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Tre anni dopo, arriva il riparto di 68 milioni per i caregiver familiari

A tre anni di distanza dalla legge che ha istituito il fondo, ecco il riparto delle risorse stanziate per gli anni 2018/19/20 a supporto di chi si prende cura di un familiare con disabilità o non autosufficiente. Le regioni hanno due mesi per presentare le linee di indirizzo

di Sara De Carli

Tre mesi per andare in Gazzetta Ufficiale. Tanto ci ha messo il Decreto 27 ottobre 2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, con criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020, pubblicato sulla GU n. 17 del 22 gennaio 2021.

Si tratta di 44.457.899,00 euro complessivamente per gli anni 2018 e 2019, più 23.856.763,00 euro per l'anno 2020: oltre 68 milioni di euro. Un riparto molto atteso, per risorse stanziate più di tre anni fa, esattamente in quella Legge 205/2017 con cui il Parlamento aveva istituito un Fondo con una dotazione iniziale di 20 milioni annui per tre anni. Il decreto fa esplicito riferimento alla «situazione di profondo disagio sociale ed economico che si è verificata nel corso della fase più acuta dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e che continuerà a produrre effetti anche nelle fasi successive», che «rendono prioritario e necessario intervenire a sostegno, nell'immediato, della figura del caregiver familiare […] per interventi a carattere sperimentale anche tenuto conto della contingente situazione emergenziale».

Le risorse sono destinate alle regioni, che le utilizzano per interventi di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare, definito come dall’ art. 1, comma 255, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 e dando priorità:

  • ai caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima,
  • ai caregiver di coloro che non hanno avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, comprovata da idonea documentazione;
  • a programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita.

Il riparto fra le regioni avviene seguendo gli stessi criteri utilizzati per la ripartizione del Fondo per le non autosufficienze e le regioni possono cofinanziare gli interventi con proprie risorse, anche in termini di risorse umane, beni e servizi. La regione cui spettano maggior risorse è la Lombardia, con 10.868.862,72 euro. Le risorse saranno trasferite alle Regioni a seguito di loro specifica richiesta e dell’indicazione degli indirizzi di programmazione, della tipologia degli interventi e della compartecipazione finanziaria della regione, entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto in GU. Il Dipartimento per le politiche della famiglia erogherà le risorse entro 45 giorni dalla ricezione della richiesta. A quel punto, le regioni procedono al trasferimento delle risorse spettanti agli ambiti territoriali. Il primo, urgente step quindi è quello che riguarda la stesura delle linee di indirizzo della programmazione regionale, nei prossimi due mesi.

«Quasi tre anni di tempo per distribuire le risorse del Fondo per i caregiver, per poi rimandare a una modalità distributiva già applicata, e non sappiamo con quale efficacia, per il Fondo per le non autosufficienze», denuncia l’Osservatorio Malattie Rare. «Non si sarebbe potuto introdurre un meccanismo automatico di ripartizione rapida delle erogazioni applicabili a questo tipo di stanziamenti fondamentali per le famiglie in condizione di fragilità?».

Per il prossimo triennio la Legge di Bilancio 2021 ha istituito un “Fondo per i caregiver familiari” con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, per un totale di 90 milioni (art. 1, comma 334). Tale Fondo è destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare e non per singoli interventi: ciò significa portare presto in porto una apposita legge che collochi la figura del caregiver all’interno della rete integrata di servizi, riconoscendone ruolo, funzioni, sostegni e coperture previdenziali. Legge che al momento è ferma in Parlamento, dopo una fugace ripresa di attenzione a luglio 2020 in Commissione 11° del Senato. Speriamo che, per analogia, non si debba attendere il 2024 per riparlarne.


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