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Cooperazione & Relazioni internazionali

Da oggi le armi nucleari sono illegali

Entra in vigore oggi – 90 giorni dopo la ratifica da parte del 50esimo Stato - il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). L'Italia non lo ha ratificato ancora, ma l'87% degli italiani, trasversalmente alle appartenenze politiche, chiede che l'Italia sia il prossimo aderente: la società civile rilancia la campagna "Italia, ripensaci!"

di Redazione

Entra in vigore oggi – 90 giorni dopo la ratifica da parte del 50esimo Stato – il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), la prima norma internazionale che mette fuorilegge gli ordigni più distruttivi e inumani della storia. Inizia così il cammino concreto per eliminarle dalla storia: è vero che il Trattato entra in vigore per i 51 Stati che lo hanno già ratificato, ma tutti i precedenti trattati di disarmo hanno portato a un cambiamento di comportamento anche nei Paesi che si sono rifiutati di aderire.

Le armi nucleari sono sempre state immorali: ora sono illegali. Un risultato che corona anni di sforzi della società civile, riunita in particolare nella International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017) di cui in Italia fanno parte Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo.

«Il tema del disarmo nucleare è molto spesso percepito come troppo grande per essere affrontato dalle persone comuni che si sentono quindi rassegnate e impotenti», commenta Daniele Santi, presidente di Senzatomica. «Oggi 22 gennaio 2021 lo storico traguardo dell’entrata in vigore del TPNW porta ancora più luce non soltanto sulla possibilità che le armi nucleari possano davvero essere completamente eliminate, ma che questa meta significativa sarà raggiunta solo grazie alla compartecipazione dei cittadini. Con gioia e un’incrollabile determinazione continuiamo ad avanzare uniti fino a quando l’Italia ci ripenserà ratificando il TPNW».

Il Trattato TPNW è stato adottato all'ONU nel 2017 e da oggi proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare armi nucleari, o anche permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio. «Oggi festeggiamo perché il TPNW ribadisce uno dei principali obiettivi dell’ONU, il disarmo nucleare. E sostiene l’idea fondante del multilateralismo democratico: che anche gli Stati più poveri hanno lo stesso diritto di esprimersi di quelli più militarmente potenti», sottolinea Lisa Clark, co-presidente dell’International Peace Bureau e attivista di Rete Italiana Pace e Disarmo. «I popoli hanno parlato e non intendono cedere alle decisioni prese solo dalle potenze nucleari. Siamo inoltre convinti che il posto dell’Italia sia insieme alla maggioranza degli Stati membri dell’Onu, dalla parte giusta della storia: quella che proibisce le armi più disumane e crudeli che l'uomo abbia mai inventato: gli ordigni nucleari».

L’Italia non ha ratificato il Trattato. Già nel 2016 Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo hanno lanciato la mobilitazione “Italia, ripensaci” per chiedere al nostro Paese di partecipare attivamente al percorso di costruzione del Trattato, campagna che dopo l’approvazione si è trasformata nella richiesta di firma e ratifica, con la raccolta di oltre 33.000 cartone consegnate simbolicamente al Governo. Anche perché (lo dice una ricerca condotta da YouGov su un campione di oltre 1.000 persone nel novembre 2020) l'87% degli italiani è favorevole all'adesione dell'Italia al TPNW (+17% rispetto ad un sondaggio simile del 2019) mentre l'attuale posizione del Governo contro il Trattato è sostenuta solo dal 5% degli italiani. Anche dopo esser stati informati delle forti pressioni da parte di alcuni alleati NATO contro il TPNW, il 76% ha confermato di volere un Governo che mostri una leadership positiva diventando uno dei prossimi aderenti.

«Oggi le armi nucleari sono finalmente ed ufficialmente vietate dal diritto internazionale. La posizione ufficiale del Governo italiano non è più sostenibile», dice Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN. «La maggioranza degli italiani intervistati (56%) non sapeva o non era sicura della presenza di armi nucleari statunitensi sul proprio territorio e che l’Italia potrebbe eventualmente partecipare ad un attacco nucleare deciso da Stati Uniti e NATO. Nonostante questo, una volta informato della presenza come parte della missione di “Nuclear Sharing" della NATO, un rimarchevole 74% (+14% rispetto al 2019) vuole che le armi nucleari statunitensi vengano rimosse. Solo il 16% degli intervistati sostiene l'acquisto da parte dell'Italia degli F-35 come cacciabombardieri da combattimento in grado di svolgere una missione nucleare. Questo ultimo anno ha reso chiaro ciò che la maggior parte di noi ha sempre saputo: nessun uomo dovrebbe avere il potere di distruggere l’umanità semplicemente premendo un bottone. Gli italiani non vogliono che i loro militari siano chiamati a commettere crimini contro l'umanità per conto degli Stati Uniti e della NATO. È immorale. È disumano. E da oggi è illegale».

Per Francesco Vignarca, Coordinatore delle Campagne per la Rete Italiana Pace e Disarmo, «gli italiani di tutte le appartenenze politiche hanno affermato chiaramente di volere un Paese che sia protagonista e guida in materia di diritti umani e diritto internazionale, rifiutando queste armi di distruzione di massa. In un momento di sconvolgimento politico ed economico globale esasperato dalla pandemia di COVID-19 non abbiamo bisogno di spendere i soldi duramente guadagnati dagli italiani per armi nucleari vietate da una norma internazionale. Vogliamo dei leader politici capaci di guardare ad un nuovo futuro senza armi nucleari, non bloccati in un passato che gli farà perdere rapidamente consenso».

Sondaggi simili sono stati condotti in Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Islanda e Spagna con dimostrazione di sostegno al TPNW vicino o superiore all'80%.


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