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La DAD non sia un alibi per “fingere” di garantire il diritto allo studio

Il consiglio direttivo ha inviato una sollecitazione all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti

di Redazione

La Didattica a distanza non deve quindi essere un alibi per “fingere” di garantire il diritto allo studio, pur tenendo chiuse le scuole in presenza. È invece fondamentale fare tutto il possibile per assicurare la scuola in presenza e poter così garantire il diritto allo studio, all’educazione, alla socialità, alle pari opportunità di ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza e contrastare le disuguaglianze.

È quanto si legge in una sollecitazione inviata dal CIAI all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti. L’iniziativa è del Consiglio Direttivo di CIAI, «rispondendo alla preoccupazione di tante famiglie e, raccogliendo i pareri unanimi di psicologi, insegnanti, educatori ma anche genitori e studenti».

«La salute non è solo mancanza di malattia ma anche equilibrio psicofisico e benessere personale. Ciò vale in particolare per le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, cioè persone che vivono una fase evolutiva della loro personalità che necessita di attenzione, socialità, relazione. La situazione è molto seria e va presa immediatamente in considerazione, a tutti i livelli», dice Marco Chistolini, psicologo e psicoterapeuta, direttore scientifico dell’associazione.

«Il timore è che la Didattica a distanza, strumento quanto mai utile in situazioni di emergenza e che ha consentito di mantenere un minimo di relazione tra studenti e studentesse e tra questi ed i loro docenti nei momenti più drammatici della pandemia, sia considerato un sostituto della didattica in presenza», ribadisce Paolo Limonta, maestro, Assessore all’edilizia scolastica del Comune di Milano e membro del Consiglio direttivo di CIAI.

Il CIAI, che coordina in 6 città italiane il progetto #tu6scuola volto a prevenire l’abbandono scolastico e contrastare la povertà educativa, chiede alla Garante di farsi portavoce nei contesti istituzionali competenti del fatto che la Didattica a distanza:

– impedisce le relazioni sociali necessarie che, specialmente in età adolescenziale, sono parte integrante dell’educazione.

– rischia di provocare danni causati dall’eccessivo utilizzo di dispositivi tecnologici che, anziché supportare l’educazione, diventano strumenti per allontanarsi dalla realtà.

– crea disuguaglianze, in quanto sono molto diverse infatti le opportunità formative di cui possono usufruire gli studenti a secondo della possibilità di accedere a dispositivi tecnologici, a connessioni di qualità ma anche ad abitazioni in cui poter usufruire di uno spazio personale per seguire le lezioni nonché del supporto di un adulto.

– crea problemi di tipo psico-emotivo, costringendo i ragazzi a passare lunghe giornate soli, a discapito specialmente dei più fragili, i meno motivati e coloro che hanno meno strumenti culturali o sociali su cui contare, quindi aumentando ulteriormente le disuguaglianze.

Foto Unsplash