Cooperazione & Relazioni internazionali

Rotta Balcanica, Majorino: «Siamo nel limbo del diritto»

Una delegazione di europarlamentari è in viaggio tra la Croazia e la Bosnia Erzegovina. «La situazione è durissima», spiega l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino. «Siamo totalmente nel limbo del diritto, oggi ne siamo stati testimoni attraverso un'azione repressiva della polizia croata che ci ha impedito di recarci sul confine. Siamo di fronte a scelte sbagliate di tanti: penso all’Italia che realizza ingiustamente i respingimenti e ai paesi che scelgono di vivere l'Europa come una frontiera assediata da difendere e non come ad uno spazio dove condividere la responsabilità dell’accoglienza». Domani la delegazione entrerà in Bosnia e arriverà a Bihać nel cantone di Una- Sana

di Anna Spena

La delegazione di europarlamentari composta da Pierfrancesco Majorino, Pietro Bartolo, Brando Benifei, Alessandra Moretti è in viaggio tra la Croazia e la Bosnia – Erzegovina per toccare con mano la tragedia umaniatria che si sta consumando sulla Rotta Balcanica. La missione, partita lo scorso 29 gennaio, si concluderà il prossimo primo febbraio.

«Stiamo incontrando», spiega Pierfrancesco Majorino, «organizzazioni non – profit che lavorano nei due Paesi, autorità locali, migranti e rifugiati». Era arrivato il momento che l’Europa aprisse gli occhi: sulle violenze che la polizia croata esercita al confine tra i due Paesi ai danni dei migranti che provano il Game, sulla situazione disumana dei profughi bloccati nel Cantone di Una Sana, sui respingimenti illegali che si compiono alle frontiere di cui anche l’Italia è colpevole: Nel 2020 sono state respinte dall’Italia in Slovenia 1301 persone.

«Abbiamo deciso di partire alcune settimane fa», racconta a vita.it Pierfrancesco Majorino che ora si trova con la delegazione di europarlamentare sul confine croato-bosniaco. «La situazione in Bosnia è peggiorata e dovevamo vedere di persona, ma le nostre prime denunce sono partite un anno fa».

L’Europa ha sottovalutato per troppo tempo quello che accade nei Balcani dal 2016. In modo particolare, anche se sono state molto documentate, ha sottovaluatto le violenze esercitate dalla polizia croata sui migranti. «L'atteggiamento del governo croato è sbagliato e autolesionista. Perché si deve lavorare tutti assieme avendo a cuore il destino di donne, uomini e bambini», spiega Majorino. «La situazione è durissima, siamo totalmente nel limbo del diritto. E oggi ne siamo stati testimoni attraverso un'azione repressiva della polizia croata che ci ha impedito di recarci sul confine e impedito ai migranti di fare richiesta regolare d’asilo».

Majorino, infatti, questo pomeriggio è stato bloccato e respinto, insieme agli altri europarlamentari, dalla polizia nella foresta di Bojna, ancora suolo croato. «Volevamo passare da lì per arrivare in Bosnia, ma gli agenti non volevano che rischiassimo di vedere il passaggio dei migranti e il check Point nel bosco. Ora siamo in attesa alla frontira "normale"».

Domani la delegazione entrerà in Bosnia e arriverà a Bihać nel cantone di Una- Sana dove sono concentrati i migranti, molti non trovano posto nei campi profughi ufficiali e vivono negli squat, fabbriche e strutture abbandonate. Come si risolve questa questione? «Siamo di fronte a scelte sbagliate di tanti: penso anche all’Italia che realizza ingiustamente i respingimenti e al complesso dei paesi europei che scelgono di vivere l'Europa come una frontiera assediata da difendere e non come ad uno spazio dove condividere la responsabilità dell’accoglienza. Noi chiediamo due cose: l’intervento immediato umanitario di ricollocazione in più paesi. E il cambiamento radicale delle regole. Ma son molto pessimista».


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