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Attivismo civico & Terzo settore

Il Non Profit ieri, oggi e… domani

Dalle origini del volontariato all’analisi delle tante realtà che vediamo all'opera ogni giorno nelle nostre città, il libro che Antonietta Nembri, storica giornalista di Vita, ha appena pubblicato per l'Editoriale Delfino, rappresenta una bussola per navigare nel mare magnum del Terzo Settore. Con un focus su due case history: Interlife onlus e Banco Alimentare della Lombardia

di Marina Moioli

Terzo settore, questo sconosciuto. Al di fuori del mondo degli addetti ai lavori, dei volontari, dei cooperatori e dei cooperanti sono ancora in molti a fare confusione e a non conoscere la complessità e la ricchezza di un mondo che affonda le sue radici nel passato.

E il merito principale dell'interessante libro “Non Profit Oggi” scritto da Antonietta Nembri è proprio quello di fornire una chiave per interpretare questo settore così ricco e variegato che comprende nel suo perimetro tanto il volontariato quanto le fondazioni, le cooperative sociali, le ong e le imprese sociali. Un libro che, come sottolinea il fondatore di Vita Riccardo Bonacina nella sua prefazione , è «senza dubbio utile a far capire un po’ di più cosa sia il Terzo Settore, a coglierne la peculiarità e la sua importanza per la vita civile e anche per l’economia».

Il testo esplora infatti le origini medievali del volontariato e la nascita delle prime cooperative e società di mutuo soccorso in pieno Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri e raccontare le istituzioni, le associazioni e le buone pratiche di un mondo in evoluzione, capace di sperimentare nuove forme di impegno e di risposta ai bisogni sociali, senza dimenticare la recente Riforma del Terzo Settore e l’influenza delle tecnologie e dei cambiamenti sociali. Ma per non lasciare il tutto alla teoria presenta anche due realtà: Fondazione Banco Alimentare della Lombardia, ormai storica esperienza nel mondo della solidarietà dalle inaspettate ricadute ecologiche, e Interlife onlus, un modello originale di cooperazione allo sviluppo. Due realtà accomunate dall’impegno a favore dei più poveri, apparentemente distanti tra loro ma che, scrive ancora Bonacina nella prefazione «ci fanno capire cosa significa perseguire obiettivi di Bene Comune».

L’autrice, storica colonna di Vita da due decenni, è l’esempio vivente di cosa significhi la parola “volontario”. Laureata in Lettere moderne all’Università Cattolica e giornalista professionista dal 1986, è infatti impegnata da anni tra le fila dell’Unitalsi (Unione italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali).

«La dimensione del volontariato – spiega Antonietta Nembri – è proprio questa: uscire da sé, donarsi. Il termine stesso “volontario” etimologicamente si riallaccia al latino voluntarius e si lega a voluntas, ovvero volontà. Ma in francese, c'è un termine ancora più forte: bénévole, anch’esso etimologicamente legato al latino, ma a benevolus, ovvero “bene” e la radice del verbo volere dal latino velle».Una piccola sfumatura semantica che spiega la natura del gesto volontario: non un muoversi a caso, ma farlo in prima persona a favore di una causa, di un’idea, di un incontro.

La dimensione del volontariato è proprio questa: uscire da sé, donarsi

Antonietta Nembri

Uscito in libreria a dicembre 2020, nella collana L’Onda dell’Editoriale Delfino (pagg 80, 22 euro), il libro Non Profit Oggi parte dalla constatazione che «per chi fa esperienza di volontariato dall’adolescenza ci sono idee e pensieri quasi ovvi, ma per chi dei volontari, dei cooperatori e dei cooperanti sente parlare solo dai giornali il rischio di confondere pere con banane è molto concreto». Da qui il proposito dell’autrice di proporre un testo per così dire “for dummies”, non un trattato, un saggio a livello universitario, o una lunga dissertazione sui cambiamenti normativi in atto», visto anche che la Riforma non è stata ancora completata in tutti i suoi aspetti.

Come sottolinea ancora Riccardo Bonacina il Terzo Settore è infatti una «realtà molteplice e ricchissima e per questo spesso non sufficientemente compresa, capita. Soprattutto tra i politici che continuano a guardare a questo mondo come ad un’accolita di bravi ragazzi e ragazze non capendo come invece proprio lì siano germinati i semi di una diversa convivenza e di una nuova economia. Più inclusiva e sostenibile. Speriamo perciò che queste pagine incontrino tanti lettori anche tra i cosiddetti decisori. Auspicando che si capisca una volta per tutte che le realtà non profit non sono quelle realtà che invece di produrre utili producono deficit e debiti. Lo scopo del non profit non è quello di non realizzare profitti ma di non distribuirli… L'assenza delle finalità lucrative negli enti non profit è una delle caratteristiche giuridicamente rilevanti, rimarcata dalle norme che vietano la distribuzione degli utili, anche indirettamente, e che, quindi, vincolano la destinazione alle attività istituzionali dell'organizzazione e al perseguimento della sua mission. Questo prevedono le leggi e le norme fiscali in questo Paese da molti decenni in qua, norme e leggi rilanciate dalla Riforma».

Un libro che rappresenta un utile vademecum per addetti ai lavori ma anche una interessante scoperta per chi non conosce ancora questo mondo e la sua complessità. Con un invito ad approfondirlo. E, perché no, cominciare a sperimentarlo.


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