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Economia & Impresa sociale 

Si chiama Pourista, la sfida di due start up per una nuova idea di turismo

Bentu Experience e SiciLife propongono un nuovo modo di attrarre i turisti e formare le imprese di settore. Poca teoria e tanta pratica per sfornare insieme ai clienti progetti commerciali e modalità differenti di proporre il proprio brand. Dalla Sardegna e dalla Sicilia una ventata di novità in un periodo che ha messo in ginocchio tutta la filiera. Giovani con le idee chiare e alta professionalità

di Luigi Alfonso

Si chiama Pourista la sfida che due start up , una sarda e l'altra siciliana, hanno lanciato al settore del turismo italiano con un intento ambizioso e per niente celato: quello di creare un laboratorio che spieghi agli operatori come cavalcare i nuovi trend, con la benedizione e il sostegno dell'Enit , l'Agenzia nazionale del turismo. Un luogo virtuale in cui gli operatori del turismo possono scoprire le strategie più efficaci per progettare, innovare e commercializzare la propria offerta sul mercato.

«Pourista è un gioco di parole», spiega Francesco Rusui , co-fondatore di Bentu Experience e responsabile commerciale e pubbliche relazioni di Pourista. «Deriva dal verbo inglese to pour, che significa versare. Nel nostro caso versare, con maestria ed equilibrio, il mix di ingredienti necessari per sviluppare un prodotto turistico completo: inconfondibile e con la giusta creatività. Assomiglia a turista, perché è da lì che nasce la nostra mission, e suona come purista perché è ciò che stiamo cercando di essere».

Pourista nasce da un'idea di SiciLife , tour operator siciliano e primo marketplace delle esperienze turistiche, e Bentu Experience , startup sarda che si occupa di turismo e progettazione innovativa. «Non facciamo soltanto Academy, perché quella è una formazione circolare un po' fine a se stessa. Noi prediligiamo il confronto formativo, che è una cosa differente perché si muove a livello multidirezionale. L'esperto, che mesce gli ingredienti e individua una strategia, si confronta con il fruitore, vale a dire l'operatore turistico. L'ultimo passaggio è ovviamente la commercializzazione, e su questo dobbiamo puntare per trasformare la teoria in economia reale. Ai nostri clienti, che per noi sono anche partner, diciamo sempre: "Se hai un'idea ma non sai come concretizzarla, mandarla avanti o farla fruttare, contattaci. Non lo faremo al posto tuo, lo faremo insieme". Non crediamo nella teoria dei massimi sistemi, semplicemente non è così che funziona il mercato reale. Il nostro obiettivo è quello di fornire agli operatori una cassetta degli attrezzi'per trasformare le conoscenze in competenze immediatamente traducibili in azioni e iniziative concrete. L'esperienza da noi maturata negli USA ci ha fatto compiere un salto di qualità e ci ha fatto comprendere quanto la formazione tradizionale sia poco performante nel mondo reale».

Un gruppo di giovani che vogliono cambiare le regole del gioco. «Pourista è anche e soprattutto occasione di vendita, un momento di incontro tra i buyer e gli operatori del settore turistico. A questi ultimi poniamo una serie di domande: il tuo prodotto è effettivamente in linea con il trend della domanda turistica del futuro? Quali sono i tuoi canali commerciali? Sei sicuro che il tuo prodotto sia davvero fruibile e competitivo? Solo quando si è raggiunto il giusto mix di ingredienti ci si può sedere al tavolo con i buyer. Come in tutti i settori, anche nel turismo è necessario adottare un approccio di rete, avviare collaborazioni creative nello sviluppo di progetti e iniziative capaci di innovare offer per stare al passo con i nuovi trend. Uno dei limiti più grandi di questo settore, per lo meno in Italia e in questo specifico momento, è che si lavora su dinamiche piuttosto datate e superate. Negli ultimi tempi, però, sono nate start up che hanno professionalità 4.0, cioè professionisti con una mentalità e un approccio differenti che possono interpretare il mercato del futuro in maniera diversa dal passato, con progetti concreti e non teorici. Creiamo luoghi d'incontro virtuali capaci di generare ricadute reali per il territorio. Niente conoscenze calate dall'alto o matrici squisitamente teoriche, bensì strategie da applicare con lo studio di casistiche e l'individuazione di strategie mirate. L'innovazione ha bisogno di calarsi nelle realtà dei territori».

La collaborazione tra Bentu Experience e SiciLife ha preso l'avvio un paio d'anni fa. «Ci siamo conosciuti in un percorso di innovazione aperta, dopo l'esperienza fatta negli USA», spiega Rusui. «Un po 'per caso è nata la nostra collaborazione con Portale Sardegna, con cui abbiamo testato un primo esperimento per lo sviluppo di diverse iniziative. Ciò che abbiamo sviluppato insieme, ha prodotto risultati tangibili che hanno convinto parecchie persone. Da lì ci siamo spostati su uno scenario nazionale, e ora Welcome to Italy sta replicando l'esperienza fatta con Portale Sardegna, con il coinvolgimento di grandi player e nuove start up molto dinamiche, tra cui SiciLife: ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti perché parliamo la stessa lingua e abbiamo le stesse motivazioni».

I sardi notoriamente sono un po' refrattari a certi tipi di innovazione, preferiscono affidarsi a "su connottu", cioè il conosciuto, piuttosto che tentare di cambiare e seguire nuove strade. «È vero, ma questo avviene quando si calano le proposte dall'alto. Invece, se sono coinvolti con un approccio inclusivo, i sardi sanno offrire una risposta completamente diversa. E lo stesso credo che valga per gli amici siciliani. I vari soggetti sono stati co-attori e non semplici destinatari di un percorso di crescita. Il 2020, con la pandemia, è stato un anno che non può fare statistica, tuttavia in questo periodo non siamo rimasti con le mani in mano. Non consideriamo il Coronavirus come un fatto eccezionale: situazioni contingenti ce ne possono essere tante, dal maltempo ai problemi nei trasporti, alle crisi economiche. Noi dobbiamo trovare soluzioni di sistema, non legate alla stagionalità o al solo prodotto balneare. Dobbiamo imparare da ciò che abbiamo vissuto nell'ultimo anno, traendo le lezioni positive che ci hanno indicato nuove strade».

Per risultare vincenti non occorrono soltanto le proposte innovative. Servono anche autentici esperti nei differenti settori di competenza. Pourista ha coinvolto in questa avventura nomi illustri: Josep Ejarque si occupa della mappatura degli attrattori turistici; Mario Romanelli e Mirko Lalli curano l'analisi dei dati; Benedetto Puglisi sviluppa il prodotto turistico integrato; Luca Moschini parla di “business networking and revenue sharing”, vale a dire la capacità di fare rete e condividere una parte dei profitti; Olimpia Ponno è l'esperta di marketing e comunicazione turistica; infine, Maria Elena Rossi individua le strategie di commercializzazione.