi europei. E il piano triennale per l’informatica approvato a giugno 2020 utilizzerà lo stesso tipo di finanziamenti per una cifra pari a 10 milioni di euro.

Il capoluogo siciliano diventerà sempre più digitale in quella che è la direzione tracciata dal giovane assessore in carica dal 5 marzo: «proprio una settimana prima del lockdown», chiosa Petralia.

Aumenteranno le stazioni WiFi libere che già a Palermo sono 500, nel 2021 saranno 1000 e nel 2022 se ne aggiungeranno altre 500. Altri servizi riguarderanno il tracciamento delle pratiche che i cittadini potranno seguire online, e ancora panchine digitali per i turisti, implementazione della piattaforma interna di smartworking.

Insomma, Palermo davanti all’incalzare della pandemia che ha rimodulato spazi e modalità di lavoro non si è fatta trovare impreparata, come quando sono arrivati i fondi destinati alle spese alimentari: «Dopo aver ricevuto le richieste da parte dei cittadini, anziché utilizzare buoni cartacei abbiamo caricato i buoni alimentari attraverso il codice fiscale. I destinatari ricevevano un messaggio sul proprio dispositivo mobile con il luogo dove spendere il buono e la fascia oraria per evitare assembramenti». Da aprile 2020 ad oggi sono stati così inviati dal Comune di Palermo 82742 sms contenenti istruzioni per “spendere” il proprio buono. «Un’operazione possibile grazie soprattutto all’assessorato alle politiche sociali del comune e alla rete del Terzo Settore in grado di distribuire aiuti alimentari anche a quella fascia numerosa della popolazione che non è tracciabile perché non ha un codice fiscale».

L’assessore all’Innovazione, giovani e sport del comune di Palermo non ha dubbi: «La digitalizzazione è un fatto politico, vedremo quali strumenti la politica nazionale metterò in campo per aumentare la forza informatica della pubblica amministrazione», aggiunge Petralia Camassa che poi conclude: «L’esigenza di avere giovani in politica non può essere un dogma. Io apprendo sempre dai colleghi più grandi di me, ma è venuto il momento che anche la politica capisca il ruolo delle nuove generazioni, distanti sì da quel mondo, ma capaci di andare al passo con le richieste del nostro tempo».

Credit foto: Palermo vista dall'alto, Alessandro Puglia