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Cooperazione & Relazioni internazionali

L’Orsa Maggiore: «Istituzioni e comunità adulta, dobbiamo proteggere i bambini dalla violenza»

La cooperativa sociale, costituita a Napoli nel 1995, lancia un grido d'allarme inequivocabile: «I numeri che circolano sulla crescita delle violenze intra familiari, sui femminicidi ed i figlicidi, sui suicidi tentati o realizzati da giovanissimi ci chiedono di mettere al centro dell'attenzione la qualità delle relazioni all'interno delle case ossia ci chiedono di parlare esplicitamente di mal-trattamento. Le case non sempre sono un luogo sicuro e la pandemia ha amplificato la vulnerabilità di tutti»

di Redazione

La cooperativa sociale L'Orsa Maggiore, costituita a Napoli nel 1995, lancia un grido d'allarme inequivocabile: «In questi mesi», scrive in un appello, «le misure di contenimento della pandemia hanno messo a repentaglio i diritti di tutti, piccoli e grandi, su tutti i piani. Come operatrici ed operatori insieme a tanti del servizio pubblico e del terzo settore siamo stati in prima linea per non lasciare soli le bambine ed i bambini più vulnerabili ed i loro genitori, inventando modi di vicinanza possibile,scommettendo sulla possibilità che le relazioni di prossimità sociale ed educativa potessero varcare le porte delle case con i DPI ed anche attraverso gli schermi. Insieme alle reti nazionali di cui facciamo parte abbiamo anche alzato la voce perché le vite dei più piccoli non restassero invisibili.

Oggi lanciamo un grido d'allarme più forte. I numeri che circolano sulla crescita delle violenze intra familiari, sui femminicidi ed i figlicidi, sui suicidi tentati o realizzati da giovanissimi ci chiedono di mettere al centro dell'attenzione politica e strategica e dell'operatività la qualità delle relazioni all'interno delle case ossia ci chiedono di parlare esplicitamente di mal-trattamento, di condizioni di vita segnate dalla mancanza di sicurezza, responsività, relazioni nutrienti. Sappiamo che le case non sempre sono un luogo sicuro e la pandemia ha amplificato la vulnerabilità di tutti, i genitori già fragili ed anche quelli più attenti, tutti traumatizzati dall'isolamento, dalle convivenze forzate, dalla malattia e dai lutti, dall’ impoverimento…che distraggono dalle esigenze dei figli.

Siamo parte di questa fatica e vulnerabilità, ma sentiamo l’urgenza di richiamare attenzione e responsabilità su i bambini e le bambine che già stanno pagando un prezzo molto alto, privi di interlocutori e sponde con cui condividere la comune fatica ma anche episodi più gravi in cui sono vittime e testimoni della violenza dei genitori, declinata in termini di mal-trattamento fisico, verbale, economico, psicologico, sessuale.

Su questo richiamiamo l'attenzione della politica, delle istituzioni, di tutta la comunità adulta e chiediamo che nei Tavoli già attivi o che saranno istituiti si inserisca – insieme ai temi del contrasto della povertà, del diritto allo studio ed alla salute, ESPLICITAMENTE il tema della protezione dei bambini dalla violenza; che l'urgente auspicabile infrastrutturazione dei servizi territoriali – anche attraverso il Recovery Fund – abbia al centro il tema della prevenzione di ogni forma di maltratattamento all'infanzia ed all'adolescenza e del sostegno della genitorialità vulnerabile».


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