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Cooperazione & Relazioni internazionali

Esposto alla Corte dei Conti sull’uso di fondi pubblici nei centri di detenzione in Libia

L'associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione ha presentato un esposto alla Procura presso la Corte dei Conti di Roma segnalando numerose criticità relative agli interventi realizzate da alcune ONG italiane in Libia con fondi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS)

di Redazione

L’esposto si fonda sul report “Profili critici delle attività delle ONG italiane nei centri di detenzione in Libia con fondi A.I.C.S.”, pubblicato il 15 luglio 2020, nel quale ASGI analizza una serie di documenti ottenuti dal Ministero degli Esteri e AICS a seguito di richieste di accesso civico. L’esposto sottopone all’attenzione della Corte dei Conti numerosi profili critici riguardanti l’ideazione e l’attuazione di interventi all’interno di centri di detenzione in Libia.

ASGI nell’esposto osserva come in alcuni centri le ONG italiane sembrino svolgere interventi a beneficio non tanto dei detenuti quanto delle strutture detentive, con attività volte a preservarne la solidità e l’efficienza: come conseguenza, gli interventi potrebbero avere contribuito a rafforzare la capacità del centro di ospitare, anche in futuro, nuovi prigionieri in condizioni irrimediabilmente inumane. Inoltre, sebbene i centri libici siano universalmente ormai riconosciuti come luoghi di tortura e mortificazione della dignità umana, il governo italiano non ha condizionato l’attuazione degli interventi ad alcun impegno alle autorità di Tripoli di migliorare in modo duraturo la condizione degli stranieri detenuti.

Si evidenzia anche come l’attuazione di interventi emergenziali a favore di persone detenute in condizioni inumane per volontà di un governo straniero non sembri rientrare nelle finalità di promuovere la “cooperazione e sviluppo” prevista dallo Statuto dell’AICS.

L’esposto porta all’attenzione della Corte dei Conti anche i dubbi di ASGI in merito alla destinazione effettiva dei beni e dei servizi erogati, anche in luce del divieto del Ministero per il personale italiano di recarsi in Libia. La gestione della gran parte dei centri ufficiali da parte di milizie e l’approssimativa rendicontazione delle spese sostenute da parte di alcune ONG non sembrano avere indotto l’AICS ad esercitare un controllo stringente sulla spesa del denaro pubblico e su quanto effettivamente attuato dagli implementing partner libici sul campo.

Nell’esposto ASGI pertanto chiede alla Corte dei Conti di approfondire se la condotta dell’AICS risulti in linea con le sue finalità statutarie e con i suoi obblighi di assicurare il corretto impiego del denaro pubblico, accertando le possibili responsabilità dell’Agenzia sia dal punto di vista del possibile danno erariale sia del possibile danno all’immagine del governo italiano.


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