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La transizione digitale? Sociale e cooperativa è meglio

Dopo la pandemia i processi tecnologici già in corso si sono accelerati, per questo occorre puntare al miglioramento delle competenze. Il tema è in cima all’agenda europea. Il ruolo dell’economia sociale è stato al centro di un webinar promosso da Social Economy Europe

di Antonietta Nembri

C’è bisogno dell’economia sociale per un’evoluzione digitale accessibile a tutti. A dirlo il commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali Nicolas Schmit nel corso dell’incontro dal titolo “Skills and digitalisation – Investing in Social Economy as tomorrow’s economy” ("Competenze e digitalizzazione. Investire nell'economia sociale come economia di domani") che ha avuto al suo centro proprio i temi della transizione digitale. Il webinar promosso dall’intergruppo del parlamento europeo per l’economia sociale e da See (Social Economy Europe) è stato moderato da Heather Roy, segretario generale dell’Eurodiaconia e membro della direzione di See.

Il momento attuale ha ricordato Patrizia Toia, europarlamentare e co-chair dell’intergruppo per l’economia sociale vede l’Europa fare passi avanti con il Next generation Eu puntando su transizione digitale ed ecologica, ma la questione è chiedersi a quale modello puntare. «Se vogliamo cambiare paradigma economico dobbiamo cogliere l’apporto dell’economia sociale che deve essere tolta da una condizione ancillare, ma posta la centro della ricostruzione», ha chiarito Toia.
Un esempio di una gestione diversa del digitale è quello che ha portato l’altro europarlamentare presente al webinar online, Sven Giegold, co-chair dell’intergruppo per l’economia sociale che ha portato l’esempio di Wikipedia «un’impresa sociale strutturata con un business model cooperativo. Occorre mettere l’utente al primo posto. Quando parliamo di agenda digitale dovremmo favorire più sicurezza e regole eque, una tecnologia aperta e un modello economico cooperativo».

La democratizzazione dello scenario digitale è importante, ma allo stesso tempo occorre occuparsi anche della formazione e delle competenze digitali. La digitalizzazione e le competenze sono in cima all'agenda europea e il commissario Nicolas Schmit nell’aprire il suo intervento ha voluto ricordare come la trasformazione digitale abbia avuto il sopravvento in tutta la società «la pandemia ha accelerato lo sviluppo di questa transizione tecnologica». Nel piano d’azione europeo l’economia sociale in questo campo è fondamentale per un di più di “resilienza”. E se la tecnologia per creare, per esempio piattaforme che si avvalgono della cooperazione, è disponibile all’economia sociale servono persone competenti. La formazione è fondamentale perché «ci sono persone che rischiano l’esclusione per età o per il fatto di non avere gli strumenti adatti», ha ricordato ancora Schmit che ha fatto l’esempio della sanità elettronica «che va resa accessibile per tutti. E in questo settore le imprese sociali hanno un ruolo importante per arginare il divario».

Il commissario europeo ha chiuso il suo intervento sottolineando come l’economia sociale sia «pioniera per integrare le persone nei cambiamenti e vincere la sfida della transizione», ma anche che dovrebbe essere «partner a pieno titolo nel supportare il cambiamento tecnologico in atto e la transizione verde. È un modello flessibile e non limitato dal concentrarsi sul profitto».

Il webinar ha poi offerto una serie di esempi internazionali di come cooperative e imprese dell’economia sociale siano già in prima fila nell’attrezzarsi delle nuove tecnologie nei servizi sociali, nell'industria, nella cultura, nell'istruzione, nell'economia dell'assistenza, facendo in modo di non lasciare indietro nessuno: né i fruitori dei servizi, né i lavoratori. Offrendo anche nuovi modi di gestione sia delle piattaforme sia dei dati rivestendo così un ruolo di democratizzazione dell’economia digitale.

Dopo il commissario Schmit sono intervenuti: Juan Antonio Pedreño, presidente di See e imprenditore sociale, il presidente di Cecop, Giuseppe Guerini, Laura Peracaula, co-directore general della cooperativa Suara, Sibylle Reichert direttore esecutivo di Aim (l’associazione internazionale delle società mutualistiche); Patrizia Bussi direttore di Ensie e gli eurodeputati Jordi Cañas e Lina Gálvez.

In apertura image by Gerd Altmann from Pixabay


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